Fred Again.. e il live ibrido, tra rave e concerto

Fred Again.. entra in scena, si siede al piano e inizia a suonare. Sugli schermi ai lati compaiono i video con i volti e le voci di alcuni dei protagonisti della serie di album “Actual life”. Poco dopo, una scritta sullo schermo centrale spiega come è nato il suo formato musicale , quello l’ha reso una star e un modello di riferimento per diversi generi musicali: tenere un diario della sua vita attraverso le canzoni, in cui inserire le voci degli amici e trasformarle con un suono elettronico riconoscibilissimo (e imitatissimo).
Fred Again ha saputo trasformare quel modello anche in un format live originale, e finalmente lo vediamo in Italia: è da tempo ormai che esaurisce ogni spazio possibile in giro per il mondo, ma ci sono voluti tre anni perché il tour iniziato ieri a Milano prendesse forma. Merito anche dei Parisi, il duo di producer salernitani trasferitosi in Inghilterra, collaboratori parte integrale e fondamentale del format di Fred Again.., che hanno anticipato il set principale con un set potente tra techno, elettronica più pop e canzoni originali: l’ultima, “Mutual Feelings”, è uscita stanotte. In apertura, Camoufly - giovane producer scelto sui social (mentre stava cercando biglietti per il concerto)
Una performance ibrida
Jack e Marco Parisi compaiono poco dopo sul palco nel set di Fred Gibson. Lo accompagnano in quella che è una forma di concerto davvero unica: un ibrido tra rave – in linea con lo scenario post-industriale dell’ex Macello – performance strumentale classica con tastiere e batteria, e live electronics con consolle e il famoso “finger drumming” che lo rese celebre in una Boiler Room: fu uno dei momenti di svolta della sua carriera, assieme alle performance con gli amici e mentori Four Tet e Skrillex.
Fred Again è una forza della natura e mette e anche un po' di sana furbizia nella messa in scena, nel modo entusiasta in cui si muove e accompagna enfaticamente ogni movimento della performance. Il palco ha una geometria variabile, si sposta da piano e tastiere a consolle varie, con i Parisi e altri musicisti che lo accompagnano, tra momenti più elettronici (come l’accoppiata “Glow/Ten days”, stupenda) e performance ibride, come “Leave me alone”, in cui il finger drumming si fonde con una batteria vera. Così è normale trovare nella stessa scaletta la dance pura di "Turn out the lights" e una dimensione più emotiva intitima, come una “Peace you need” in cui Fred Again... al piano guida il pubblico a cantare, per poi fonderla nell'elettronica “Adore U”, accolta da un boato.
Il pubblico e gli artisti
“Fred we adore U”, si legge su uno striscione illuminato su un palazzo di fianco all’ex Macello. Fred Again.. ha costruito una comunità di fan fedeli e devoti sfruttando social e app come Discord e Twitch, condividendo ogni fase del suo processo creativo, dai demo agli show: la sera prima ha suonato in streaming dal suo hotel e ieri ha lasciato dei vinili inediti in un negozio di Milano. Così l’ex Macello è imballato in ogni spazio - molta gente arrivata dall'estero - e dietro la tribunetta c’è pure uno schermo per vedere lo show in uno spazio laterale. Sopra, nell'area VIP, invece, c’è una buona parte della scena urban italiana, accorsa a vedere un artista che è diventato una “reference” per molte produzioni nostrane: si intravedono Lazza, Rose Villain, Blanco, Shablo, Anna, Hell Raton e altri ancora.
Ma il mondo di Fred Again.. è un altro: indossa una maglietta bianca con scritto “Born slippy” – un riferimento al classico degli Underworld: più che nell'urban le sue radici sono nell’elettronica classica, negli echi dei Faithless (che pubblicano un disco nuovo oggi), persino in David Gray, che si sente nella playlist pre concerto con il capolavoro “Please Forgive Me”, da “White Ladder”, album da milioni di copie che fondeva elettronica e pop e che ha influenzato pure Ed Sheeran (di cui Fred è stato produttore: tutto torna).
Nelle ultime uscite, però, si è avvicinato al rap e al grime, come nel recente EP con Skepta: nella performace di “Victory lap” c’è una citazione di Marracash: uno dei tanti omaggi all'Italia in serata, uno dei più apprezzati dal pubblico che esplode quando riconosce “64 barre di paura”.
Il finale con la pioggia
Verso la fine del concerto si alza il vento e inizia a piovere: sul palco vengono messe delle tende per coprire gli strumenti, una vola via, ma Fred Again.. continua a suonare. Arrivano due delle sue canzoni più note, “Marea” (con la voce di Blessed Madonna) e “Delilah”. “Sta arrivando la tempesta”, dice, ed è l’ultima canzone: è solo un temporale che forse accorcia un po’ il concerto, ma non rovina la festa.
Abbiamo finalmente visto dal vivo in Italia uno degli artisti più interessanti degli ultimi anni, che ha fuso generi, formati e linguaggi in uno show che è già un modello. Il tour ora prosegue a Verona, Napoli, Roma e Fasano. Da non perdere.