I molti volti di Giuni Russo
Giuni Russo è una delle interpreti più importanti della musica pop italiana. Nata a Palermo il 7 settembre del 1951 è morta a Milano il 14 settembre 2004 all'età di 53 anni. Cominciò a far parlare di sé appena sedicenne, grazie alla vittoria al Festival di Castrocaro 1967 con la sua cover di "A chi" (brano portato al successo da Fausto Leali nello stesso anno). Nel corso della sua carriera, lunga 35 anni, Giuni Russo riuscì a confezionare diversi successi: "Un'estate al mare", "Alghero" e "Mediterranea" sono i primi titoli che vengono in mente. Ma ad un certo punto, la cantautrice siciliana decise di allontanarsi dalle classifiche e di pubblicare dischi più sperimentali: passò da una hit come "Alghero" alla musica classica e dalla musica classica alla World music, finendo poi nei territori della musica sacra. I dischi del "dopo-Alghero" non riuscirono ad avere lo stesso successo di quelli più pop pubblicati alla metà degli anni '80: quando oggi si pensa a Giuni Russo, la si ricorda (ingiustamente) solamente come la cantante di "Un'estate al mare". Ma il suo repertorio è vasto, vastissimo verrebbe da dire, e contiene delle perle che meritano di essere ascoltate.
Il debutto discografico risale al 1968 con il singolo "No amore" / "Amerai". All'espoca la cantante usava ancora il suo nome anagrafico, Giusy Romeo. Da notare che fra gli autori di "No amore", con cui la cantante partecipò al Festival di Sanremo di quell'anno, dopo aver vinto il Festival di Castrocaro, c'è anche Paolo Conte. Dopo gli esordi, l'artista smise di pubblicare dischi e si dedicò all'attività di corista (anche per Il Balletto di Bronzo e Adriano Celentano).
Al 1975 e al 1976 risalgono altri quattro 45 giri, noti ai più come i dischi del periodo italo-anglosassone (quattro di questi furono incisi in inglese, gli altri in italiano), pubblicati con il nome di Junie Russo, come pure l'album "Love is a woman". tra questi anche "Everything is gonna be alright/Vodka". Sul lato a è presente la cover di "We're doing fine", brano originariamente inciso nel 1965 da Dee Dee Warwick e poi riproposto nel 1967 da P.P. Arnold con il titolo di "Everything is gonna be alright", appunto.
Nel 1976 la cantante chiude il periodo anglo-sassone con il 45 giri "Mai/Che mi succede adesso", che funge quasi da spartiacque tra la prima fase della sua carriera e la seconda fase. "Mai" e "Che mi succede adesso" portano la firma di Cristiano Malgioglio (già autore dei brani del precedente 45 giri, "In trappola/Lui nell'anima"), Lucia Castagna, Giuni Russo, Maria Antonietta Sisini e Pierluigi Galluzzi.
"Soli noi/La chiave", datato 1978, è il primo 45 giri pubblicato a nome Giuni Russo, nome d'arte definitivo. Si rinnova la collaborazione con Cristiano Malgioglio, presente di nuovo in veste di autore.
1982. Il singolo "Una vipera sarò/Tappeto volante" (pubblicato dalla CGD in collaborazione con Ariola), che non uscì mai in Italia e che fu destinato al mercato tedesco, segna l'inizio della collaborazione con Franco Battiato. Il cantautore siciliano, che nel 1982 si godeva il successo incredibile del suo album "La voce del padrone", firma le canzoni insieme alla stessa Giuni Russo e a Maria Antonietta Sisini.
Il grande successo arriva con "Un'estate al mare", testo di Franco Battiato e musica di Giusto Pio, brano dallo stile "marittimo-vacanziero" destinato a diventare il tormentone di parecchie estati italiane (ancora oggi lo si può ascoltare in spiaggia o nelle piscine dei campeggi).
"Mediterranea" (1984), brano che dà il titolo all'omonimo album, è l'ultimo pubblicato da Giuni Russo per la CGD.
1986: con "Alghero" (altro brano dal sapore "marittimo-vacanziero") si apre una nuova fase della carriera di Giuni Russo, che nel frattempo è entrata a far parte del roster della Bubble Record.
Nel 1988 arriva un brusco cambio di rotta: Giuni Russo pubblica "A casa di Ida Rubinstein", album dedicato alla sua passione per la lirica e contenente reinterpretazioni di arie da camera e romanze di autori quali Bellini, Donizetti e Verdi (ti potrei cantare "La Norma" di Bellini con dei fonemi sardi oppure giapponesi", cantava in "Una vipera sarò"). Da questo momento in poi la cantante si addentrerà sempre di più in un repertorio molto cerebrale, quasi fuggendo dal successo pop e dalle hit.
2003. Mentre una brutta malattia le sta togliendo energie da diversi anni, Giuni Russo si presenta in gara al Festival di Sanremo con "Morirò d'amore", canzone struggente che rappresenta un suo testamento artistico e in qualche modo anche spirituale. Il testo, ricco di citazioni di Santa Teresa d'Avila e San Giovanni della Croce, è scritto insieme a Maria Antonietta Sisini e Vania Magelli, gli archi sono scritti dal Maestro Stefano Barzan, il bellissimo arrangiamento è di Franco Battiato e di Roberto Colombo. "Morirò d'amore, morirò per te. Socchiudo gli occhi e le tue mani mi accarezzano. Quelle parole urlate poi dall'eco rimandate che dal cielo cantano... Morirò d'amore, morirò per te".
Nel 2017 esce "Non voglio andare via", inedito contenuto nell'album "Armstrong": nel video c'è l'attrice Maria Grazia Cucinotta.