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«HARD HEADED WOMAN - Margo Price» la recensione di Rockol

Margo Price, una donna dalla testa dura

Con il country di "Hard Headed Woman" la cantautrice alza la voce, anche in tv per Jimmy Kimmel

Recensione del 01 ott 2025 a cura di Marco Di Milia

Voto 7.5/10

La recensione

Per ritrovare orgoglio e radici niente di meglio che un luogo carico di storia. E se si parla di country, non c'è posto più iconico del mitico Studio A di Nashville. Lì, tra sale che vibrano ancora degli echi di Johnny Cash, Willie Nelson e Dolly Parton, Margo Price ha deciso di dare forma al suo nuovo album, “Hard Headed Woman”. In quell’ambiente colmo di un’eredità smisurata, la cantautrice originaria dell’Illinois non si è limitata a raccoglierne il peso, ma ha scelto di onorarlo e rilanciarlo con un disco, diretto, consapevole e autenticamente legato alla tradizione.

Stivali alti e zero compromessi

Lontana dalle deviazioni più rock e psichedeliche degli ultimi anni, le dodici tracce di questo quinto capitolo discografico in carriera suonano essenziali e “dal vivo”, con gli stivali ben piantati a terra, in una sequenza di honky-tonk grintosi, ballate suggestive e momenti più intimi che sembra pensata per i palchi affollati dei bar del Sud degli States. Price alterna così la forza di chi ha la scorza giusta per essere la voce scomoda che afferma “non devo niente a nessuno” o “questo non è giusto” a una vulnerabilità che emerge nei pezzi più raccolti, tratto distintivo di un’artista in grado di trovare equilibro tra ribellione e fragilità.

Fin dal titolo, “Hard Headed Woman” è una dichiarazione di intenti di non ammettere compromessi. Nei testi non mancano le frecciate al mondo cha ha intorno, dal music business ai rapporti personali, raccontato con un linguaggio a tratti tagliente. Con lapsteel, chitarre acustiche, violini, fiati e una poetica immersa nel quotidiano, Margo punta in questo modo il dito contro ipocrisie e mediocrità. Già nel preludio, con “I don’t owe ya shit”, si mettono subito in chiaro le cose, per poi proseguire con un inno di resistenza come il singolo “Don’t let the bastards get you down”. Il brano è ispirato alle parole che Kris Kristofferson aveva rivolto a Sinéad O’Connor dopo il famoso strappo della foto del Papa in diretta tv, ora riattualizzato e trasformato in un grido di affermazione personale.

"Questa macchina"... in diretta tv

Fedele allo spirito della canzone, durante quella che sembrava essere l’ultima puntata del popolare show  televisivo “Jimmy Kimmel Live!”, Margo Price ha scelto di rilanciare il messaggio in modo ancora più incisivo, cambiando la strofa finale per cantare in diretta “Keep all them fascists underground”. Una presa di posizione netta, arrivata all’indomani delle polemiche scatenate dalle parole di Kimmel a proposito dell’ideologia “Make America Great Again” e sull’omicidio dell’attivista di estrema destra Charlie Kirk. Un gesto che ha reso la performance un atto di resistenza, in piena linea con la vena più combattiva del disco.

Tra ribellione e fragilità

Oltre all’anima passionale, trovano spazio i momenti introspettivi e malinconici di “Nowhere is where” o “Close to you”, che mettono in luce il lato più sensibile dell’artista, mentre nelle cadute tracciate in “Losing streak” affiora un piglio rock che sembra richiamare da vicino l’eredità più ruvida e americana degli Stones. C’è spazio anche per un duetto con Tyler Childers con “Love me like you used to do”, dove la dolcezza si fonde con un senso di disillusione. La chiusura è affidata alla cover di “Kissing you goodbye” di Waylon Jennings. Un sigillo di orgoglio outlaw che dichiara una volta di più quali siano le coordinate artistiche di riferimento.

Pur senza le aperture visionarie del precedente “Strays”, il ritorno più conservativo di “Hard Headed Woman” riesce, con coerenza e chiarezza, a farsi espressione personale altrettanto coraggiosa. Nonostante la scelta di rimanere entro i confini “classici” del genere può risultare un po’ prevedibile, riesce a restituire un album solido, capace di fondere insieme memoria e ribellione in un disco che sa guardare tanto al passato quanto a un presente alquanto complicato. Tra resistenza e identità, si dimostra così perché Margo Price è una delle voci più importanti del country contemporaneo.

Tracklist

02. Don’t Let The Bastards Get You Down (02:51)
03. Red Eye Flight (03:12)
05. Close To You (03:53)
06. Nowhere Is Where (03:32)
07. Losing Streak (04:09)
08. I Just Don’t Give A Damn (03:50)
09. Keep a Picture (03:18)
11. Wild At Heart (03:08)
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