Paolo Giovanazzi - PAOLO CONTE – IL MAESTRO È NELL'ANIMA - la recensione

Un giorno mi telefona Paolo Giovanazzi e mi fa: “Senti, posso intervistarti su Paolo Conte?”.
Viene fuori che a Giovanazzi – vecchio sodale (e dico “vecchio” in tono affettuoso, ché Giovanazzi vecchio non è, non come me) e già collaboratore di Rockol – è stato chiesto, anzi commissionato, di scrivere in tre settimane un libro su Paolo Conte, e che ha molto bisogno di materiale. Ci vediamo, gli dico quelle quattro o cinque cose che so di Paolo Conte, e si chiacchiera un po' di come sarebbe invece bello poter scrivere un libro “davvero”: cioè raccogliendo informazioni, dedicando il tempo necessario a intervistare le persone che hanno qualcosa da raccontare e, soprattutto, cercando le persone che altri non hanno mai cercato e intervistato sullo stesso argomento. Com'è, come non è, viene fuori una lista di nomi e cognomi, o solo di cognomi, o nemmeno di quelli (“bisognerebbe trovare quel tizio che nel 1967...”), e ci diciamo, Giovanazzi ed io: vabbé che c'è poco tempo, ma qualcuno di questi almeno cerchiamolo.
Insomma, ci siamo messi a cercare e a trovare, e ognuno di quelli che trovavamo ci faceva venire in mente qualcun altro da cercare. E Giovanazzi li sentiva tutti, metodicamente, mentre i giorni passavano e la scadenza incombeva.
Non so se poi Giovanazzi sia riuscito a strappare una proroga della consegna all'editore, o se l'editore si sia reso conto (difficile, ma chi può dirlo?) che Giovanazzi stava scrivendo un libro su Paolo Conte bello fitto di informazioni prima inedite, cioè mai scritte e mai stampate, e quindi gli abbia permesso di lavorare qualche giorno in più. Sta di fatto che il libro che ne è risultato è indubitabilmente il più completo e più informato che si potesse scrivere senza fare ricorso alla fonte principale – il protagonista del libro, notoriamente assai restìo a che si scriva di lui.
Se facessi qualche esempio ruberei il gusto e la sorpresa al lettore, quindi non lo farò. Ma fidatevi: io credevo di sapere quasi tutto su Conte, eppure leggendo questo libro ho appreso parecchie cose interessanti che non sapevo ancora.
Aggiungete poi che il libro è scritto in quella bella scrittura di chi sa scrivere bene con naturalezza, e non vuole dimostrare di saper scrivere bene (questo è un pregio anche del Giovanazzi giornalista, e non è una dote condivisa con troppi colleghi, anzi...); e che è costruito con intelligenza, alternando ricostruzioni storico-cronologiche a interviste sapide e ben condotte (una su tutte, quella a Roberto Coggiola, che parla sì di Conte ma en passant dice anche, sul Club Tenco del cui direttivo ha fatto parte per decenni, alcune verità incontestabili – sembrano critiche, ma sono autocritiche, il che a Coggiola fa onore).
Adesso smettetela di leggere qui e, se vi interessa Paolo Conte, andate a comprare questo libro. E cominciate a sperare che venda bene, perché così Giovanazzi potrà cominciare a lavorare a una riedizione ampliata. C'è ancora Renzo Zenobi da chiamare, per esempio...
(Franco Zanetti)