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«PEOPLE WATCHING - Sam Fender» la recensione di Rockol

La coscienza critica e onesta di Sam Fender

"People watching" il terzo album del musicista britannico, con Adam Granduciel (War on Drugs)

Recensione del 26 feb 2025 a cura di Paolo Panzeri

Voto 7.5/10

La recensione

Quando si raggiunge la prima posizione della classifica in Gran Bretagna con i primi due album – nello specifico, "Hypersonic missiles" (2019) e "Seventeen going under" (2021) – è difficile non sentirsi addosso anche solo un minimo di pressione approcciando la costruzione del terzo album. Nel caso di Sam Fender questa pressione, data dall'alzarsi della asticella delle aspettative di un pubblico sempre più largo e numeroso, è stata sicuramente bilanciata dalla gioia di poter finalmente collaborare con Adam Granduciel, frontman degli americani War on Drugs, una delle band preferite del 30enne musicista britannico, dopo che per il precedente "Seventeen going under" i due si erano solo sfiorati, "Adam Granduciel è uno dei miei eroi, stavamo per collaborare poi non siamo riusciti”. Comunque sia, aldilà delle difficoltà che il pubblicare ogni disco inevitabilmente comporta, anche la terza prova sulla lunga distanza di Sam è riuscita. Anzi, "People watching" è perfettamente riuscito.

Nient'altro che la vita

Gli elementi che contraddistinguono le sue canzoni sono i medesimi di sempre: ovvero, un rock cantautorale che trae la sua forza dall'essere allo stesso tempo intimo ed universale. Che può essere ascoltato con uguale soddisfazione sia negli spazi contenuti di una stanza oppure dell'abitacolo di una automobile che nelle vastità delle location di un festival estivo. A fare la differenza, in positivo, oltre alla innegabile capacità di scrittura di Fender - Sam riesce, proprio come il suo eroe/produttore Adam Granduciel con i War on Drugs, a creare dei racconti completi nei pochi minuti di un brano – è la sua abilità nel creare delle melodie che rendono più attraente e accessibile la canzone. Nonostante il più delle volte queste canzoni siano tutt'altro che gioiose trattando le amare difficoltà della vita filtrate dalla non facile realtà delle classi che popolano i gradini più bassi della scala sociale.

Un impero in rovina

Per la sua inclinazione a trattare temi sociali e politici oltre alla sua passione per certe sonorità più yankee che british la critica musicale lo ha definito lo Springsteen del Nord dell'Inghilterra. Ed effettivamente l'incedere inesorabile della title track potrebbe ricordare, come spirito, il musicista del New Jersey, soprattutto quando irrompe dal nulla la sottolineatura di un sassofono, marchio di fabbrica di molte canzoni di Bruce. "People watching" è il primo brano in scaletta e predispone ad un ascolto epico ed enfatico, così come, in parte, lascia intendere la seguente "Nostalgia's lie". In realtà sono le ballate a prendere il sopravvento, il disco è molto rock soprattutto per l'attitudine che lo percorre. Come nei precedenti album Sam Fender partendo dall'onesta osservazione della realtà che lo circonda (“Finirò sempre per scrivere di Newcastle. Anche se mi sono trasferito, passo ancora molto tempo lì a vedere i miei amici. Siamo cresciuti tutti insieme. Io ne farò sempre parte perché è da lì che provengo”) dipinge un quadro a tinte fosche della nostra società che vive un periodo di grossa trasformazione e si ritrova in grande difficoltà poiché ha perduto molti dei suoi punti di riferimento ed è, oggi più che mai, disorientata. Poco da aggiungere, "People watching" è l'album più compiuto del musicista di North Shields.

Tracklist

01. People Watching (05:04)
02. Nostalgia's Lie (04:10)
03. Chin Up (03:23)
04. Wild Long Lie (06:04)
05. Arm's Length (03:59)
06. Crumbling Empire (05:07)
07. Little Bit Closer (03:54)
08. Rein Me In (05:39)
09. TV Dinner (04:30)
10. Something Heavy (03:35)
11. Remember My Name (03:02)
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