Mi chiamano Enrico Maria, ma il mio nome è...

E' diventato famoso con "Tema", nell'ormai lontano 1966 (ricordate? "...conclude Enrico Maria Papes!"), per il vocione da basso - o sarà baritono?. E appena superati gli ottant'anni di vita gli è venuta voglia di raccontarsi in un libro, realizzato con l'amichevole collaborazione di Brunetto Salvarani e Edoardo Semellini. Un libro curioso, che è diviso in due, e ha due copertine, e si legge per due versi: da un verso c'è la biografia professionale, firmata Enrico Maria Papes, dall'altro verso la biografia personale, firmata Sergio Papes (Sergio è il suo nome all'anagrafe, non utilizzato nel gruppo perché nei Giganti c'era un altro Sergio, Di Martino). 

Comunque lo si giri, il libro è interessante e piacevole; la rievocazione degli esordi (con Guidone, Clem Sacco, Ghigo Agosti) è fitta di aneddoti, la ricostruzione dell'itinerario artistico dei Giganti sincera e senza peli sulla lingua, né nel bene né nel male. Le pagine a nome Sergio sono leggibili con altrettanto piacere, perché ne esce il ritratto di un uomo che ha attraversato la vita con le proprie convinzioni, alle quali è rimasto fedele pur nella necessità, a volte, di accettare qualche compromesso e qualche sconfitta.