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«BOUQUET - Gwen Stefani» la recensione di Rockol

Il ritorno di Gwen Stefani profuma di pop-rock anni ’70

La voce dei No Doubt regala una nuova versione di sé che, al netto di qualche limite, è piacevole.

Recensione del 16 nov 2024 a cura di Claudio Cabona

Voto 6.5/10

La recensione

Gwen Stefani, a 55 anni, volta pagina, o meglio petalo, grazie a “Bouquet”, il suo quinto album da solista che arriva a quasi dieci anni di distanza dal precedente “This is what the truth feels like”. Celebre per la sua militanza nel mondo rock alternativo con i No Doubt e in seguito in quello pop, nelle vesti da solista, Stefani è sempre stata riconosciuta, indistintamente dal pianeta sonoro su quale atterrasse, come una vera hitmaker, capace di vendere oltre 60 milioni di dischi durante il suo percorso. Con questo suo nuovo progetto, però, esce dai confini e regala un’inedita versione di sé. Scordatevi synth, loop, in generale quel pop moderno che ha fatto per anni, e preparatevi a tuffarvi dentro qualche cosa di più maturo e con alcuni tratti folk.

A giudicare dal cappello da cowboy che indossa in copertina, si potrebbe supporre che Stefani sia stata influenzata solo o soprattutto dal country, ma non è proprio così: “Bouquet” passa dall'Americana al pop-rock degli anni '90 fino a quello dei '70, con la sua voce a fare da vero filo rosso tra le canzoni, tra romanticismo, energia e malinconia. Ciò che rende l'album interessante è il modo in cui la cantante mantiene la sua identità, senza cercare di diventare qualcun altro: i pezzi, grazie al suo timbro, suonano “suoi”. Evidente l’influenza del marito Blake Shelton, che è anche l’unico feat presente nel disco. “‘Bouquet’ rappresenta tutto ciò che sono stata e ciò che sono diventata. Ogni canzone è stata selezionata come fosse un fiore a comporre un bouquet del passato e del presente, e per creare il seme della speranza verso il futuro”, racconta Gwen.

Il disco è stato registrato “alla vecchia maniera” con una full band agli Smoakstack Studios e con il produttore pluripremiato Scott Hendricks. In una recente intervista, Gwen ha dichiarato che la nuova musica si ispira a gemme radiofoniche dal sapore pop-rock degli anni ’70: “Riflette il tipo di musica che ascoltavo nella mia Station Wagon mentre guidavo per andare in chiesa. Yacht rock, anche se all’epoca non si chiamava ‘yacht rock’. Il tipo di musica che ascolto anche ora”. Ci sono ballate come "Swallow My Tears", pezzi dal tono ottimista alla "Pretty", momenti più veloci, "Marigolds", e tracce più tradizionali, "Reminders". Le ultime due canzoni dell'album, "All Your Fault" e "Purple Irises", sono tra le migliori. In definitiva “Bouquet” è un album maturo che potrebbe sorprendere i fan di lunga data, Stefani sembra sentirsi a suo agio in questa dimensione e quello che arriva, al netto del fatto che non ci sono particolari novità o guizzi artistici così rilevanti, è un progetto godibile.

TRACKLIST
01. Somebody Else’s
02. Bouquet
03. Pretty
04. Empty Vase
05. Marigolds
06. Late to Bloom
07. Swallow My Tears
08. Reminders
09. All Your Fault
10. Purple Irises (feat. Blake Shelton)

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