Sanremo 2022, le pagelle delle seconda serata

Il Festival di Sanremo 2022 arriva alla seconda serata. Questa sera si esibiscono gli altri 13 cantanti in gara; verranno votati da 150 giornalisti divisi tra stampa, radio e web. Sul palco, in ordine di uscita, Sangiovanni, Giovanni Truppi, Le Vibrazioni, Emma, Matteo Romano, Iva Zanicchi, Ditonellapiaga e Rettore, Elisa, Fabrizio Moro, Tananai, Irama, Aka7even, Highsnob e Hu.
Qua parliamo soprattutto di musica: aggiorneremo questa pagina con le pagelle alle esibizioni musicali. Questa sera la stampa vota, dando un voto da 1 a 10 ad ogni esibizione: i voti di queste pagelle sono quelli che Rockol ha attribuito ai cantanti come parte della Sala Stampa. Hanno votato assieme Claudio Cabona (presente fisicamente a Sanremo) e Gianni Sibilla (che invece vede il Festival da remoto).
Sangiovanni - "Farfalle": 6
"Volano farfalle/non sto più nella pelle", con il la cassa che pompa e il synth un po' tamarro. Sangiovanni si autocoverizza: difficile dargli torto, visto il successo che ha (non a caso è in apertura). È giovane, gli si perdona (quasi) tutto, compreso la scenetta finale sul Fantasanremo.
Giovanni Truppi - “Tuo padre, mia madre, Lucia”: 8
Splendidamente fuori contesto, soprattutto in apertura e dopo Sangiovanni: una canzone in parte recitata, densa e molo interpretata e con una scrittura d'altri tempi. Lo abbiamo scelto non a caso per il nostro diario sanremese (siamo di parte, sì). Sei andato bene, Giovanni.
Le Vibrazioni - “Tantissimo”: 6
Una bella schitarrata in apertura, basso Rickenbacker basso sulle ginocchia, bacchette che roteano tra le dita: l'esperienza sui palchi si vede, la potenza c'è, la canzone è costruita per questo il palco, ma la performance vocale di Sarcina è tutt'altro che precisa. Bello il saluto finale a Stefano D'Orazio.
Emma - "Ogni volta è così": 7
Doveva uscire dopo Le Vibrazioni, ma arriva solo dopo Checco Zalone e Laura Pausini, per ridare ritmo ad una scaletta molto meno compatta rispetto a ieri sera. Parte minimale, poi la canzone si apre ed Emma lascia andare la voce. Il ritornello della canzone è un po' già sentito, le strofe sono più sussurrate ma anche più originali per la sua vocalità. Abbraccio finale per la Maestra Francesca Michielin, che riceve dei fiori e, a sua volta, li regala ad un uomo dell'orchestra.
Matteo Romano - "Virale": 7
Eravamo pronti ad impallinarlo: cosa ci fa un ragazzino che arriva da Tik Tok a Sanremo con un brano che per di più si intitola "Virale"? Invece se la cava bene, la canzone ha la firma di Dardust, è movimentata e rende bene sul palco. Pop semplice, ma meno peggio di tante altre cose sentite fin qua.
Iva Zanicchi - "Voglio amarti": 5
Canzone e interpretazione d'altri tempi. Sembra di essere tornati ad un Sanremo di decenni fa, di quelli di cui non sentivamo la mancanza.
Ditonellapiaga e Rettore - "Chimica": 6
Un tormentone fatto e finito, più di Ditonellapiaga (che ha presenza scenica) che di Rettore. Persino troppo tormentone, forse.
Elisa - "O forse sei tu": 9
Elisa ha un altro passo: una canzone scritta e interpretata magistralmente. Sta cambiando approccio e virando verso l'urban, si presenta al Festival con un pezzo tutto sommato classico, ma ricco di dettagli di classe (stupendo l'impasto creato da controcanto del coro). La migliore della serata con Truppi e assieme a Mahmood e Blanco la migliore in generale.
Fabrizio Moro - "Sei tu": 6
Una power ballad nel suo stile, bene interpretata - l'esperienza su quel palco si vede - ma anche un po' già sentita.
Tananai - "Sesso occasionale": 4
Dei tre Sanremo Giovani è il più debole: canzone che non va da nessuna parte, con diverse stonature. Come per gli altri due, essere su questo palco è già un successo, però...
Irama - "Ovunque tu sarai": 6
Merita solo per quello che gli è successo l'anno scorso. Ma la canzone, pur con una interpretazione vocale potente, non convince.
Aka 7even - "Perfetta così": 6
Nel suo genere funziona: pop rock semplice e giovane. Nulla di più e nulla di meno,
Highsnob e Hu - "Abbi cura di te": 7
Il rapper spezzino e l’artista marchigiana mettono in scena un dialogo sofferto sui sentimenti. Giocano con gli sguardi e alla fine si abbracciano. Le sfumature urban si intersecano con il suono più onirico degli archi. Un bell’arrangiamento per un pezzo che potrebbe crescere serata dopo serata.