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I Wolf Alice nel paese delle meraviglie

La band in concerto a Milano: più rock che su disco, comunque memorabili
I Wolf Alice nel paese delle meraviglie

Uno sfondo glitterato, una pedana rialzata rispetto al palco, sul soffitto una mirrorball, Ellie Rowsell si presenta all’Alcatraz con un body aderente, lunghi stivali bianchi, un ventilatore che le muove i capelli. I Wolf Alice del 2025 sono una band diversa da quella che avevamo vista due anni fa con la cantante con giacche oversize e capelli decolorati: la loro immagine è decisamente più aggressiva, come quella della copertina di "The Clearing", che è il riferimento visivo dello show.

L’ultima volta che sono passati da Milano - a parte lo showcase per la stampa della scorsa estate - era il novembre 2022: l’ultimo concerto del tour di "Blue weekend", un contratto con una major (la Sony) appena firmato. Ma nella sostanza non sono cambiati: una delle migliori band dal vivo in circolazione, uno di quei gruppi che sul palco fanno uno scatto in avanti rispetto alle (bellissime) canzoni che incidono - a maggior ragione dopo un disco notevole come l’ultimo, più sofisticato e arrangiato rispetto ai precedenti. Solo al secondo pezzo i Wolf Alice suonano “Bloom baby bloom”, che permette ad Ellie Rowsell di sfoderare le sue doti vocali, la sua capacità di controllare la dinamica passando da registri bassi alla potenza - che è sostenuta da una band con un tiro micidiale e che ha nel bassista Theo Ellis una sorta di secondo frontman, anche lui con il physique du rôle. Joff Oddie è più dimesso visivamente, ma la chitarra è molto più centrale nel live, mentre il batterista Joel Amey canta subito “White horses” - a questo giro hanno un tastierista aggiunto, per riprodurre meglio la complessità di certa canzoni.  
Il concerto alterna momenti quasi punk, con Rowsell alla chitarra, ad altri in cui il suono si fa ora più delicato (“The sofa”), ora più complesso e stratificato, come “How can I make it ok” o nella conclusiva “Smile”. Finale a squarciagola con “Don’t delete the kisses”, cantata in coro dal pubblico dell’Alcatraz (non pienissimo, a dire la verità).

La cosa che colpisce dei Wolf Alice, oltre alla loro potenza, è che sono contemporaneamente una band matura, ma che ha ancora enormi margini di crescita e territori da affrontare, direzioni potenziali da prendere: il loro paese delle meraviglie musicali è già reale, ma è ancora tutto da esplorare.
Sia quel che sia, il presente è quello di una band che dal vivo spacca, che ha una delle migliori frontwoman in circolazione e che ha un repertorio solidissimo. Un gran concerto.

SETLIST

Thorns
Bloom Baby Bloom
White Horses
Formidable Cool
Just Two Girls
Leaning Against the Wall
How Can I Make It OK?
The Sofa
Bros
You're a Germ
Safe From Heartbreak (If You Never Fall in Love)
Safe in the World
Bread Butter Tea Sugar
Yuk Foo
Play the Greatest Hits
Silk
Play It Out
Giant Peach
Smile

BIS #1

The Last Man on Earth
Don't Delete the Kisses

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