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Sono passati quasi tre anni dal suo primo album solista, e per sua stessa ammissione "sono successe molte cose, forse troppe...". Presenza vitale degli OTR, La Pina come solista vive anche la croce/delizia di essere bene o male l’unica rappresentante italiana dell’hip hop con le tette, almeno a livello overground. E del resto molto femminili sono anche i suoi due album, di cui l’ultimo, "Piovono angeli", appena uscito. Un titolo impegnativo, ispirato a quanti tra le persone di sue conoscenza si sono trovati (o hanno scelto di trovarsi) a tu per tu con la droga. Rockol ne ha parlato con La Pina in una lunga e informale chiacchierata...

Anzitutto, la prima cosa che si nota in questo disco è un atteggiamento di maggiore apertura nei testi, che non sono autoreferenziali e basta come spesso succede nell’hip hop. Hai trovato il modo per parlare di una serie di argomenti in modo molto concreto....

Anzitutto ci tengo a dire che quelli che definisci ‘autoreferenziali’, e che cioè passano il tempo a parlare di MC scarsi e a me piacciono un casino. Credo che sia proprio una questione di ‘ignoranza’, di ottusità di cui io vado fiera. Da un altro punto di vista io sono proprio l’ultima che riuscirebbe a scrivere cose tipo "io sono meglio di te", perché sono una che non si piace...non è nella mia indole. Mi capita di pensare di essere meglio di altre persone, ma non ci tengo a manifestare questa mia convinzione, anche perché di solito sono persone con cui cerco proprio di non relazionarmi! Credo che gli argomenti trattati dal disco traggano spunto dal fatto che sto crescendo....ho compiuto 28 anni pochi giorni fa e penso sia naturale iniziare ad avere desideri come fare dei figli. Stiamo iniziando a "risolverci" come persone, mentre i rapper di vent’anni hanno un’altra prospettiva....

Niente da dire, ma non credi che a volte l’autocitazione diventi un po’ un limite, se poi vuoi comunicare con chi è ‘fuori’ - per così dire - dalla scena hip hop?

Mah, io credo di avere fatto un disco per la mia gente, soltanto non credo che la mia gente sia diversa da come potrebbe essere ‘fuori’. Di base ho fatto un disco per me, egoista. Ho pensato a cosa avrei voluto sentire io alla radio, e l’ho fatto così proprio perché secondo me l’hip hop è in primo luogo condivisione. Mi mancavano una serie di brani per condividere una serie di cose, per poter ascoltare il disco con mia sorella e goderne con mia sorella, piuttosto che soltanto con gli OTR. Quindi ho fatto un disco in quel modo lì; dopo di ché, avendo sempre avuto un casino la passione per i cantati ed essendo io la più grande fan di Giuliano del pianeta (Giuliano Palma dei Casino Royale, ndr), ho coinvolto lui e Patrick (anche lui nei CR, ndr) nel disco, insieme a Tosca. E’ stato bello perché abbiamo lavorato ai pezzi in un modo diverso da come normalmente si fa di solito: funziona che uno ti dà la base, tu ci scrivi le rime e dopo si registra, ed è un modo molto fresco. "Niente per niente", ad esempio, è nata così, in una sera. C’è poi un modo più raffinato di scrivere, soprattutto quando devi affrontare dei cantati, e quindi ci sono dei pezzi su cui abbiamo lavorato molto. Sarei contenta di continuare a lavorare in entrambi i modi, perché mi offrono delle possibilità diverse. Peraltro ho già qualche idea per il disco nuovo....

Addirittura?!?

Sì, perché quando poi sei soddisfatto ti rimane in circolo, acceso, il meccanismo della creatività. Dopo tre anni mi si era spento, per cui ho dovuto fare una grande fatica per ripartire, e diverse volte sono stata sul punto di buttare via tutto....

Be’, questo sembra un disco orgoglioso....

Sì lo è, e anche riascoltarlo adesso è bellissimo. Però ti garantisco che per farmi mettere al lavoro c’è voluta tutta la pazienza di Esa e Polare (OTR) e di Marco Conforti (manager), perché per troppo tempo avevo pensato che non ce l’avrei mai fatta, che ero troppo scarsa....

C’è una distanza minore che separa adesso il prodotto hip hop da quello pop da classifica e il tuo stesso disco, insieme a quello di Neffa, sembra un tentativo di eliminare steccati proprio grazie alla musica: quale dei due generi è venuto più incontro all’altro?

Credo che dipenda da una serie di cose: all’inizio proponevamo un suono che non si era mai sentito, mentre adesso inizia ad essere in qualche modo conosciuto e assimilato, per cui le radio lo passano di più ed è più presente a livello ‘nazionale’. Inoltre, la presenza dell’hip hop è proprio cresciuta, visto che all’ultimo Hip Hop Village c’erano 12mila persone e quindi non è più possibile trascurare questo aspetto delle cose. Le radio e i media iniziano per forza di cose a dare spazio a questo suono. Dall’altra parte c’è da dire che ci siamo tutti un po’ addomesticati sappiamo cos’è una casa discografica, cos’è uno speaker, sappiamo cosa significa avere un airplay.... Tra i due mondi mi sembra che si sia avvicinato di più l’orecchio della gente alla musica, piuttosto che il contrario. Anche perché alla fine l’hip hop ha una vita sua e se ne frega abbastanza della cosiddetta ‘scena nazionale’.

