Sette anni di silenzio e poi "Hug of Thunder, ultimo album studio del collettivo musicale più numeroso del Canada, i Broken Social Scene.
Ecco la nostra recensione.
Il collettivo musicale più numeroso del Canada è tornato alla ribalta in grande stile con un disco dalle sonorità variopinte così come lo sono le numerose presenze artistiche dei BBS, all’anagrafe musicale i Broken Social Scene.
Insieme ai loro colleghi, nonché connazionali Arcade Fire, hanno rivoluzionato e portato in auge uno dei generi che, attualmente, è visto come il più inflazionato tra tutti gli stili musicali esistenti sul pianeta, l’indie. Perché, come è ben noto, oggi indie identifica più che un genere musicale uno stile artistico, che lascia sempre meno spazio alla componente musicale in favore di una connotazione incentrate più sull’immagine e sull’aspetto di una band. Ma questo non è certamente il caso dei BBS che negli anni si sono costruiti una propria identità musicale attorno a questo genere, riuscendo ad essere sempre innovativi e mai ripetitivi.
L’ultimo lavoro “Hug of Thunder” arriva dopo un lunga lontananza dalla sala d’incisione. Ben sette anni sono passati dall’ultimo album “Forgiveness Rock Record”, datato 2010. In questi anni di silenzio, fatto solo di live show e apparizioni in alcune tra le più famose emittenti radiofoniche e televisive americane - due su tutte KCRW radio e The Late Night di Jimmy Fallon - i BBS hanno continuato quella sperimentazione musicale intrapresa fin dai loro esordi - gli anni duemila per intenderci - quando l’indie rock era ancora semi sconosciuto alle masse di tutto il mondo.
“Hug of Thunder” è un disco fatto di melodie limpide e ben costruite, dove le chitarre distorte incontrano i suoni leggeri della sezione fiati - composta per lo più da trombe e sassofoni - il tutto arricchito dalle voci soavi che si alternano nel cantato regalando quell’atmosfera corale, intimista, che avvolge l’animo dell’ascoltatore rendendolo parte integrante del disco. La tavolozza musicale di questo lavoro è davvero variegata da includervi il rock più puro, il pop, parti strumentali acustiche ed elementi sonori più elettronici di campionatori e synth.
Brani come “Halfway Home” e “Vanity Paul Kids” dalle metriche più veloci e dai suoni più distorti si alternano a sonorità più tranquille e profonde, come “Skyline” e “Please Take Me with You” dove le armonizzazioni vocali e strumentali danno quel taglio evocativo ai brani, infondendo nell’ascoltatore una sorta di pace e serenità interiore. “Gonna Get Better” è un viaggio ultraterreno dove tutto sembra surreale. “Mouth Guards of The Apocalypse” è semplicemente qualcosa di geniale. Un brano che esplode con tutta la sua potenza strumentale solo nella parte centrale del pezzo. Quasi sei minuti di musica che non ti aspetti certamente dai buon vecchi BBS.
Anche se sono stati lontano dalle scene per un bel po’ di tempo, il ritorno dei Broken Social Scene sembra farci ricredere sull’idea che l’indie rock non è solo capelli arruffati, t shirt colorate e canzonette sdolcinate prive di spessore.
Un vecchio saggio che ritorna per riportare sulla via maestra le anime perse. Questo è “Hug of Thunder”.
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