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«SLEEPLESS EMPIRE - Lacuna Coil» la recensione di Rockol

L’impero insonne raccontato dai Lacuna Coil

La band pubblica il decimo album: un racconto della contemporaneità dal suono granitico e diretto

Recensione del 17 feb 2025 a cura di Elena Palmieri

Voto 8/10

La recensione

L’eco di un impero insonne risuona nel buio, mentre inserti elettronici e colpi serrati di batteria aprono con incisività "The siege". È il brano che introduce il nuovo e decimo capitolo discografico dei Lacuna Coil, "Sleepless empire", intrappolando l’ascoltatore. Come macigni, linee di basso e riff di chitarra scandiscono il tempo di una veglia senza fine, con il growl di Andrea Ferro che si alterna al canto di Cristina Scabbia. Dentro questo regno si resta svegli, sospesi tra sogno e disincanto, avvolti da un suono granitico e diretto che racconta la contemporaneità con la forza di un’onda d’urto.

Passato, presente e futuro dei Lacuna Coil

La band metal milanese torna così con un nuovo album in studio, il decimo della sua carriera, dopo oltre cinque anni il precedente "Black anima" del 2019. L’ispirazione per il disco dei Lacuna Coil è arrivata durante le sessioni di registrazione di "Comalies XX", rivisitazione dell'album omonimo del 2002 per il ventesimo anniversario. Questo lavoro di riscoperta del suo terzo lavoro di studio, che al tempo gli ha aperto le porte verso un successo maggiore, ha permesso alla band di recuperare un certo tipo di atmosfere e melodie che in "Sleepless empire" tornano con nuovo impeto per offrire un'istantanea del presente. Nelle parole del gruppo, intervistato da Rockol, questo processo ha portato a “un equilibrio perfetto tra quello che avevamo fatto, e il presente e il futuro dei Lacuna Coil”.

L’impero insonne raccontato dai Lacuna Coil si costruisce sull’intreccio di growl profondo e canto etereo, tra urla che si fondono con i sussurri, mentre il basso si fa pulsante, i sintetizzatori tessono trame di elettricità e le melodie scavano solchi nella notte. Passato, presente e futuro della band si insinuano tra le trame di "Sleepless empire", dove le strofe si fanno pesanti, sostenute da sfumature gotiche e batterie veloci dal tocco chirurgico e il suono metallico. Il lavoro sulla produzione del bassista del gruppo, Marco “Maki” Coti Zelati, dà nuova luce al muro sonoro dentro cui i Lacuna Coil inquadrano da anni il loro marchio di fabbrica. Come già avevano anticipato i singoli “Oxygen” e “Gravity”, il nuovo album prosegue il discorso che la formazione capitanata da Cristina e Andrea porta avanti da “Delirium” del 2016, e lo amplifica riprendendo suggestione dei tempi di “Comalies”, ma anche spunti recenti, come la violenza melodica di “Black anima”.

L’impero insonne

“No matter what comes my way / I’m here to face it all  / This life is just a moment  / I’ve built among my ruins”, è la dichiarazione di "The siege" che apre il racconto dei Lacuna Coil su questo regno dei senza sonno, che riflette la società odierna iperconnessa, dove le persone sono in realtà più disconnesse che mai da se stesse e gli altri. Sebbene non sia un concept album, fin dalla prima traccia "Sleepless empire” vuole essere ascoltato tutto d’un fiato, perché tra le canzoni c’è un filo conduttore che unisce tematiche e ambienti sonori. Il disco arriva quindi come una possibile colonna sonora di un film gothic horror psicologico, e all’interno di questa riflessione si visualizzano immagini e musica che si basano su oscurità e profondità.

"Oxygen" è un brano che riflette su una difficoltà emotiva personale, ma alla fine non racconta di una sola persona, racconta di tante persone. Ed è così che il disco si arricchisce di tante situazioni, mentre pezzi come “Scarecrow” dettano la pesantezza dei suoni. “I wish you were dead / Inside of my head / A particle of dust / That slowly disappears”, è poi l’introspezione sulla complessità della separazione emotiva che Cristina Scabbia condivide in “I wish you were dead”, uno dei brani che più colpiscono e rimangono in testa. Nella sua ambiguità, la quinta traccia di "Sleepless empire” racchiude la forza dei Lacuna Coil, che uniscono interiorità e melodie accattivanti. A supportare la band nel loro spessore, arrivano ospiti Randy Blythe dei Lamb of God in “Hosting the shadows”, che aggiunge un ulteriore spunto di energia a un brano già potente, e Ashley Costello dei New Years Day su “In the mean time”.

Mentre la title track "Sleepless empire” e la successiva "Sleep paralysis” si compensano nello svelare la chiave di lettura del disco, l’intensità e la visceralità del disco si completano con la conclusiva “Never dawn”. È uno dei momenti più pesanti dell’album, capace di lasciare quel giusto grado di soddisfazione alla fine. I Lacuna Coil, tra le band metal più influenti e amate al mondo, nonché tra le poche realtà italiane ormai consacrate a livello internazionale, forse anche più che in patria, regalano così - in undici canzoni per oltre 45 minuti di musica - una sintesi del proprio percorso, svelando anche le loro possibili future esplorazioni sonore.

Tracklist

01. The Siege (04:24)
02. Oxygen (03:45)
03. Scarecrow (04:48)
04. Gravity (04:03)
05. I Wish You Were Dead (02:52)
06. Hosting the Shadow (feat. Randy Blythe) (04:19)
07. In Nomine Patris (04:54)
08. Sleepless Empire (04:02)
09. Sleep Paralysis (05:20)
10. In The Mean Time (feat. Ash Costello) (03:32)
11. Never Dawn (04:49)
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