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«FOR THE SAKE OF BETHEL WOODS - Midlake» la recensione di Rockol

Midlake: hippie ma non troppo, nel segno di Woodstock

La band texana torna sulle scene con “For The Sake Of Bethel Woods”, sospesa tra passato e futuro

Recensione del 24 mar 2022 a cura di Marco Di Milia

Voto 7/10

La recensione

Bethel Woods è un luogo praticamente sacro. È lì che si trova il museo storico di Woodstock, in quelle stesse vallate rurali dello Stato di New York in cui ha preso vita la tre giorni di pace, amore e musica che ha ridisegnato l’immaginario culturale e sociale di un’intera epoca. Luoghi che dal 15 al 18 agosto 1969 hanno ospitato circa 500.000 spettatori, tra i quali anche l’allora sedicenne Dave, il padre di Jesse Chandler, flautista dei Midlake.

Cartoline da Woodstock

Nel frattempo, Chandler senior si è congedato dai suoi cari, ma è proprio attorno alla sua figura che ruota il ritorno in pista della band di Denton, Texas, arrivato dopo quasi dieci anni di inattività. L’immagine di quel ragazzo, immortalata casualmente nel filmato del leggendario Festival (vincitore di un Oscar nel 1971 come miglior documentario e montato tra gli altri anche da Martin Scorsese), ha ispirato, molti anni più tardi, la scrittura del nuovo “For The Sake Of Bethel Woods”.

“Per me, l'immagine di quel ragazzo, mio ​​padre, per sempre fermo nel tempo incarna cosa significa essere alle prese con una giovinezza fragile e precaria, e tutto ciò che la magia della musica, della pace, dell'amore le può donare, che lo si sappia o meno in quel momento”, ha dichiarato lo stesso Chandler. Ma è proprio grazie allo spirito hippie e sognatore del padre che i Midlake hanno trovato non solo la spinta, ma anche i temi da affrontare per ripartire un’altra volta insieme.

Canzoni tra assenza e speranza

Convivono così all’interno delle undici tracce di “For The Sake Of Bethel Woods” passato e presente, al pari del desiderio di riconnettersi con quanto si è dovuto lasciare andare e la volontà di proseguire il proprio percorso con ritrovata consapevolezza. Per questo, il gruppo, ormai orfano da tempo della voce di Tim Smith che ha dato l’addio ai propri compagni nel 2012, si affida alle confidenziali intuizioni del cantante e chitarrista Eric Pulido e a immagini che in tutto l’album cercano un continuo equilibrio tra assenza e speranza.

Si passa quindi dalla breve “Commune”, che posta in apertura suona come una dichiarazione d’intenti nel voler stabilire un contatto col tempo ormai andato, a morbide ballate con venature folk e progressive, come la lieve fluttuazione di “Glistering” o le aperture cosmiche in “Exile”. Ancora, a una title track guidata da batteria e piano in cerca di nuovo ottimismo, si affianca la ritmica pulsante di “Meanwhile...” e “Gone” o la struggente innocenza che traspare nelle note di una “Noble”, dedicata al figlioletto del batterista McKenzie Smith affetto da una rara condizione genetica. “Ho scritto la canzone dal suo punto di vista in un certo senso”, ha commentato Pulido in proposito, aggiungendo: “C'è anche l'abbraccio di questo bambino che ha solo gioia”.

Il sogno di un hippie

In “Feast of Carrion”, poi, si fanno largo l’animo della West Coast e armonie vocali che rimandano a CSN&Y, mentre altrove a farsi sentire è soprattutto un’incertezza quasi rassicurante che non sa darsi pace, come in “The end” e nella chiusura affidata alle ponderate riflessioni di “Of desire” sul lasciarsi alle spalle ciò che non è più possibile avere. “For The Sake Of Bethel Woods” è perciò, nelle sue sfaccettature di chitarre, flauti, mellotron, luci e ombre, un album placidamente carezzevole, che guarda sì al passato, ma che cerca pure di chiarire che quel passato è ormai del tutto andato. I Midlake stessi, un po’ Radiohead e un po’ Jethro Tull, non sono più quelli di una volta, né per organico né per intenti, ma ripartono da un sogno di armonia mai dimenticato. Cominciato oltre cinquant’anni fa.

Tracklist

01. Commune (00:53)
02. Bethel Woods (04:23)
03. Glistening (04:04)
04. Exile (03:33)
05. Feast of Carrion (04:40)
06. Noble (06:25)
07. Gone (05:08)
08. Meanwhile... (03:34)
09. Dawning (04:16)
10. The End (03:23)
11. Of Desire (03:58)
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