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E adesso manca solamente Niccolò Contessa

I tempi sono sufficientemente maturi per un revival completo della gloriosa stagione dell'indie pop?
E adesso manca solamente Niccolò Contessa
Credits: Niccolò Contessa

Ne manca solamente uno, all’appello. Per chiudere il cerchio del revival, se così vogliamo chiamarlo, della stagione gloriosa dell’indie pop, o di quel che rimane della scena, ora che tutti i suoi protagonisti sono tornati sulle scene con i rispettivi nuovi progetti. Tutti, tranne lui. Niccolò Contessa continua ad essere il fantasma del circuito. A sette anni dall’uscita di “Aurora”, l’ultimo album de I Cani, non filtrano notizie relative ad un eventuale ritorno del cantautore umbro - ma romano d’adozione - che nel 2011 con il suo “Sorprendente album d’esordio de I Cani” aprì quella fessura tra l’indie, ancora confinato nell’underground, e il “mainstream”, prima che i suoi fratellini la spalancassero passandoci attraverso, uno per uno.

Niccolò Contessa è un fantasma. Non si vede (tranne quella volta che è andato ospite a sorpresa di Valerio Lundini a "Una pezza di Lundini"), ma c’è. E si sente. Pur senza comparire in alcun modo. Lontano dal clamore e dai riflettori, continua a lavorare, da artigiano qual è. Porta la sua firma la colonna sonora di “Enea”, il nuovo film di Pietro Castellitto, presentato in anteprima a settembre alla Mostra del Cinema di Venezia. Per ascoltare i brani composti dalla mente dietro I Cani bisognerà però aspettare il prossimo gennaio, quando la pellicola, che racconta la storia di un giovane rampollo dell’alta società romana che vive un’esistenza vuota e frivola, interpretato dallo stesso Castellitto, arriverà finalmente nelle sale cinematografiche. Tra i produttori c’è Luca Guadagnino. E tra gli attori c’è Tutti Fenomeni, vero nome Giorgio Quarzo Guarascio: il cantautore romano, di cui Contessa ha prodotto nel 2020 l’esordio con “Merce funebre” e nel 2022 “Privilegio raro”, interpreta Valentino, il migliore amico del protagonista, un timido appassionato d’aviazone. Piccola curiosità: del cast fa parte anche Matteo Branciamore, l’attore e cantautore romano lanciato dalla serie di Canale 5 “I Cesaroni”, icona degli Anni Duemila, che secondo indiscrezioni potrebbe tornare in tv per una nuova stagione. Il film rinnova la collaborazione tra Contessa e Castellitto, per il quale tre anni fa il cantautore firmò le musiche de “I predatori”, conquistando una candidatura ai David di Donatello come Miglior musicista. Prima di lavorare con Castellitto, Contessa aveva composto per Gianni Zanasi le colonne sonore de “La felicità è un sistema complesso” del 2015 e “Troppa grazia” del 2018.

Colonne sonore a parte, Contessa in questi sette anni trascorsi dall’uscita di “Aurora” non è certo rimasto con le mani in mano. Divertendosi, di tanto in tanto, a stuzzicare la curiosità dei fan della scena pubblicando brani inediti de I Cani, dalla demo “Alla fine del sogno” del 2020 a “Fiore” dello scorso anno, passando per “Un altro Dio” del 2021. Tanto hype, che però al momento non ha portato a nulla. Almeno per il momento.

Poi c’è stata - e continua ad esserci - l’attività da produttore. Oltre a Tutti Fenomeni, che è per certi versi una sua creatura (è stato Contessa a trasformare, se così si può dire, l’ex trapper pentito in un cantautore sui generis che mischiando alto e basso, pop e canzone d’autore, si è guadagnato l’etichetta pure troppo ingombrante e impegnativa di erede di Franco Battiato), negli ultimi anni Niccolò Contessa ha messo i suoi guizzi a disposizione di Coez per “Faccio un casino” (c’era il suo zampino nel bestseller con il quale il cantautorapper romano tra il 2017 e il 2018 vinse quattro Dischi di platino superando le 200 mila copie vendute) e per il successivo “È sempre bello”, Laila Al Habash, Testaintasca. L’anno scorso ha pure esordito come autore al Festival di Sanremo: c’era (anche) il suo tocco dietro “Tuo padre, mia madre, Lucia”, la canzone presentata sul palco dell’Ariston da Giovanni Truppi.

Chissà che il rinnovato interesse intorno alla scena che lui stesso ha contribuito a forgiare non lo convinca del fatto che i tempi sono forse maturi per un ritorno.

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