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«ROME - National» la recensione di Rockol

Tutta l'energia dal vivo dei National

La band statunitense ha pubblicato un album live registrato a Roma

Recensione del 16 gen 2025 a cura di Paolo Panzeri

Voto 7.5/10

La recensione

I National hanno superato il quarto di secolo di vita. Era infatti il 1999 quando a Cincinnati il cantante Matt Berninger insieme ai fratelli Dessner e Devendorf, Aaron e Bryce i primi, Scott e Bryan gli altri, diede vita al gruppo. In questi 25 anni la band non ha avuto alcun cambio di formazione. La loro storia discografica ha inizio nel 2001 quando esce l'omonimo album d'esordio, il primo di dieci. A partire da lì i National non bruciano le tappe ma crescono senza strappi, costantemente, di disco in disco, si affermano sempre più fino a fare capolino nelle posizioni alte delle classifiche di vendita nel 2010 con il quinto album, "High violet". Da allora la visione musicale del gruppo non è mai più stata messa in discussione ed ha conquistato una bella fetta di fan in tutto il mondo. Dopo un periodo in cui l'attività del gruppo pareva passata in secondo piano rispetto ai progetti personali - vedi l'esordio solista di Berninger e le ripetute collaborazioni di Aaron Dessner con Taylor Swift - nel 2023, rispettivamente in primavera e autunno, il gruppo rilancia alla grande e torna a pubblicare non uno, bensì due album: "First Two Pages of Frankenstein" e "Laugh track".

Dal vivo a Roma

Il 2024 la band lo ha dedicato in larga parte all'attività dal vivo e, tra la fine di maggio e l'inizio di agosto dello scorso anno, Berninger e compagni hanno tenuto un ciclo di concerti (24, per la precisione) in Europa denominato 'Summer 2024 tour'. Il gruppo deve essere rimasto particolarmente soddisfatto dalle performance eseguite tanto da pubblicare, a neppure sei mesi di distanza dalla chiusura di quel tour, un disco dal vivo per eternare il momento. Piuttosto che assemblare quelle che potevano essere le migliori versioni di ogni canzone proposte nelle varie venue in cui si sono esibiti, i National hanno preferito pubblicare un concerto per intero, scegliendo quello del 3 giugno da loro tenuto alla Cavea dell'Auditorium Parco della Musica intitolata a Ennio Morricone, da qui il titolo del disco, semplice e diretto: "Rome".

National, da un quarto di secolo a questa parte

Andando a scomporre la scaletta dell'album si può osservare che un terzo delle 21 canzoni incluse in "Rome" provengono da "High violet", e un altro terzo – come naturale che sia – venga dedicato a brani degli ultimi due album, quelli pubblicati nel 2023. Dietro l'uscita di un disco dal vivo spesso (se non si è a corto di idee, e non è il caso dei National) si nasconde quasi sempre il desiderio di voler fotografare un periodo felice della propria carriera per regalarsi e regalare ai fan un'istantanea che possa avere un'empatia differente rispetto ai lavori in studio. Le canzoni nella dimensione live prendono inevitabilmente un'altra vita e un'altra forma e forniscono nuove emozioni. I National hanno gioco facile poiché i concerti sono sempre stati uno dei loro punti di forza e da questo punto di vista "Rome" non potrà che soddisfare appieno quanti si immergeranno nell'ascolto delle atmosfere evocate dalle canzoni di una band rimasta nel tempo - e si parla di 25 anni - sempre onesta e coerente con se stessa e con il suo pubblico. Una band che grazie a questa onestà e a questa coerenza si è ritrovata quasi senza accorgersene a far parte dei quartieri nobili del mainstream rock, nell'accezione più positiva di un termine che ad alcuni può risultare indigesto. Ascoltando "Rome" ci si rende conto, ancora una volta, della qualità, della solidità e della omogeneità del repertorio dei National e non si può che goderne.

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