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«STILLNESS, STOP: YOU HAVE A RIGHT TO REMEMBER - Any Other» la recensione di Rockol

Any Other va per la sua strada

L'album è candidato ai Rockol Awards 2024

Recensione del 12 dic 2024 a cura di Mattia Marzi

Voto 8/10

La recensione

Fino al 5 gennaio, ripubblichiamo le recensioni dei dischi candidati ai Rockol Awards 2024 nella categoria "Miglior album italiano": è possibile votare qua.  
Qua invece le candidature per i migliori live.

Any Other va per la sua strada. E lo canta, fiera e orgogliosa, nel brano che rappresenta - già dal titolo - il manifesto del disco, “If I don’t care”: “I get to feel better / I get to be well / If I don’t care / and keep walking the street I’m in”. È quella giusta, verrebbe da dire: la sta portando a ritagliarsi un posto tutto suo nella scena musicale italiana di questi anni. Chi l’ha scoperta vedendola in azione sui palchi dei concerti di Colapesce e Dimartino, resterà spiazzato ascoltando questo Stillness, stop: you have a right to remember”. Chi la conosceva già e aveva consumato i precedenti “Silently. Quietly. Going away” del 2015 e “Two, geography” del 2018, non resterà deluso. Il terzo album della 30enne musicista veronese che ha contribuito a riportare l’indie-rock sotto i riflettori punta a consacrare Any Other come una delle artiste più originali e ispirate in circolazione: otto tracce, tutte rigorosamente in inglese, che vedono Adele mettersi completamente in gioco e alzare ulteriormente la sua personalissima asticella, con una scrittura intima e al tempo stesso potente e immediata, sincera come una confessione e tagliente come una lama (o un riff di chitarra). Musicalmente - il disco è arrangiato e prodotto insieme a Marco Giudici - c’è una continuità con il lavoro precedente, con quel sound etereo e penetrante, immediato e raffinato che da sempre contraddistingue lo stile malinconico e sofferto, urgente e arrabbiato di Any Other, che guarda un po’ a Aldous Harding, un po’ ad Angel Olsen, un po’ a Sharon Van Etten. Se volessimo cercare riferimenti “pop”, li troveremmo in Italia nella Elisa dei primissimi album, da “Pipes & Flowers” a “Then comes the Sun”, passando per “Asile’s World” (basti ascoltare pezzi come “Awful thread”, “Need of affirmation”), all’estero in Bjork e Lorde (“Stillness, stop”, “Zoe’s Seeds”). Nei testi, la musicista canta il bisogno di autoaffermazione, l’importanza di andare avanti senza tenere conto delle aspettative altrui. Proprio come sta facendo lei.

Tracklist

01. Stillness, Stop (03:02)
02. Zoe's Seeds (04:29)
03. Awful Thread (04:08)
04. If I Don't Care (03:10)
05. Second Thought (03:11)
06. Need of Affirmation (04:58)
07. Extra Episode (03:42)
08. Indistinct Chatter (03:25)
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