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«THE LOST ALBUMS: PERFECT WORLD - Bruce Springsteen» la recensione di Rockol

Non c'è Springsteen senza rock

Le recensioni dei "Lost Albums": "Perfect World"

Recensione del 13 lug 2025 a cura di Gianni Sibilla

Voto 6.5/10

La recensione

C'è un motivo se "Perfect world" è l’ultimo dei "Lost Albums" di "Tracks 2": è il più vicino a ciò che una parte dei fan aspettano da Bruce Springsteen: il rock, il suono di una band, le chitarre elettriche. Anche se è un disco composto - appositamente - di canzoni da vari periodi, dagli anni '90 agli anni dieci,  non è un caso che suoni in buona parte come i dischi ufficiali pubblicati in quest'ultimo periodo In "Perfect World" non c'è la E Street Band, ma è come se ci fosse. Ci sono le schitarrate, le ballate venate di soul, le cavalcate e quel suono potente  che ha definito lo Springsteen più noto. Non è un album coeso come "Wrecking Ball" - perché è l'unico dei Lost Albums che non esisteva, ma è stato creato appositamente per questa raccolta, per i fan appunto. Ma ne è un parente prossimo: canzoni che forse non sono state pensate per convivere, ma che funzionano assieme.

"Perfect World" è quindi un album segnato dalle chitarre elettriche - quelle di "Rain in the river", scelta non a caso come primo brano diffuso all'annuncio di questo box. Un suono da band sia sulle canzoni più veloci, sia sui brani mid-tempo e ballate. Ti chiedi come certi brani siano rimasti fuori da questi due "Wrecking ball" e "High hopes": su tutti il soul di "Blind Man" e l’intensità di "If I Could Only Be Your Lover", brano con ricami chitarristici che fanno in mente nientemeno che la versione dei Grateful Dead del classico "Morning Dew". Due tra le canzoni più belle di questo box.

Anche i crediti raccontano la stessa storia: non c'è la E Street band al completo, ma tra i musicisti ci sono Max Weinberg alla batteria, Charlie Giordano all’organo, compare pure Tom Morello alla chitarra in "Another Thin Line" - in quel periodo era parte del gruppo -  e Patti Scialfa e Little Steven ai cori in "You Lifted Me Up". Ma il suono è soprattutto frutto della coppia Springsteen-Ron Aniello, che cura anche la produzione: il produttore di fiducia degli ultimi anni del Boss è la persona con cui molte canzoni, non solo quelle di "Perfect world", sono state completate

I testi soffrono un po' di questa etereogeneità. "The Great Depression" trasforma il dolore personale in una metafora storica tradisce la sua origine da combat-folk-rock alla "Wrecking ball" a cui era destinata, mentre le prime canzoni del disco, “I’m Not Sleeping”, “Idiot’s Delight” e “Another Thin Line” sono frutto della collaborazioe con l'amico Joe Grushecky che secondo Springsteen lo aiutò a ritrovare la sua "voce rock. "Perfect World" immagina un mondo ideale in cui si sarebbe potuto evitare di perdere l'amore - che poi alla fine è il tema dominante di questa raccolta.

È il disco che mancava per completare il puzzle dei "Lost Albums". Se gli altri progetti mostravano lati inediti, sperimentali o particolari della produzione di Springsteen, questo è il regalo ai fan dello Springsteen più classico. Non sarà il suo miglior album rock, non è certo al livello dei suoi classico ma non sfigurerebbe accanto ai dischi ufficiali degli anni zero e dieci. E conferma, ancora una volta, che non c'è Springsteen senza rock.

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