Sei stanco?
Abbastanza. Ho appena finito un breve tour in Europa. Sono qui da questa mattina in questo hotel di Londra a fare interviste telefoniche con dei perfetti sconosciuti. Ho davanti a me il programma delle interviste e, aspetta un momento che conto. Okay, una, due, tre, quattro, cinque…..mmmh. Okay. Dopo di te ci sono ancora ben otto interviste. Capisci che vorrei fare presto…..
Se la mettiamo così…Parto subito con la prima domanda…..So che hai rivoluzionato la tua carriera musicale. Dopo anni insieme alla tua band hai disfato tutto e ti sei messo con questo gruppo, Mother Superior. Cosa ci dici di questa band?
Mother Superior è una band di Los Angeles. Sono miei amici di lunga data. Con loro avevo già lavorato in precedenza. Per loro ho prodotto due album. Ho iniziato a conoscerli anche dal punto di vista professionale. Mi ha impressionato molto la loro carica, la loro forza di rock’n’roll band. Così, mentre eravamo in studio, per divertimento, ci siamo messi a suonare qualcosa insieme. Poi io ho chiesto loro se mi scrivevano qualche pezzo. Era circa la primavera del 1998. Poi ci siamo un po’ persi di vista. Ma all’inizio di quest’anno ci siamo ritrovati e abbiamo scritto ancora qualche canzone insieme. A questo punto, visto che l’alchimia tra me e loro funzionava, abbiamo deciso di fare sul serio. Abbiamo organizzato due session di registrazioni, in due periodi diversi ma non distanti tra loro. In queste due session abbiamo inciso ben 24 canzoni. Capisci….24 canzoni in un periodo di tempo molto breve in cui ci siamo dati una sola regola: farci guidare dall’entusiasmo. E’ per questo che il nuovo album è molto diretto. Puro e semplice hard rock. E, sai cosa…..Era proprio quello che stavo cercando di fare. Puro e semplice hard rock….
E’ proprio quello che si percepisce ascoltando il disco….. Sembra di avere davanti a sé una garage band che vuole fare rock’n’roll senza tanti fronzoli……
Era proprio questo che volevo fare. Credo di esserci riuscito, anche perché questa volta è stato completamente diverso. Si è andati dritti alla meta. Spesso, soprattutto quando è tanto che lavori con la musica, te ne stai in studio a sovrapporre sempre nuove cose. Te ne stai lì a rimuginare sugli arrangiamenti e non ti accorgi che stai uccidendo la musica, che stai soffocando l’istinto. Questa volta, fortunatamente, non è stato così. Credo anzi che la particolarità di questo disco stia proprio nella mia voglia di stare con la band, nel desiderio di far uscire, attraverso il disco, la magia di quattro ragazzi che se ne stanno in uno studio di registrazione a suonare rock’n’roll.
Insomma, con Mother Superior hai subito raggiunto una buona alchimia. Ma che ne è stato della vecchia Rollins Band?
Oh, stanno ancora lavorando. Chris (Hasket, chitarrista, n.d.r) ha suonato nell’ultimo disco di David Bowie. Melvin (Gibbs, bassista, n.d.r) sta registrando un disco con Arto Lindsay. Insomma, il fatto di essersi trovati fuori dalla Rollins Band non è stato un grosso problema. Anche senza di me hanno trovato la loro strada. Il problema è che nel 1997, quando abbiamo finito il tour, ho iniziato a pensare a noi. Ho capito che quello che c’era da dire lo avevamo già detto. Non c’era nient’altro da fare insieme.
E’ la prima volta che ti sei autoprodotto. Come ti sei trovato?
Molto bene. La differenza sta tutta nel tempo. Con un produttore perdi tempo a spiegargli cosa vuoi e ti rimane poco tempo a disposizione per parlare con la band. Facendo io stesso il produttore ho tagliato fuori una persona. Il processo di realizzazione del disco si è snellito e sono stato molto più a contatto con il gruppo. Che era poi quello che sentivo di dover fare per questo disco.
Hai partecipato a diversi film. “Heat” con Al Pacino e Robert De Niro, “Johnny Mnemonic” con Keanu Reeves e Ice T per citare i più famosi. Quanto ti hanno influenzato queste esperienze cinematografiche nel gestire la tua carriera discografica e nel fare musica?
Se devo essere onesto, fare film, non ha inciso assolutamente sul modo di pensare alla musica. Reputo i film e il cinema come una cosa molto divertente. Anche quest’estate, quando avrò finito il tour con la band, mi prenderò sicuramente un po’ di tempo, me ne starò a LA a leggere sceneggiature e vedrò quale scegliere. Penso che prima di Settembre sarò senz’altro al lavoro su qualche set. E di una cosa sono sicuro: mi divertirò, come ho sempre fatto quando ho fatto gli altri film. se comunque devo pensare a quanto può avermi influenzato il cinema, potrei dire che l’unico aiuto che mi ha dato il cinema sia stato quello di saper stare meglio sul palco, quando sono in tour a fare concerti. Mi ha dato maggior consapevolezza del mio corpo, della mia presenza scenica.
Quindi ora capisci ancora meglio cosa vuol dire “part animal, part machine”, quello slogan che avevi usato sulle t-shirt della Rollins Band che spesso si vedeva sulle magliette ai tuoi concerti.
Assolutamente.
Ce lo vuoi spiegare quello slogan?
E’ semplice. Ognuno di noi è in parte una macchina, in parte un animale. Se pensi che il nostro corpo è governato da una serie infinita di impulsi elettrici puoi capire quanto assomigli a una macchina. Certo, l’aspetto animale è quello principale, anche se purtroppo anche i nostri istinti animali, il mangiare, il bere, il dormire, spesso diventano gesti meccanici, senza senso.
In una tua biografia ho letto che ti ha influenzato moltissimo la collezione di dischi che ti ha lasciato tua madre. Presumo che ora sia diventata immensa……
Certamente. Ora possiedo circa 9000 dischi.
Cd o vinile?
Vinile. Non c’è paragone con il CD. E poi è anche una questione di meccanica dei gesti. Quando ascolto musica, ovvero nei pochi momenti in cui sono libero, in cui il cellulare non suona, l’unica cosa che riesco a fare è accendere il giradischi e ascoltare un disco in vinile. Il suono è così diverso, così caldo. E poi è bellissimo doversi alzare, girare il disco e ascoltare la seconda parte. Il vinile poi, a differenza del CD, quasi ti obbliga ad ascoltare il disco nella sua interezza.
Il tuo nuovo disco uscirà anche in vinile?
Non penso. Non avrebbe senso. Oggi ormai tutti, me compreso, registrano con macchine digitali. Che senso ha riversare una fonte digitale su una analogica? Se la fonte è digitale non serve a nulla. Bisognerebbe registrare con macchine analogiche. Ma sarebbe molto difficile trovarle. Questo comunque non vuol dire che il mio disco perda le caratteristiche di cui ti ho parlato prima. Almeno spero.
Okay. Ultima domanda. Dimmi cinque dischi nella storia del rock a cui avresti voluto prendere parte.
(senza alcuna esitazione, n.d.r.) “Master of reality” di Black Sabbath, “Jawbreak” dei Thin Lizzy, “Funhouse” degli Stooges, “White light, wild heat” dei Velvet Underground, “Double live gonzo” di Ted Nugent.