Biffy Clyro - OPPOSITES - la recensione

Inizialmente dovevano essere due album distinti da dieci pezzi l’uno: il primo si sarebbe intitolato “The land at the end of our toes”, mentre il secondo “The sand at the core of our bones”. Questi i piani per la pubblicazione del sesto lavoro in studio targato Biffy Clyro. Oggi il disco è solamente uno, si chiama “Opposites” ed è, ovviamente, un doppio; venti i pezzi dell’edizione integrale, affiancata da un’edizione ridotta (per i meno audaci) che ne conta solamente quattordici. “Opposites” arriva a quattro anni di distanza dal suo fortunatissimo predecessore, “Only revolutions”, un disco in grado di catapultare la band scozzese fuori dai confini natii grazie ad una manciata di singoli azzeccati ed a performance live particolarmente apprezzate in parecchi festival estivi del vecchio continente.
I Biffy Clyro, consci del grande successo e della popolarità ormai raggiunta, sono tornati quindi con l’intento di fare le cose in grande. Confermato il produttore dei due episodi precedenti (Garth "GGGarth" Richardson), probabilmente per dare continuità ad una formula vincente, il trio ha reclutato Ben Bridwell, voce dei Band Of Horses, come guest vocalist: “Opposites” è un disco che, nonostante la mole non indifferente, riesce a mantenersi compatto e scorrere piacevolmente, alternando pezzi dal tiro più radiofonico (vedi l’ottimo singolo “Black chandelier”) ad altri caratterizzati da un rock più pesante e tirato. Un dualismo evidente fin dal titolo.