«BLACK AMERICA AGAIN
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Common»
la recensione di Rockol
Common, il nuovo album 'Black America again': la recensione
Il rapper torna sulle scene dopo due anni con un nuovo disco intitolato "Black America again", uno spaccato della società americana vista dagli occhi della comunità nera.
La storia del disco:
Due anni dopo l'uscita di "Nobody's smiling", il rapper di Chicago torna sulle scene con un nuovo album in studio, questo "Black America again". Si tratta dell'undicesima fatica discografica di Common, che è prossimo a tagliare il traguardo dei 25 anni di carriera.
Come suona e cosa c’è dentro:
"Black America again" è prodotto da Karriem Riggins, Robert Glasper e Frank Dukes, già collaboratori di - tra gli altri - Erykah Badyu, Kanye West, Q-Tip, Drake, Eminem, 50 Cent, Rihanna.
Insomma, i principali nomi della scena rap e hip hop a stelle e strisce. L'album è stato anticipato dal singolo omonimo, realizzato insieme a Stevie Wonder: alle registrazioni del pezzo hanno partecipato anche Esperanza Spalding (al basso), J Rock, Chick D, MC Lyte e Patrick Warren. Sono solo alcuni dei tanti ospiti del disco: tra questi ci sono anche i rapper Gucci Mane, Pusha T e John Legend. Le 15 tracce di cui si compone l'album non si discostano dallo stile di Common, né per quanto riguarda il sound né per quanto riguarda i testi, caratterizzati dalla presenza di temi come l'amore e la spiritualità.
Perché ascoltarlo (o perché girare alla larga):
A differenza dei precedenti dischi di Common, però, i testi di questo "Black America again" affrontano con maggiore attenzione l'attualità e in particolar modo la condizione dei neri in America, riprendendo quasi il discorso avviato da Kendrick Lamar nel suo album-capolavoro "To pimp a butterfly", uscito lo scorso anno. Il bello di questo "Black America again" è che non è un disco di chiacchiere, storielle e ritornelli: è un disco crudo, duro, ispirato a fatti di cronaca che hanno scosso i neri americani nel corso degli ultimi mesi.
La canzone fondamentale:
Il brano che chiude il disco ha un titolo emblematico: "Letter to the free". Ovvero, "Lettera alla libertà": è l'epilogo ideale del discorso, del racconto.
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