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«THE FOREST IS THE PATH - Snow Patrol» la recensione di Rockol

Nella foresta dei sentimenti con gli Snow Patrol

L'ottavo album della band nordirlandese, melodie per un viaggio alla ricerca di nuova consapevolezza

Recensione del 19 set 2024 a cura di Marco Di Milia

Voto 7/10

La recensione

La foresta come ambiente misterioso in cui perdersi per poi ritrovarsi, finalmente carichi di nuova consapevolezza, è un cliché alquanto abusato nell’immaginario narrativo, ma del tutto centrato per raccontare una storia di transizione e riflessione. Soprattutto, i nordirlandesi Snow Patrol con il loro ultimo album “The Forest Is The Path” ne fanno il luogo per riannodare i fili della memoria e fare il punto su emozioni e rimpianti che si sperimentano lungo il corso di un'intera vita.

La vita, l'amore e gli altri struggimenti

Per l’ottavo album in carriera, in dodici tracce Gary Lightbody e soci mettono così in sequenza struggimenti, delusioni, relazioni e dubbi esistenziali, ma anche una sorta di balsamo per l’anima in pezzi. È lo stesso frontman e autore della band a chiarirne il senso, spiegando la sua idea dell’amore a distanza di tempo: “Non ho una relazione da molto tempo, 10 anni o più, quindi, per me rappresenta il modo in cui una relazione si fissa nella tua memoria.” E poi, ancora: “È come quando sei innamorato, sei in piedi nell'atrio dell'Empire State Building. Quando hai chiuso con quella persona, sei in strada. Puoi ancora vedere l'edificio, ma non hai più accesso ad esso. E quando sono passati 10 anni, sei in piedi a Brooklyn, guardando oltre l'East River lo skyline di Manhattan”. Su questa considerazione si sviluppa il singolo “The beginning”, con il suo efficace ritornello da stadio, “There is only you and me in this life / And I don't wanna fuck it up now”.

Ancora, i crescendo di “Your heart home” e l’epica di “Never really tire” portano l’album su melodie insieme intimiste e dirette, mentre con “This is the sound of your voice” si fa più evidente l’uso della componente elettronica e una certa matrice à la U2. Se però con “Years that fall” e “Hold me in the fire” gli Snow Patrol puntano a una sonora sferzata di energia, dal punto di vista dei testi si tratta di uno degli album più spietati del gruppo, con la sincera ammissione di “These lies”, “Mi sono detto un milione di volte chi non eri, così posso finalmente dimenticare chi eri”, o una più vulnerabile “Come l'oceano ama il cielo / Non troverò mai un modo per raggiungerti” intonata in “Everything’s here and nothing’s lost”.

Tra emozioni e intensità

Infine, Gary Lightbody chiude con un ultimo, irrisolto, pensiero finale nella ballata conclusiva che dà il titolo al disco: “I'm trying too hard not to understand /'Cause when I do, I havе to choose”, provando a interrogarsi sulla tendenza umana a evitare dure verità, anche se si pretende chiarezza nella vita. “The Forest Is the Path” non parla di foreste reali o delle possibili creature che le abitano, ma piuttosto di un viaggio simbolico attraverso le scelte e le emozioni che si affrontano giorno dopo giorno. Gli Snow Patrol cesellano in questo modo un rock-pop felpato e tagliente, sì vicino ai Coldplay, ma che rispetto al passato prova anche maggiore varietà di intenti tra episodi elettrici e spezzacuore.

Un successo planetario come quello che ha portato alle quantità esagerata di copie vendute per “Final Straw” non è da cercare in questo album, che però si fa portatore di una buona dose di piacevole intensità. E dopo tanto peregrinare, anche di un po’ di saggezza in più.

Tracklist

01. All (04:18)
02. The Beginning (03:31)
03. Everything's Here And Nothing's Lost (04:06)
04. Your Heart Home (03:39)
05. This Is The Sound Of Your Voice (04:30)
06. Hold Me In The Fire (04:00)
07. Years That Fall (03:51)
08. Never Really Tire (05:54)
09. These Lies (04:48)
10. What If Nothing Breaks? (03:42)
11. Talking About Hope (03:55)
12. The Forest Is The Path (04:30)
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