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«ONLY GOD WAS ABOVE US - Vampire Weekend» la recensione di Rockol

Il ritorno dei Vampire Weekend

"Only God Was Above Us", la recensione

Recensione del 05 apr 2024 a cura di Giuseppe Fabris

Voto 7/10

La recensione

Sembra passato un attimo dal debutto fulminante dei Vampire Weekend con singoli come “A-Punk”, “Oxford Comma” e “Cape Cod Kwassa Kwassa". Ma era il 2008 e questi brani, contenuti nell’album d’esordio dal titolo eponimo, avevano fatto conoscere al mondo questo quartetto di ragazzi newyorkesi appena usciti dalla Columbia University.

Il loro stile era unico: il falsetto cristallino di Ezra Koenig, la sua scrittura pop, i rondò delle tastiere di Rostam Batmanglij, il basso deciso di Chris Baio e le percussioni di Chris Thompson (che viravano dal rock ai ritmi africani) erano la filigrana di una band singolare che con un solo disco all’attivo si erano guadagnati posizioni di prestigio nelle classifiche di fine anno di diverse testate di settore. Un successo che li portò a suonare in tutto il mondo e a confermare le loro capacità anche nei due album successivi: “Contra” del 2010 e “Modern Vampires of the city” del 2013. Una trilogia, come spiegò lo stesso Koenig che si concludeva con il loro album più dark.
Al centro delle canzoni le storie vissute o conosciute nella loro vita a New York e nel New Jersey.

Dopo una lunga pausa durante la quale Ezra Koenig si dedicò alla scrittura di una serie animata (“Neo Yoko”) e alla realizzazione di un podcast che ha già raggiunto la sua ottava stagione, venne resa pubblica la separazione dal tastierista e produttore dei precedenti album, Rostam Batmanglij, che avrebbe continuato a collaborare come musicista, e subito dopo venne annunciato l’inizio delle registrazioni del quarto disco dei Vampire. “The father of the bride”, prodotto da Ariel Rechtshaid, venne realizzato solo da Koenig senza coinvolgere i rimanenti componenti della band, il leader dei Vampire si era deciso a coinvolgere nella produzione del disco diversi artisti esterni anche per cercare di staccarsi dal sound degli albumi precedenti. Questa soluzione portò diverse novità nel sound, ma anche un risultato finale un po’ confuso. Tre anni dopo i tre musicisti decidono di tornare in studio per registrare il loro quinto album, il batterista  Chris Thompson rivelò che la scrittura delle canzoni erano state ispirate dalla musica tradizionale indiana Raga, tanto da spingere Koenig a seguire dei corsi di canto dal compositore Terry Riley. L’album, prodotto sempre da Ariel Rechtshaid, mostra una band che ritorna sui suoi passi e invece di cercare nuove forme compositive, torna a fare quello che ha sempre fatto bene, ma con nuovi colori.

Già dal titolo, “Only God above us”, ispirato da quello di un quotidiano newyorkese del 1988 che parlava di un disastro aereo (la prima pagina del giornale è stata inserita  anche all’interno della copertina del disco), si capisce che la spensieratezza degli esordi riguarda, ormai, solo il passato lasciando spazio all’immagine di una New York molto  meno romantica, decadente, quasi pericolosa, come nelle immagini che accompagnano il primo video di “Gen-X Corp”

“Untrue, unkind and unnatural/How the cruel, with time, becomes classical”


Canta Koenig in “Classical”, un brano leggero e pop che va in contrasto con il suo testo e la tromba che urla le sue note quasi strappando l’atmosfera della canzone.
“Fuck the world” esclama Ezra nel brano che apre il disco, “Ice Cream Piano”, una ballata che parte pianissimo per poi esplodere a metà.

“It's by design and consequentially/Each generation makes its own apology”

È la strofa che chiude “Gen-X Cops”, il primo singolo estratto dal nuovo disco. Una frase che racchiude perfettamente l’atmosfera di tutto il disco di una band che ha ripreso ad indossare uno stile che pensava gli stesse ormai stretto, per colorarlo di nuove sfumature più dark, testi più disillusi senza tralasciare esperimenti come l’uso di percussioni elettroniche.
Uno dei temi ricorrenti del disco sembra essere il significato di “casa”.

“Blacken the sky and sharpen the axe/
Forever cursed to live unrelaxed
We make no bones, a house is not a home
And a home is nowhere we can stay.

Cantano i Vampire in “Gen-X Corps”, mentre in “Pravda” Koenig declama: “They always ask me about Pravda/It's just the Russian word for truth/Your consciousness is not my problem/'Cause when I come home, it won't be home to you”

Se dobbiamo trovare un difetto a questo disco è forse quello di non avere delle canzoni della potenza dei loro successi passati, ma i Vampire Weekend sono ormai una band che non ha bisogno di farsi conoscere al grande pubblico ed è libera di potersi esprimere come preferisce. “Only god above us” si posiziona quasi come un capitolo extra della prima trilogia discografica, mantenendo intatta la forza, ma abbandonando la visione romantica del passato.

Tracklist

"Ice Cream Piano"

"Classical"

"Capricorn"

"Connect"

"Prep-School Gangsters"

"The Surfer"

"Gen-X Cops"

"Mary Boone"

"Pravda”

"Hope"

 

Tracklist

01. Ice Cream Piano (03:36)
02. Classical (04:19)
03. Capricorn (04:09)
04. Connect (05:10)
05. Prep-School Gangsters (03:48)
06. The Surfer (05:47)
07. Gen-X Cops (03:47)
08. Mary Boone (04:26)
09. Pravda (04:11)
10. Hope (07:57)
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