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«WE WILL ROCK YOU. 709 CANZONI COME NON LE AVETE MAI SENTITE - Massimo Cotto» la recensione di Rockol

Massimo Cotto - WE WILL ROCK YOU. 709 CANZONI COME NON LE AVETE MAI SENTITE - la recensione

Recensione del 08 gen 2010

(BUR Rizzoli, 695 euro 15)

La recensione

Se permettete una botta di autoreferenzialità, vi racconto un fatterello. A gennaio del 2008, mentre stavo lavorando al mio libro “Avant Pop”, proposi alla Rizzoli di cominciare a progettare un volume nel quale si raccontassero estesamente e dettagliatamente la storia e le storie di cento canzoni “fondamentali”. Niente di originalissimo, intendiamoci: solo un ampliamento del concept di “Rock, pop jazz & altro”, il libro curato nel 2004 da Nick Hornby; anzi, per meglio dire, l’ampliamento del concetto di uno degli articoli raccolti in quel libro,quello che racconta la storia meravigliosa di una canzone, “The lion sleeps tonight”. Dalla Rizzoli mi risposero che l’idea non interessava, grazie. Evidentemente poi hanno cambiato parere, perché - oh, sorpresa! - ecco che escono contemporaneamente, entrambi per Rizzoli, due libri che sviluppano né più né meno quella mia proposta. Anzi, un po’ più (nel numero delle canzoni trattate: mille, come dice il titolo, nel libro curato da Ezio Guaitamacchi, 709 in quello scritto da Massimo Cotto) e un po’ meno: nel senso che ad ogni canzone, nell’uno e nell’altro libro, sono dedicate delle schede, a volte delle schedine, fra l’informativo, lo storico e l’aneddotico, che ovviamente non hanno pretese di esaustività. E, proprio per questa mancanza di pretese, non si capisce bene a chi possano servire. Oltretutto, tutti pescano a piene mani da www.songfacts.com. Vedere, ad esempio, la scheda di “Losing my religion” dei R.E.M.: la voce relativa di www.songfacts.com inizia “The title is a Southern expression meaning ‘At my wit's end," as if things were going so bad you could lose your faith in God’. Nel libro di Guaitamacchi: “E’ una tipica espressione in voga negli stati del Sud che significa ‘perdere il controllo di sé’; poco o niente a vedere con la fede”. Nel libro di Cotto: “E’ un’espressione del Sud degli Stati Uniti, che significa ‘perdere la testa’. Niente a che vedere con la religione”. Dite che è un caso? Andate alla voce “Smells like teen spirit”. www.songfacts.com: “after a night of drinking and spraying graffiti around the Seattle area”. Il Guaitamacchi: “Dopo una notte passata in giro per Seattle ad imbrattare i muri con le bombolette spray”; il Cotto: “dopo una notte passata a bere e disegnare graffiti per le strade di Seattle”. Sì, lo so, è normale, tutti peschiamo da altre fonti. Quel che non è normale, mi pare - ma certo mi fa velo l’irritazione - è che lo stesso editore pubblichi contemporaneamente due libri così sovrapponibili. Poi ci sono delle differenze, come no - a parte il prezzo. Il libro curato da Guaitamacchi (e scritto da Antonio Puglia, Massimiliano Spada, Barbara Volpi, Vanna Lovato, Roberta Maiorano supervisionati da Claudio Todesco e Paolo Vites) è organizzato per decenni, graficamente più curato, ogni voce è corredata da un’immagine del disco alla quale si riferisce, e ci sono parecchie canzoni italiane, circa 200. Il libro scritto da Cotto (che da parecchio cura su Radio Capital una rubrica pluriquotidiana in cui racconta “in pillole” le storie delle canzoni) è organizzato in ordine alfabetico, ogni scheda è corredata da una schedina storico-biografica dell’artista, e di canzoni italiane ce ne sono 20 su 709 - di queste 20, 15 sono di Fabrizio De André, una di Francesco De Gregori, una di Franco Battiato, due di Domenico Modugno e una è un brano di Ennio Morricone. Se voleste comprarne uno, di questi due libri, il criterio che vi suggerisco è semplice: comprate quello di Cotto se ne sapete già abbastanza di storia della musica, e volete semplicemente leggere qualcosa di divertente e brillante, ben scritto, senza velleità storiografiche; comprate quello di Guaitamacchi se volete fare un regalo a qualcuno che di storia della musica ne sa poco, e vuole impratichirsi.

(fz)

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