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«LAS MUJERES YA NO LLORAN - Shakira» la recensione di Rockol

La lupa Shakira torna a ululare. E si riprende il trono

Il tradimento di Piqué e le radici: con "Las mujeres ya no lloran" la popstar torna dopo sette anni.

Recensione del 22 mar 2024 a cura di Mattia Marzi

Voto 7/10

La recensione

Forse tutto quello che serviva a Shakira per tornare ai fasti degli esordi dopo sette anni di silenzio era un’iniezione di ispirazione. La 47enne popstar colombiana che ai tempi di “Hips don’t lie” qualche magazine etichettò come il secondo più grande prodotto da esportazione della Colombia - il primo? La cocaina - l’ha trovata nella chiacchieratissima fine della relazione con l’ex campione del Barcellona Gerard Piqué, padre dei suoi due figli, Milan e Sasha (nati rispettivamente nel 2013 e nel 2015), reo di averla tradita con la 23enne modella Clara Chia Martì. Il gossip inevitabilmente accompagna anche l’uscita di “Las mujeres ya no lloran” (letteralmente “le donne non piangono più”), il disco che segna il ritorno di Shakira sulle scene discografiche dopo un silenzio lungo ottantaquattro mesi, se non altro perché tutte le sedici canzoni contenute nell’album sono ispirate più o meno esplicitamente all’ex compagno e al tradimento. Su tutte, farà molto parlare di sé “Última”, che la popstar colombiana definisce come “l’ultima canzone in assoluto che spero di scrivere su di lui, che non va neppure menzionato, perché è come Voldemort”. I direttori marketing della casa discografica ringraziano.

Dal punto di vista più strettamente musicale con “Las mujeres ya no lloran” vede la voce di “Waka waka” riprendere il discorso lì dove l’aveva interrotto sette anni fa con “El Dorado”: anche in questo disco Shakira continua a cantare in spagnolo, sottolineando le sue radici latine. Del resto, del latin pop che oggi domina le classifiche mondiali è stata una pioniera (“Ai tempi di Hip’s Don’t Lie e La Tortura dovevo convincere le radio americane a trasmettere le mie canzoni. C’erano pregiudizi. Oggi le persone decidono da sole cosa ascoltare, grazie alle piattaforme. Nella musica c’è più democrazia”, ha detto) ed è più che lecito da parte sua, oggi, rivendicare il trono. Lo fa convocando al suo cospetto alcuni dei principali protagonisti della nuova generazione: in “La fuerte” c’è l’argentino Bizarrap (con lui aveva pubblicato lo scorso anno “Shakira: Bzrp Music Sessions, vol. 53”, il singolo in cui si prendeva gioco di Piqué: “Hai scambiato una Ferrari con una Twingo e un Rolex con un Casio”), in “Cohete”, “Te felicito” e “Monotonía” i portoricani Rauw Alejandro e Ozuna, in “Entre paréntesis” e “El jefe” i messicani Grupo Frontera e Fuerza Regida, in “TQG” e “Copa vacía” i conterranei Karol G e Manuel Turizo.

Alla vigilia dei vent’anni de “La tortura” Shakira sembra non aver perso neppure un po’ del fascino e del carisma degli esordi e di quella versatilità che all’apice del suo successo la vedeva spaziare dal pop all’elettronica, dal jazz alla bossa nova, dai tormentoni latineggianti scalaclassifiche alle ballatone, ben sintetizzata dal dittico “Fijación oral vol. 1” e “Oral fixation vol. 2”, prodotti entrambi da Rick Rubin, che dopo aver lavorato con band del calibro dei Rage Against the Machine, System of a Down, Red Hot Chili Peppers, Run-DMC, Slayer e Beastie Boys ebbe il coraggio di mettere i suoi guizzi a disposizione di una reginetta del pop sfidando i puristi. Passa da pezzi credibilmente rockeggianti come “Tiempo sin verte” e “Cómo dónde y cuándo” alla bachata - resa cool da Rosalía e The Weeknd con La Fama, spazzando via i pregiudizi sul latin pop - di “Monotonía”. È incazzosa in “Shakira: Bzrp Music Sessions, vol. 53”, profonda in “Última” (“Sicuramente col tempo te ne pentirai e un giorno vorrai bussare di nuovo alla mia porta”, dice a Piqué), divertente e autoironica su “El jefe”.

In “Entre paréntesis” riprende l’ululato di “She wolf”, la hit del 2009: “La metafora della lupa mi ha aiutata a ricostruirmi. Mi sono riconnessa alla donna primordiale dentro di me, che balla e canta per allontanare il dolore”. Il duetto con Karol G, colombiana come lei, con quel “Shakira Shakira” dei tempi d’oro suona come un passaggio di consegne. Ma lei ad abdicare non ci pensa proprio.

Tracklist

01. Puntería (03:01)
02. La Fuerte (02:44)
03. Tiempo Sin Verte (03:16)
04. Cohete (02:52)
05. (Entre Paréntesis) (02:48)
06. Cómo Dónde y Cuándo (02:59)
07. Nassau (02:36)
08. Última (02:58)
09. Te Felicito (02:52)
10. Monotonía (02:41)
11. Shakira: Bzrp Music Sessions, Vol. 53 (03:37)
12. TQG (03:19)
13. Acróstico - Milan y Sasha (02:51)
14. Copa Vacía (02:54)
15. El Jefe (02:50)
16. Bzrp Music Sessions, Vol. 53 - Tiësto Remix (03:36)
17. Puntería - Vinyl Version (03:09)
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