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«ALTAR - NewDad» la recensione di Rockol

I NewDad sono cresciuti

"Altar" è un passo importante nel cammino di crescita del trio di Galway

Recensione del 12 ott 2025 a cura di Lucia Mora

Voto 6.5/10

La recensione

L'indie rock non è morto. È vivo e lotta insieme a noi. I NewDad lo dimostrano con "Altar", l'altare metaforico che rappresenta un momento di scambio, non di fedi nuziali ma di esperienze, punti di vista, ambizioni. È la ricerca di un’identità artistica sempre più definita, la testimonianza di una crescita evidente in un panorama che non fa sconti: "È un'esplorazione della mia relazione con casa, dell’essere donna nell’industria musicale, dell’adeguarsi, dei sacrifici" spiega Julie Dawson, cantante del gruppo.

Il secondo album del trio - talvolta quartetto - originario di Galway è senz'altro un'evoluzione rispetto al debutto, "Madra". In un solo anno, complice la pulizia che la produzione di Shrink conferisce al disco, il sound ha fatto un salto di qualità: più convincente, più maturo. L'uso del riverbero e certe influenze gotiche sanno essere sia malinconia, come in "Misery", sia slancio graffiante, come in "Roobosh". Tra gli intenti di "Altar" sembra esserci proprio la volontà di esplorare lo spettro emotivo nella sua interezza (e complessità): nostalgia, rabbia, felicità, speranza. Complessità che, però, non sempre è restituita in maniera efficace. Quantomeno non nell'insieme.

L'uniformità dell'atmosfera tende infatti a omogeneizzare il tono del disco, con il rischio di appiattirlo. Il terreno della nostalgia e del conflitto interiore è stato ampiamente battuto nell'indie rock, e questo disco non spicca per originalità in tal senso. Benché manchi quindi di incisività, "Altar" va comunque apprezzato per due elementi: la sincerità che traspare dall'ascolto e la voce di Dawson, delicata, bella, giusta. E particolarmente funzionale a brani come "Pretty", struggente dichiarazione d’amore a Galway, dove è fondamentale che emerga il lato più lirico e vulnerabile della band.

Non un disco memorabile, ma un passo avanti di una band giovane e interessante. I NewDad vogliono allargare i loro orizzonti, senza perdere il legame con il passato. Per gli amanti dell’indie rock riflessivo, o di un dream pop intenso, "Altar" è senz’altro un'uscita che ha qualcosa da dire.

Tracklist

01. Other Side (03:00)
02. Heavyweight (03:07)
03. Pretty (03:23)
04. Roobosh (03:20)
05. Misery (03:38)
07. Puzzle (03:35)
08. Entertainer (03:23)
10. Mr Cold Embrace (03:23)
11. Vertigo (03:45)
12. Something’s Broken (04:21)
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