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«ONE HAND CLAPPING - Paul McCartney» la recensione di Rockol

La storia di uno dei bootleg più ambiti di sempre

Arriva la versione ufficiale di "One hand clapping" di Paul McCartney con gli Wings

Recensione del 16 giu 2024 a cura di Luca Perasi

Voto 8.5/10

La recensione

Che “One hand clapping” sia “uno dei bootleg più ambiti di sempre”, come recita il comunicato stampa per l’uscita di questo disco firmato Paul McCartney & Wings, posso confermarlo in prima persona: una versione primitiva di questo audio, in formato picture disc e dall’enigmatico titolo “Why should I complain pictures?” fu infatti il primo bootleg sul quale riuscii a mettere le mani, nella primavera del 1986. Poco sapevo riguardo al contenuto: per decenni si è pensato che le incisioni fossero frutto della vacanza di lavoro di McCartney a Nashville del giugno-luglio 1974.

In realtà, “One hand clapping” identifica una serie di session tenutesi ad Abbey Road lungo quattro giorni nell’agosto 1974 dagli Wings (il cui quintetto si era da poco ricostituito con gli innesti di Jimmy McCulloch alla chitarra e Geoff Britton alla batteria), in vista di un documentario TV che fungesse da presentazione per la band: una serie di interviste ai membri del gruppo, Paul in testa, accompagnava la musica. Nessuna emittente si mostrò però interessata ai diritti del documentario, che è rimasto inedito sino al 2010, quando fu pubblicato in DVD all’interno della Deluxe Edition di “Band on the run”. Anche parte dell’audio contenuto in questo nuovo doppio CD/LP, remixato per l’occasione, era già stata pubblicata: comunque sia, dei 26 brani presenti, ben 11 sono inediti.

Anche senza la parte visuale, questo live in studio (inteso da Paul anche per rodare la band in visto di un tour mondiale, che però si concretizzerà solo a partire dal settembre 1975), funziona ottimamente, perché mostra una band già ben amalgamata e McCartney al massimo splendore. Aperto dallo strumentale vagamente psichedelico che funge da title track, il disco può essere suddiviso in tre parti. Quella che vede impegnata tutta la band, che offre un sound molto compatto e rockeggiante, specie in brani come “Jet”, “Junior’s farm”, “Hi hi hi” e “Band on the run” e con Macca al top della forma vocale, come dimostrano “Maybe I’m amazed”, “Nineteen hundred and eighty five” e “Live and let die”. La seconda parte è la celebre (per i fan) “sequenza cabaret”, dove Paul siede al pianoforte ed esegue diversi brani: qui, per qualche motivo, rimangono solo “Let’s love” (che McCartney donò a Peggy Lee), “All of You” e “I’ll give you a ring”, mentre sono scomparse “Suicide” (il brano che Paul offrirà nel 1977 a Frank Sinatra, ricevendone uno sdegnato rifiuto) e “Sitting at the piano”.

La terza parte, la più appetibile, è quella che offre brani inediti. Cinque di questi presentano ancora McCartney da solo, che si accompagna all’organo, al pianoforte o alla chitarra acustica: è come assistere a un piccolo concerto privato, dove Paul accenna ai brani, senza necessariamente eseguirli per intero. Interessante la presenza di “Let it be” e “The long and winding road” / “Lady Madonna” in un momento in cui Paul non aveva ancora eseguito brani dei Beatles dal vivo. Gustosi e benvenuti anche i tre pezzi meno noti del repertorio solista, “Power cut”, “Sally G” (in versione unplugged) e soprattutto “Tomorrow”, un grande classico dimenticato, qui eseguita in una versione “lenta, molto lenta” come suggeriva a Paul il padre di Linda. La saltellante “Love my baby”, pubblicata solo in formato download nel 2014, trova qui la sua prima pubblicazione su disco.

Peccato invece che i brani tratti dal mini-filmato che avrebbe dovuto accompagnare “One Hand Clapping”, dal titolo “The Backyard”, un’esecuzione acustica di McCartney nel cortile sul retro degli studi di Abbey Road del 30 agosto 1974 in cui Paul sciorina classici degli anni Cinquanta (Buddy Holly, Elvis, Eddie Cochran), oltre a qualche suo pezzo, siano rimasti confinati a un’edizione speciale in vinile con un 7” aggiuntivo. Includerli nell’edizione standard avrebbe reso giustizia a uno dei momenti più fulgidi della carriera di Paul McCartney, per la freschezza, la spontaneità e la brillantezza d’esecuzione

Tracklist

01. One Hand Clapping - One Hand Clapping Sessions (02:15)
02. Jet - One Hand Clapping Sessions (04:00)
03. Soily - One Hand Clapping Sessions (03:56)
04. C Moon/Little Woman Love - One Hand Clapping Sessions (03:20)
05. Maybe I’m Amazed - One Hand Clapping Sessions (04:56)
06. My Love - One Hand Clapping Sessions (04:15)
07. Bluebird - One Hand Clapping Sessions (03:29)
08. Let’s Love - One Hand Clapping Sessions (01:11)
09. All Of You - One Hand Clapping Sessions (02:04)
10. I’ll Give You A Ring - One Hand Clapping Sessions (02:06)
11. Band On The Run - One Hand Clapping Sessions (05:21)
12. Live And Let Die - One Hand Clapping Sessions (03:27)
13. Nineteen Hundred And Eighty Five - One Hand Clapping Sessions (05:51)
14. Baby Face - One Hand Clapping Sessions (01:56)
15. Let Me Roll It - One Hand Clapping Sessions (04:29)
16. Blue Moon Of Kentucky - One Hand Clapping Sessions (03:06)
17. Power Cut - One Hand Clapping Sessions (01:33)
18. Love My Baby - One Hand Clapping Sessions (01:15)
19. Let It Be - One Hand Clapping Sessions (01:03)
20. The Long and Winding Road/Lady Madonna - One Hand Clapping Sessions (02:11)
21. Junior’s Farm - One Hand Clapping Sessions (04:19)
22. Sally G - One Hand Clapping Sessions (03:30)
23. Tomorrow - One Hand Clapping Sessions (02:14)
24. Go Now - One Hand Clapping Sessions (03:36)
25. Wild Life - One Hand Clapping Sessions (04:33)
26. Hi, Hi, Hi - One Hand Clapping Sessions (03:57)
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