Sanremo 2022: Michele Bravi: "Domani la cover di Battisti sarà un momento celebrativo"

Per Michele Bravi, che ieri sera nella seconda serata del Festival di Sanremo 2022 (qui le nostre pagelle, qui il commento di Ernesto Assante e qui le versioni di studio delle canzoni), ha presentato per la prima volta in gara la sua "Inverno dei fiori”, la partecipazione in gara a Sanremo “quest’anno ha un valore doppio”. Lo ha raccontato lo stesso musicista umbro all’indomani della sua prima performance sul palco della settantaduesima edizione di Sanremo, a distanza di cinque anni dalla sua precedente partecipazione al Festival con “Il diario degli errori” nel 2017.
“Questa è la mia seconda volta in gara a Sanremo e in questo caso per me il Festival ha un doppio significato. Da una parte c’è una soddisfazione personale, perché quello di Sanremo è il palco più importante di Italia e quindi c’è anche la possibilità da parte mia di creare un momento professionale alto e far ascoltare la propria musica al pubblico più vasto e trasversale possibile, spiega Michele Bravi incontrando la stampa virtualmente su Zoom. E aggiunge:
“Dall’altra parte io mi sento tanto onorato in questo momento. Lo sappiamo, tutto il mondo dello spettacolo è stato il più colpito dallo stresso economico di questa emergenza sanitaria. E Sanremo, come lo scorso anno ma in modo anche più forte, quest’anno può essere un segnale di ripartenza per la musica dal vivo. Venticinque artisti con altrettante canzoni in gara sono un modo per dire e per richiedere la dignità professionale come artisti e lavoratori. Dietro a un’esibizione c’è un team di lavoro: quando io vado in scena porto sul palco di Sanremo il lavoro di 30 o 40 professionisti e che raccontano la loro creatività e lavoro attraverso la mia performance”.
Superata l’ansia della prima prova, dopo l’esibizione di questa sera dove l’artista canterà nuovamente la sua “preghiera d’amore” nel segno di Tim Burton e Elfman (“ho anche frequentato una masterclass su di lui e Danny Elfman, che è stata grande motivo di ispirazione per me”, sottolinea Bravi), la prossima grande prova per Michele sul palco dell’Ariston è la performance della quarta serata. Venerdì 4 febbraio, infatti, gli artisti in gara a Sanremo omaggeranno i successi italiani e internazionali degli Anni '60, '70, '80 e ’90 reinterpretandoli - in alcuni casi in duetto con un ospite. Michele Bravi per la serata delle cover ha scelto di presentare una propria versione di "Io vorrei... non vorrei... ma se vuoi" di Lucio Battisti.
“La domanda artistica che mi sono fatto, a cui proverò a dare una risposta a mio modo con l’esibizione di venerdì, è stata: ‘Cosa se Danny Elfman incontrasse Battisti?’ Questa è stata un po’ la rilettura che ho voluto dare e che proverò a dare sul palco al capolavoro di Mogol e Battisti”, spiega il cantante ai giornalisti. A proposito della scelta di portare la cover di “Io vorrei... non vorrei... ma se vuoi” e su cosa lo abbia spinto a reinterpretare questo brano, Michele Bravi aggiunge:
“Il discorso che mi sono sempre fatto e che mi ha sempre frenato è legato all’affermazione comune a molti brani per cui ‘questa canzone non la può cantare nessuno’. Dietro una frase del genere però c’è una sorta di errore, dovrebbe essere che ‘questa canzone non la può cantare nessuno’ come Lucio Battisti: questa è una verità perché la magia che creava tra il testo e l’interpretazione è irreplicabile. Però dirla nell’altra maniera, sembra quasi destinare questa canzone a un periodo storico e basta, perimetrarla nel passato. Quest’anno si aveva la possibilità di celebrare la musica non per forza italiana: si poteva andare anche nel mondo anglofono. Io, però, sono cresciuto con la musica d’autore italiana. Quindi per me era importante creare un momento celebrativo e avere la possibilità di omaggiare una coppia artistica che ci ha regalato dei capolavori”.