Mi sembra che l’hip hop italiano si sia evoluto seguendo la direttrice di ciò che arrivava da oltreoceano...per cui dirigendosi verso un suono più morbido...

No, io credo invece che l’hip hop italiano ed europeo siano molto più vicini alle origini americane di quanto lo sia adesso lo stesso hip hop fatto là, e questo me lo confermano anche gli americani che vengono qua: gli brillano gli occhi quando vedono il breaker che balla, il DJ che mette i pezzi...in America è finito tutto, perché sono subentrati i soldi e la gente si ammazza...hanno trovato il modo per tenere nuovamente le persone separate all’interno di una stessa comunità. Noi siamo molto vicini alle origine, allo stato puro dell’hip hop, che nasce dalla voglia di festeggiare, di spostarsi anche in giro per l’Europa, nord sud est ovest, si gira e ci si riconosce...

La scena musicale italiana sembra quasi asessuata: perché si parla così poco di sesso da fare sembrare alcune tue canzoni quasi ‘spinte’?

E’ vero, mi ci fai riflettere adesso...è incredibile quanto poco se ne parli! Forse per me dipende dal fatto che vengo da influenze musicali che sono quelle relative al soul, al R&B, per cui da una musica nella quale il sesso è un argomento centrale. Per il resto, credo che in Italia sull’argomento ci sia ancora il panico, per l’AIDS e per altri problemi. Abbiamo ancora difficoltà a dire ‘preservativo’, la Chiesa fa il suo per non vedere. Poi dal punto di vista musicale ti assicuro che ascolto molti gruppi come i Pornorockers di Roma o altri - molto underground, a dire il vero - che parlano spesso di musica. Certo poi c’è Nek, persona deliziosa, che fa un pezzo contro l’aborto: e allora capisci che in Italia la cultura è quella lì.

Hai scritto una canzone ("Rocco") immaginandoti di avere un bambino: ti sarebbe piaciuto riceverne una così da piccola?

Be’, non so se l’avrei capita...in ogni caso questa è una canzone nata da ciò che mi sono sentita dire, e non da quello che avrei voluto mi dicessero i miei. Però ho generato dei pianti in molte persone che mi hanno detto: "Hai scritto proprio le cose che avrei voluto sentirmi dire io"... Io sono molto materna, a volte anche nei confronti delle cose, tipo ‘gravidanza isterica’, oppure mi prendo cura di Esa e Polare in modo asfissiante, così come dei miei genitori. Ho scritto la canzone perché la mia amica Geraldina ha avuto Matilde e io non riuscivo a credere che l’avesse fatta lei! Siamo cresciute insieme, e quindi la sento un po’ come se fosse mia figlia; siamo andate a vedere le ecografie insieme, per cui sono cose che ti fanno impressione. Poi penso che parlare ai bambini - scrivergli una canzone - sia un po’ come parlare a se stessi, iniziare a mettersi in guardia su certe cose, certi argomenti.

Ma saresti pronta a farlo adesso, un bambino?

Be’, per il momento ci penso....

E lui (Esa), avrebbe voglia?

Lui sì, ma sono io che per ora non ho voglia di farlo con lui...! Scherzo...è che non credo di essere ancora pronta, sento che devo fare delle cose prima, per poi poter dire: "Ok, io sono arrivata fin qui, adesso tocca a te...". Poi, certo, le esperienze non sono trasferibili, per cui immagino che dovrà ‘scottarsi’ da solo con il fuoco, anche se io proverò a metterlo in guardia...comunque sono una grande fan delle mamme, Santa Anna è la mia santa...

In "Piovono angeli", canzone che parla di droga e di morte, hai una posizione abbastanza perentoria, di condanna. Non hai paura che possa sembrare superficiale?

E’ la sopravvivenza, che ti spinge a prendere certe posizioni. Il callo agli amici morti non potrai farlo mai. Io ho sempre pensato che se tu vuoi stare lontano dal male, ti basta starne lontano. Io ho sempre visto questa dell’eroina come una cosa pericolosa e ho sempre cercato di starne lontana. Cazzo, è entrata nella mia vita come un tornado, mi ha decimato gli amici: io avevo almeno 20 persone cui volevo veramente bene, che sono morte di questa cosa qua. 20 sono tante...e poi non è che dici: "Sai, è morto...", no, c’è di mezzo tutto il travaglio di una persona che si fa...Io posso concepire che non ce la fai, però allora prenditi le tue responsabilità di non farcela....e invece no, io ho subito violenza da queste persone, alle quali volevo bene come a dei fratelli e che invece vedevo completamente in balìa di un’altra cosa tanto da non essere più loro. Arrivare a fare le cose più viscide e poi finire come si finisce... Il discorso è questo: a 15/16 anni può capitare, perché non è un discorso di estrazione sociale, di città dove vivi...quella è la sorte, c’è un periodo nella vita in cui sei un cretino e sei esposto a tutto. Ma se cominci a farti le pere a 25 anni per me sei uno stronzo: piuttosto buttati dalla finestra. Stai ammazzando tutte le persone che hai intorno, non solo te stesso.

