Quando Raf aprì un concerto dei Clash: 'Ci coprirono di sputi e insulti'

Un singolo nel paragrafo relativo alla sua discografia sulla sua pagina Wikipedia. L'audio di quel 45 giri su YouTube, pubblicato presumibilmente in rete da un fan della primissima ora. E un'intervista di dieci anni fa, nella quale raccontò qualche aneddoto su quella volta che insieme al suo gruppo dell'epoca si ritrovò - all'inizio degli anni '80 - ad aprire un concerto dei Clash. Del passato punk di Raf restano pochissime tracce. Ben prima di diventare un idolo delle ragazzine con singoli come "Self control", "Change your mind", "I don't want to lose you" e "Hard", che intorno alla metà della stessa decade lanciarono la sua carriera, e dell'affermazione con hit quali "Inevitabile follia", "Cosa resterà degli Anni '80", "Ti pretendo", "Oggi un Dio non ho", il cantante pugliese provò a ritagliarsi un posto nella nascente scena punk, new wave e alternative italiana, ispirata da quella britannica.
Fu l'incontro con il futuro fondatore dei Litfiba Ghigo Renzulli, avvenuto a Firenze, capitale della scena, nel 1977, a portare alla nascita dei Cafè Caracas, capitanati proprio da Raf (che all'epoca si faceva chiamare Rip Kirby, omaggio al fumetto di Alex Raymond, particolarmente noto negli Stati Uniti). Oltre al cantante e al chitarrista, della band faceva parte anche il batterista Renzo Franchi, che come Renzulli sarebbe di lì a poco entrato a far parte dei Litfiba (restò nella formazione guidata da Piero Pelù solo per un anno, dal 1983 al 1984). Il nome del trio cominciò presto a circolare tra i seguaci del sottobosco punk italiano, tant'è che nel giro di tre anni i Cafè Caracas si ritrovarono ad essere invitati ad aprire un concerto dei Clash in Italia. Non un concerto qualunque, eh, ma il primo live in assoluto della band simbolo del punk rock britannico, che dopo dischi come "The Clash" e "Give 'em enough rope" pochi mesi prima, nel dicembre del 1979, aveva spedito sugli scaffali dei negozi di musica "London calling", il long-playing che spalancò a Joe Strummer e soci le porte del successo internazionale.
I Clash arrivarono in Italia il primo giugno del 1980 per un concerto ospitato da Bologna, in piazza Maggiore (in Italia ne seguì una seconda a Torino due giorni più tardi, il 3 giugno): una delle ultime tappe del "16 tons tour Europe", che era partito a gennaio dal Regno Unito e aveva portato il gruppo ad esibirsi in giro per l'Europa per far ascoltare dal vivo i brani di "London calling". All'evento gratuito, organizzato dal comune di Bologna e dall'allora Partito Comunista Italiano, parteciparono circa 30mila persone. Ai Cafè Caracas di Raf - che erano spinti dalla Italian Records, etichetta indipendente bolognese che si ispirava esplicitamente alla londinese Rough Trade, punto di riferimento della scena indie rock britannica - spettò un compito difficilissimo: intrattenere la folla in attesa dell'inizio del concerto dei Clash. Le cose, però, non andarono secondo i piani e l'esibizione del trio fu una catastrofe. Fu lo stesso Raf a ricordare l'episodio in un'intervista concessa trent'anni più tardi all'edizione locale del Corriere della Sera: "Fu massacrante. L'Italian Records ci trovò quest'opportunità, ma quando salimmo sul palco c'erano i tecnici dei Clash che si divertivano a spegnerci e accenderci le spie sul palco. Inoltre ci scontrammo con migliaia di fan dei Crass, un gruppo punk inglese in aperta diatriba con i Clash". E ancora: "Ci coprirono di sputi e insulti, per poi pogare appena i Clash iniziarono il concerto con 'London Calling'. Insomma la contestazione ai Clash toccò solo i Cafè Caracas".
La storia dei Cafè Caracas si sarebbe interrotta pochi mesi dopo quella serata. Ghigo Renzulli lasciò presto la band: nell'autunno del 1980 fondò insieme a Piero Pelù, Antonio Aiazzi, Gianni Maroccolo e Francesco Calamai i Liftiba, che gli avrebbero regalato ben altre soddisfazioni. Venne sostituito da Serse Maj, insieme al quale Raf (che oggi festeggia il compleanno essendo nato il 29 settembre 1959) e Renzo Franchi avrebbero inciso l'unico singolo pubblicato dai Cafè Caracas, "Tintarella di luna/ Say it's all right joy".
Setlist del concerto dei Clash del primo giugno:
Clash City Rockers
Brand New Cadillac
Safe European Home
Jimmy Jazz
London Calling
The Guns of Brixton
Train in Vain
Spanish Bombs
(White Man) In Hammersmith Palais
Jail Guitar Doors
Somebody Got Murdered
Koka Kola
I Fought the Law
48 Hours
Protex Blue
Police and Thieves
Bankrobber
Clampdown
Stay Free
English Civil War
I'm So Bored With the U.S.A.
Complete Control
Armigedeon Time
Tommy Gun
Garageland
Janie Jones
London's Burning
Capital Radio
White Riot