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«NONETHELESS - Pet Shop Boys» la recensione di Rockol

Nonetheless: il tempo è dalla parte dei Pet Shop Boys

L'ultimo album è un piccolo gioiello tra dance e malinconia, grazie alla produzione di James Ford.

Recensione del 01 mag 2024 a cura di Michele Boroni

Voto 7.5/10

La recensione

Sembra davvero incredibile che dopo 40 anni da “West End Girls”, quattordici album, alcuni dei quali non proprio memorabili, ma che comunque hanno venduto 50 milioni di copie in tutto il mondo, i Pet Shop Boys tornino ad entusiasmare critica e pubblico. Succede con questo “Nonetheless”, sicuramente il miglior album del duo composto da Neil Tennant (70 anni a luglio) e Chris Lowe (64 anni) negli ultimi vent'anni. 

Il Trattamento Ford 

I Pet Shop Boys in questi anni non si sono mai arresi e hanno continuato a realizzare a cadenza triennale/quadrennale produzioni che intercettassero il ritorno dell'eurodance venate di elettronica pomposa e EDM camp, ma con risultati non sempre soddisfacenti: chi si ricorda le canzoni contenute nella recente trilogia (“Electric” nel 2013, “Super” nel 2016 e “Hotspot” nel 2020) realizzati con Stuart Price/Jacques Le Conte? 
Ecco quindi che Tennant e Lowe hanno deciso di affidare una serie di nuove canzoni dove era forte la componente melodica e malinconica ad un altro produttore che le sapesse davvero valorizzare. La persona che faceva al caso loro è, guarda caso, il produttore del momento, ovvero James Ford, colui che si è occupato dei dischi di classic pop più interessanti del 2023 come gli ultimi lavori di Depeche Mode, Arctic Monkeys, Blur e Jessie Ware.
James Ford è riuscito nell'intento di rendere più minimali certi barocchismi delle demo, dandogli un suono più fresco inserendo anche degli elegantissimi arrangiamenti di archi. 

Le canzoni 

Per intenderci, se avete amato i Pet Shop Boys di “Being Boring” allora amerete gran parte delle tracce di “Nonetheless”, una raccolta di inni enfatici e ballate sentimentali, drama e cassa dritta. 
Nell'iniziale “Loneliness” con la ritmica house, il basso che tira, gli archi e le fanfare ci sono i Pet Shop Boys in purezza. In “Why am I dancing?” compare anche la componente malinconica, legata alla solitudine e al tempo che passa: «Why am I dancing / When I'm so alone? /What do I have to celebrate here on my own?» rischia di diventare il nuovo tormentone riflessivo e dancereccio. 
“New London Boy” che racconta l'insicurezza tutta autobiografica di un giovane ragazzo, riporta alla memoria i tempi in cui tutti ballavano Roxy Music e David Bowie, mentre “Dancing Star” è dedicato a Rudolf Nurayev e al suo allontanamento dalla Russa Sovietica nel 1961. 
Oltre ai brani mid-tempo da club che sono sempre stati il ​​marchio di fabbrica dei Pet Shop Boys risaltano anche ballate riccamente orchestrate come “The Secret Of Happiness” e la conclusiva e definitiva “Love is the law” con echi à la John Barry.
Come detto in precedenza, il tempo che passa fa bene ai Pet Shop Boys e li permette di raccontare la vecchiaia in modo malinconico, ma estremamente ironico e brillante: così in “The Schlager Hit Parade” immaginano una vita da anziani dementi che riempiono il tempo che  resta con crauti e musica allegra, mentre “A new bohemia” inizia con un'immagine perfetta della coppia («Come le star del cinema muto nella Hollywood degli anni Sessanta / Nessuno sa chi sei nel quartiere hipster»). Insomma, l'ascolto del disco è abbastanza irresistibile.
Il tutto peraltro avviene in un momenti in cu i Pet Shop Boys e in particolare il loro capolavoro “West End Girls” viene citato e coverizzato dall'intero arco parlamentare della musica globale, dal rapper Drake ai post-punk Sleaford Mods. 
Bentornati Pet Shop Boys! 

 

Tracklist

01. Loneliness (05:37)
02. Feel (05:02)
03. Why am I dancing? (03:32)
04. New London boy (04:52)
05. Dancing star (03:01)
06. A new bohemia (04:00)
07. The schlager hit parade (03:28)
08. The secret of happiness (05:25)
09. Bullet for Narcissus (03:50)
10. Love is the law (05:00)
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