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«LA BALLATA DI NINA SIMONE - Francesca Genti» la recensione di Rockol

Nina Simone, una biografia in versi

Un tentativo coraggioso, ma (secondo noi) poco riuscito

Recensione del 31 mar 2022 a cura di Franco Zanetti

HarperCollins, 224 pagine, 16 euro

Voto 6/10

La recensione

Metto subito le mani avanti e mi autoaccuso: tutto quello che so di poesia, ed è poco, non riguarda la poesia contemporanea. I programmi scolastici, quando ho fatto io il liceo classico, si fermavano a Quasimodo e Ungaretti. Ma, al tempo stesso, non ho niente contro la poesia contemporanea, anzi provo per essa una certa curiosità, e quindi ho preso in mano con attitudine curiosa e benevola questo libro che racconta in versi le vicende biografiche della grande cantante soul-jazz.

Ne è autrice Francesca Genti, che il risguardo di copertina definisce "una delle migliori poetesse italiane degli ultimi trent'anni", e che Silvia Rosa - su poesiadelnostrotempo.it - accredita di "una penna pungente, curiosa e divertente".

Il libro è strutturato per capitoli, ognuno dei quali è dedicato a un episodio della vita di Nina Simone, e lo racconta con il modo del cantastorie ("ricorda le antiche ballate medievali", dice sempre il risguardo, o per essere meno lontani nel tempo ricorda quelli che nelle piazze, aiutandosi con cartelli disegnati, cantavano in forma di ballate storie edificanti od orrorifiche).

Insomma, ho letto il libro. E non mi è piaciuto (o, se preferite, non l'ho capito). Mi è parso un tentativo apprezzabile, ma quasi sempre poco riuscito. Voglio dire: va bene la poesia, ma per scrivere oggi la cronaca di fatti accaduti fra il 1933 e il 2003 - l'arco della vita dell'artista Nina Simone - forse bisognerebbe impiegare frasi meno artificiose ("per il tuo popolo diventa un'apripista / diventa la prima donna nera pianista"), termini meno desueti ("nequizia", "brama", "landa", "misfatto", "fugaci"...) e, se poesia dev'essere e se dev'essere considerata frutto di "un uso sapiente del metro e della rima", come scrive ancora il risguardo, il metro dev'essere impeccabile e fluido, non ricorrere frequentemente all'inversione come i testi delle canzoni italiane degli anni Cinquanta e Sessanta ("del marito schiava", "di menzogne mi frastorna"), la rima (o almeno l'assonanza) vanno ricercate tenacemente e le sillabe vanno puntigliosamente contate.

In altre parole: se racconti la vita di Nina Simone in versi, il risultato dev'essere più alto, più convincente, più emozionante di quanto lo sarebbe se l'avessi raccontata in prosa (e magari non ci devono essere errori di grammatica: "un esemplare Mami nera" senza apostrofo). 

Il risultato, secondo me, qui non è stato raggiunto. Ma, ripeto, forse sono io che non sono in grado di stabilirlo.

Franco Zanetti

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