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«GARAGE PORDENONE - Tre Allegri Ragazzi Morti» la recensione di Rockol

Tre Allegri Ragazzi Morti: 30 anni di storia, senza nostalgia

Il decimo lavoro della band riprende alcuni capisaldi stilistici, ma non guarda al passato.

Recensione del 02 mag 2024 a cura di Claudio Cabona

Voto 7/10

La recensione

“Garage Pordenone” è il decimo lavoro di inediti dei Tre Allegri Ragazzi Morti, dodici canzoni che celebrano la musica e la storia di un gruppo che ha saputo sintetizzare rock e fumetto, divenendo un punto di riferimento per la scena musicale indipendente in trent’anni di carriera. Il nome richiama alla leggendaria Rock City friulana degli anni '80 da cui la band proviene, celebrando la poetica nata in uno dei centri artisticamente più prolifici e attivi della provincia italiana, ma che allo stesso tempo è anche un “luogo altro”.

“In qualche modo, dentro questo album, c’è tutto quello che siamo, ci sono tutti e trenta gli anni. Tante delle cose che abbiamo cercato, le ritroviamo qui. Ma non è un disco che vuole difendere qualche cosa. Il titolo ‘Garage Pordenone’ rievoca da dove veniamo, ma, come mostra il retro della copertina, si riferisce anche a un luogo reale, un garage con questo nome situato a Milano, cuore pulsante del mercato musicale italiano. Ci sono quindi le radici, ma c’è anche altro. È un ossimoro”, ci ha raccontato Toffolo nella nostra intervista. Filastrocche punkeggianti, storie, ballate acustiche, racconti wave, dichiarazioni esistenziali su ritmi rocksteady, il ritorno a un certo tipo di ironia, una visione di pietà sulla realtà che ci circonda: “Siamo noi, senza autoreferenzialità. Molti amici musicisti mi dicevano: ‘se festeggiate trent’anni non c’è bisogno di fare un disco nuovo’. Ma noi abbiamo voluto farlo proprio per non cadere nel cliché della celebrazione retorica”, ha proseguito Toffolo.

L’album vede la collaborazione di musicisti e di un produttore legati al trio mascherato. Fra le tracce dell’album appaiono le chitarre di Adriano Viterbini, Marco Gortana, Matteo Da Ros; le mani in scrittura di Alex Ingram, Andrea Maglia e Wilson Wilson; alla regia di questo fiume creativo la produzione di Paolo Baldini, che ha segnato alcuni importanti dischi precedenti del trio pordenonese come “Primitivi del futuro” (2010) e “Nel giardino dei fantasmi” (2012). Dubmaster di fama mondiale, Baldini, per questo album, si è messo al servizio del rock, fatta eccezione per il brano "Mi piace quello che è vero", unico episodio rocksteady. “Garage Pordenone” rappresenta i Tarm in purezza che, grazie alle loro maschere, hanno fermato ancora una volta il tempo, permettendoci di continuare a vivere un viaggio ricco di storia, di sentimenti e di musica. Un viaggio scolpito dentro un immaginario magico in cui la libertà creativa e umana, l’unica bandiera a cui sono fedeli i tre, è il vero filo conduttore di questi tre decenni di storia, di favola, di vita vera.

TRACKLIST
1. Ho'oponopono
2. La sola concreta realtà
3. Mi piace quello che è vero
4. Jessica dislessica
5. Fino a quando dura
6. Greta la bambina
7. Robot rendez-vous
8. L'oscena
9. Che cosa hai visto tu?
10. La misura
11. Crocchette buone
12. Torpignattara

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