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«LA BUONA NOVELLA - Perturbazione» la recensione di Rockol

Perturbazione: il coraggio di elaborare un’opera di De André

La band torinese pubblica una rilettura live de “La buona novella” fatta nel 2010 con Nada e Raina

Recensione del 27 mar 2024 a cura di Luca Trambusti

Voto 7/10

La recensione

Ci vuole coraggio a mettere le mani ne “La Buona Novella”, uno dei dischi migliori della discografia di Fabrizio De André, lavoro ispirato dai Vangeli Apocrifi (quelli non ritenuti ufficiali dalla Chiesa). “La Buona Novella”, scritto nel 1969 e pubblicato nel 1970 dal cantautore genovese, è un concept album che esplora il lato umano di Maria e di altre figure che ruotano intorno alla presenza terrena del Cristo ed esalta il ruolo femminile nella narrazione degli eventi di nascita e morte del nazareno. Il tutto con una grande vena poetica, proprio quella che è stata cifra stilistica di Faber e che in questo album si esprime ad alti livelli.

Immaginiamo quindi la paura con cui i Perturbazione si avvicinarono a questa opera di rilettura in forma live che la band fu chiamata a fare, su commissione, in occasione di un evento unico per il restauro delle cappelle del sacro Monte di Varallo. Era il 23 ottobre 2010 e la band piemontese di ottima reputazione per una serie di album di qualità e una carriera che si avvicinava al decennale partecipò a una serata in cui oltre alla loro musica ci furono letture e Don Carlo Scaciga raccontò di come fece conoscere nel 68 i Vangeli apocrifi a De André.

In quel tempo i “Perturba” erano una band formata da sei elementi: Tommaso Cerasuolo - voce, Cristiano Lo Mele - chitarra, tastiere, Alex Baracco - basso, Rossano Antonio Lo Mele - batteria, Gigi Giancursi - chitarra, cori ed Elena Diana - violoncello (questi ultimi due a ottobre 2014 abbandonano il gruppo che diventa così un quartetto). In occasione di questo live alla formazione originaria si aggiunsero anche Dario Mimmo - fisarmonica, bouzouki, tastiere e cori, Alessandro Raina - voce degli Amour Fou e Nada.

Il risultato di questa rilettura, che vede la luce su disco dopo 14 anni, è contenuta in “La buona novella (dal vivo con Nada e Alessandro Raina)” e, al netto del fatto che rileggere De André, come detto, è sempre opera difficile e soggetta a mille critiche, in questo caso il lavoro fatto è apprezzabile.

La “perturba version” de “La Buona Novella”, così come il disco del ’70, è sostanzialmente divisa in due parti: la prima più acustica, la seconda con una maggior complessità musicale. Nella prima parte (i primi 5 brani) i Perturbazione lasciano molto spazio al violoncello di Elena (che sostituisce il violino dell’originale), la fisarmonica e la chitarra acustica, cercando di rispettare in ogni caso le atmosfere costruite da De André e i suoi musicisti. Valido esempio la drammaticità di “Tre madri”(che aveva qualche accenno “morriconiano” nella versione originale) ben riprodotta nel 2010.

Nella seconda parte (gli ultimi 5 brani) il sestetto si “allarga”, e prende maggior spazio il suono della band, con l’ingresso della batteria che si unisce a quell’elegante e composito intreccio strumentale che ha contraddistinto i Perturbazione. L’esempio in questo senso più evidente è la magnifica “Il testamento di Tito” (ovvero la visione dei Dieci Comandamenti secondo il ladrone sulla croce, altrimenti chiamato Disma) o la terminale “Laudate Hominem” (quasi progressive).

È ovvio che la trasposizione dalla versione in studio a quella live subisce spesso (a prescindere da questo specifico caso) una variazione (lo testimonia lo stesso De André per quanto fatto con la PFM) e quindi ogni rilettura è lecita e originale. E così deve essere.

Allora, al di là delle scelte sonore e di arrangiamento, il disco live dei Perturbazione ha il pregio di essere assolutamente rispettoso dell’originale. Soprattutto quello che resta intatto è il valore poetico di queste composizioni. Il senso delle canzoni che De André mette in questo concept non viene minimamente scalfito dalla rilettura musicale fatta dai sei ragazzi di Torino.

In sostanza certe scelte si possono discutere, il confronto vocale è difficile, ma quello che fanno i Perturbazione non stravolge quel disco, lo omaggia rispettosamente, entra in quelle canzoni in punta di piedi cercando di dare la propria versione con estrema umiltà.

Distruggere quel disco è quasi impossibile (ed eventualmente sarebbe opera sacrilega), quindi ascoltarlo 40 anni dopo la sua composizione riproposto da una band di alternative pop è piacevole, con la consapevolezza che De André è sempre De André, unico e irripetibile.

Nada interviene su “Ave Maria”, “Maria nella bottega di un falegname” e “Il testamento di Tito” e Alessandro Raina canta in “Il ritorno di Giuseppe”, “Via della Croce” e “Il testamento di Tito” (quest’ultima fatta a tre voci con anche Cerasuolo).

Tracklist

01. Laudate Dominum - Live (00:48)
02. L'Infanzia di Maria - Live (05:50)
03. Il Ritorno di Giuseppe (feat. Alessandro Raina) - Live (04:38)
04. Il Sogno di Maria - Live (05:37)
05. Ave Maria (feat. Nada) - Live (03:12)
06. Maria nella Bottega di un Falegname (feat. Nada) - Live (03:45)
07. Via della Croce (feat. Alessandro Raina) - Live (05:20)
08. Tre Madri - Live (03:25)
09. Il Testamento di Tito (feat. Nada e Alessandro Raina) - Live (07:24)
10. Laudate Hominem - Live (05:44)

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