C’è qualcuno tra i tuoi amici che è riuscito a tornare indietro da quell’esperienza?

Sì, ce ne sono alcuni che ci erano finiti in quel periodo adolescenziale di cui ti parlavo, e che ce l’hanno fatta. Potessero tornare indietro, non lo rifarebbero, e comunque tutte le volte che ti viene l’istinto di fermarti per dargli una mano loro ti tirano giù, perché a quel punto hai l’interesse a tirare dentro la gente a fare la cazzata, per cui a me non mi resta altro che contarvi. Davvero, è una questione di sopravvivenza, io su questo argomento sono molto intollerante anche se è molto difficile valutarla nel suo insieme, caso per caso.

E’ un atteggiamento non ipocrita, anche se rischia di passare per impopolare....

E’ facile dire "siamo contro l’eroina". Io non sono contro l’eroina, io sono contro di te, stronzo, che mi hai lasciato da sola: dovevamo andare insieme, crescere insieme, dovevamo portare i bambini al parco...io mi giro e tu non ci sei più...mi hai tradito. Io poi sono fatta così, ho questo senso del gruppo molto forte, come quando John Belushi in "Animalhouse" fa il discorso a quelli del gruppo Delta e poi si lancia fuori dalla casa gridando "Andiamooooo!!!"... Insomma, dopo venti volte che mi ritrovo nella stessa situazione, non so più cosa fare...io vi conto. Soprattutto poi quelli che dopo aver visto gli altri schiattare all’improvviso, di punto in bianco, iniziano anche loro. Anch’io sono stata male, sono stata in analisi per cinque anni, ero pazza furiosa, ho avuto un esaurimento nervoso terribile. Eppure non me le sono fatte le pere e sono la più debole del mondo. C’è gente che lavora in fabbrica otto ore al giorno tutti i giorni, tu chi cazzo sei per farti le pere? Chi cazzo sei te per dare un dolore così ai tuoi genitori e ai tuoi amici...

E secondo te loro chi cazzo erano? Perché prendevano quella strada?

Per il nulla. E’ la paura del nulla, l’assenza di angeli e demoni, è nessuno che ti viene a prendere, quel vuoto a spinta pazzesco che ti può venire quando non hai una religione, una passione da vivere, un sogno da realizzare e quando hai l’angoscia del niente. Per questo sembra facile per me dire "stronzi", ma io lo so perché sono stronzi...anche a me mi avrebbe aiutato farmi le pere, invece di passarmi le giornate che mi sono passata, in acido duro senza essermi calata niente. Mi rendo conto di essere dura in quel pezzo lì, però ragazzi è dura anche starvi a vedere mentre vi massacrate così. E’ durissima: allora dura per dura io vado per la mia strada e voi per la vostra. Io ogni volta che vado in Porta Ticinese (zona di Milano vicina alla ormai celebre piazza Vetra, tenuta sotto controllo dalla polizia per la presenza di spacciatori) ricevo il bollettino dei morti: io mi sono rotta le palle. Perché devi infangare la mia vita? Se non altro, guarda, l’hip hop da questo punto di vista è veramente la spiaggia del paradiso, perché questa roba non è proprio concepita. Comunque chi inizia a farsi a 25 anni è uno snob, è uno che pensa di essere Dio e che quindi lui non ci rimane fregato.

Tornando al disco, ci sono molti ospiti, anche di diverse nazionalità....

Sì, e pensare che non dovevano esserci guest! Poi il bello è che sono tutti amici, perché comunque io lavoro così, mi circondo di chi mi piace e alla fine e mi sembra di avere il meglio intorno. Sono molto contenta del brano fatto con le ragazze ("Niente per niente"), perché questa storia dell’essere io l’unica ragazza che rappa in Italia è diventata quasi un’ossessione. E’ un disco molto personale, comunque, e non a caso molte delle mie amiche mi hanno quasi sgridato, perché lo ritengono addirittura troppo intimo. Ma non sono mai i testi a preoccuparmi, quelli li ho scritti e li difendo a spada tratta. Sono proprio io come persona la mia perplessità....

Ma sei davvero così insicura?

Io? Io tutte le sere vado a letto e dico, "come farò domani a fare tutto? Le interviste, il disco, tutto....!", scappo tutte le volte che posso. Lo so che sono tutte cazzate, ma poi è più forte di me...! Se faccio le cose ci riesco, ma non mi tranquillizzo mai. Meno male che sono fidanzata con uno che tutte le mattine, quando si guarda allo specchio, si piace da Dio. Stima cieca per lui! Forse un giorno ci riuscirò anch’io!

Altre interviste

99 Posse - (08/07/1998)

Tanita Tikaram - (30/06/1998)

Ben Harper - Harper (23/06/1998)

Garbage - (17/06/1998)

Delta V - Delta V (09/06/1998)

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