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«PATIENT NUMBER 9 - Ozzy Osbourne» la recensione di Rockol

“Patient Number 9”: Ozzy Osbourne contempla la sua (im)mortalità

Con il nuovo album, più mirato e pieno di vita, l’ex Black Sabbath inganna ancora una volta la morte

Recensione del 10 set 2022 a cura di Elena Palmieri

Voto 7.5/10

La recensione

Ecco la nostra recensione dell'ultimo album da solista pubblicato da Ozzy Osbourne nel 2022

Nel corso della sua esistenza Ozzy Osbourne ha incarnato così bene e in modo così plateale la sregolatezza della vita da rockstar che la sua immagine non ha mai smesso di attirare attenzione, curiosità e affetto. Mentre è indubbia l’importanza del suo ruolo nel rock grazie ai suoi lavori, sia solisti che con i Black Sabbath, la storia dell’artista britannico è da sempre una fucina di aneddoti più o meno estremi, più o meno reali. Ancora oggi, a rafforzare il suo status di leggenda vivente, è lo stesso 73enne musicista originario di Birmingham, sopravvissuto alle sue disparate peripezie, tanto da poter testimoniare tutt’oggi, in prima persona, le sue avventure. Tra notizie riguardanti i suoi seri problemi di salute affrontati negli anni, e che tornano a tormentarlo di continuo, ricerche scientifiche sulla sua longevità e aneddoti curiosi, Ozzy Osbourne riesce però a far parlare di sé anche per le sue attività musicali. Dopo aver interrotto con “Ordinary man” nel 2020 un silenzio discografico che durava da circa dieci anni, ovvero dalla pubblicazione del suo undicesimo album in studio solista “Scream”, Ozzy si è rimesso subito al lavoro su nuova musica. In collaborazione, come il precedente disco, con il produttore Andrew Watt e una lunga lista di star del rock ospiti, l’ex cantante dei Black Sabbath ha così dato forma al suo tredicesimo progetto discografico solista, “Patient Number 9”.

Vitalità e grandi ospiti

Se il disco del 2020 suonava come una ripartenza, dopo un periodo piuttosto difficile, in cui malinconia e ritrovato entusiasmo andavano a braccetto, tra richiami al passato e incontri di mondi distanti, come il duetto con Elton John e le traccia con Post Malone, il nuovo album di Ozzy Osbourne si presenta come un lavoro più mirato. Le canzoni di “Ordinary man”, spinte verso la tradizione ma con uno sguardo rivolto alla modernità, erano una sorpresa, mentre “Patient Number 9” è più soddisfacente. Il nuovo disco, ancora una volta, non tradisce le suggestioni cupe e l’oscurità dell’immaginario proprio dell’artista, e continua a rimarcare l’incisivo ruolo di Osbourne nella formazione dell'heavy metal. “Patient Number 9” si arricchisce di pesantezza, capace di appagare le aspettative dei fan, e deve molto della sua riuscita alle rinnovate vitalità e forza della voce di Ozzy, seppur in più di un'occasione aiutata dall’autotune nel preservare il suo carattere. Nei 13 brani del suo nuovo album in cui contempla la sua mortalità, e in cui tra immancabili risate e suggestioni impegnate finisce dopo oltre un’ora di musica a ingannare ancora una volta la morte, la performance vocale del “Principe delle tenebre” è inoltre supportata dai preziosi contributi dei grandi ospiti coinvolti, più a fuoco con il passato di Osbourne che in “Ordinary man”.

La precisione di Jeff Beck, per esempio, accompagna con significativi momenti chitarristici alcune tappe interessanti della storia di Ozzy nel ruolo del “paziente numero 9”. Dalla title track iniziale a “A thousand shades”, in cui Osbourne non perde di ricordare la sua passione per i Beatles, la veterana leggenda britannica delle sei corde si inserisce con arte ed eleganza nel tessuto di suoni ispirati ai primi lavori solisti dell’ex Black Sabbath, colorato di metal melodico, pop e grinta hard rock. Dal canto suo, Eric Clapton elettrizza in “One of those days”, mentre il chitarrista di lunga data di Ozzy Zakk Wylde, Josh Homme, Mike McCready dei Pearl Jam e Dave Navarro fanno vibrare le corde della loro personalità senza risultare però invadenti. Nell’album si possono inoltre ascoltare i contributi alla sezione ritmica del batterista Chad Smith dei Red Hot Chili Peppers, del compianto addetto ai tamburi dei Foo Fighters, Taylor Hawkins, e i bassisti Robert Trujillo dei Metallica, Duff McKagan dei Guns N' Roses e Chris Chaney dei Jane's Addiction. Dai riff e i violenti colpi di batteria di “Parasite”, per esempio, si passa così pure alle atmosfere psichedeliche di "Nothing feels right” o all’elettrizzante “God only knows”.

"Non morirò mai, perché sono immortale"

Dopo aver dichiarato in apertura di “Patient Number 9” la propria sentenza, “Bury me down below / But I'll never die / 'Cause I'm immortal”, Ozzy Osbourne continua in una serie di testi che scombussolano, ma che vedono l’artista sia scherzare sulla sua mortalità che contemplare la propria condizione. “I'm crawling out of my grave / And everywhere you run and hide, you're gonna see my face”, provoca Ozzy in "No escape from now”, presentando un altro grande importante ospite. Con richiami e canzoni che non avrebbero stonato nell’ultimo album dei Black Sabbath, a distanza di cinque anni da quell'inequivocabile messaggio pubblicato sui social nel 2017 con cui venne messa la parola “fine” alla storia del gruppo di Birmingham dopo un tour e un ep finali della formazione originale Tony Iommi, Geezer Butler e Ozzy Osbourne, seppur senza Bill Ward, è in qualche modo possibile ritrovare parte della magia della band di “Paranoid” grazie a “Patient Number 9”. Proprio a partire dalla quarta traccia dell’album avviene infatti la reunion tra Ozzy e Tony che, con i suoi riff dal caratteristico tocco malinconico e oscuro, partecipa per la prima volta in assoluto in un disco solista dell'ex sodale ai tempi dei Black Sabbath.

La durezza e l’oscurità dei suoni che riportano il marchio della storica band di "Master of reality", con l’incisiva armonica di “Degradation Rules” che riporta alla mente “The wizard” e l’espressiva e imperfetta voce dai toni drammatici di Osbourne, sembrano infine racchiudere l’essenza dell’album e il suo giocare attorno alla parola fine. Tuttavia, Ozzy Osbourne conclude con onestà questo nuovo viaggio sonoro: “I don’t know if I’ll make it / But I’m giving up control”, confessa infatti l’artista nell’ultima canzone prima della finale traccia strumentale, che potrebbe suonare anche come una conclusione definitiva. Ma, come la storia insegna, per Ozzy - atteso in concerto in Italia nel 2023 - la pensione può ancora aspettare.

Tracklist

01. Patient Number 9 (07:21)
02. Immortal
03. Parasite
04. No Escape From Now
05. One of Those Days
06. A Thousand Shades
07. Mr Darkness
08. Nothing Feels Right
09. Evil Shuffle
10. Degradation Rules (04:10)
11. Dead and Gone
12. God Only Knows
13. DARKSIDE BLUES
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