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«GUARDATE COM'È ROSSA LA SUA BOCCA - Fabio Cinti e Alessandro Russo» la recensione di Rockol

Branduardi, un classico moderno nella rilettura di Cinti e Russo

Il menestrello lombardo in interpretazioni rispettose e minimaliste

Recensione del 03 feb 2024 a cura di Marco Di Milia

Voto 7.5/10

La recensione

Un mondo magico e del tutto estraneo allo scorrere del tempo, quello evocato dal violino e dalla chioma indomita di Angelo Branduardi. Richiama ad atmosfere incantate e scenari sospesi tra sacro e profano, che Fabio Cinti e Alessandro Russo riportano all’essenza, rispettivamente, di voce e pianoforte, nel loro album congiunto “Guardate Com’è Rossa La Sua Bocca”.

Il disco, il cui titolo è preso in prestito da una strofa di “Sotto il tiglio”, incarna insieme essenzialità e cura dei dettagli, mettendo in fila otto brani del compositore e polistrumentista lombardo, che proprio quest’anno festeggia i cinquant’anni di carriera. Nel proporre il repertorio di Branduardi, Fabio Cinti e Alessandro Russo hanno selezionato tracce non necessariamente tra le più note, ma dense di appassionata sensibilità, passando dal sacrificio di “Il dono del cervo” alla disperazione sentimentale di “Fou de love” fino agli splendori del passato in “Casanova”. In chiusura, infine, la celeberrima matrioska lirica “Alla fiera dell’Est”, che nei suoi versi pieni di candore e feroce precarietà si ispira alla cultura ebraica del canto del Chad Gadyà.

Si aprono così orizzonti lontani e costruzioni armoniche vellutate, che attraverso composizioni come “La Luna” o "Confessioni di un malandrino” riescono a popolarsi di espressività, dolcezza e un pizzico di mistero verso confini quasi fiabeschi.

Non un lavoro di cover, né tantomeno di “appropriazione artistica”, quanto piuttosto di interpretazione decisamente rispettosa degli originali, muovendosi soprattutto per sottrazione. Con metodo senza dubbio più minimalista, il pianoforte di Alessandro sostituisce in questo modo non solo il violino, ma anche chitarre, liuti, clarino, percussioni e i mille altri strumenti che hanno affollato le partiture di Branduardi, mentre la voce di Fabio conduce sicura verso gli infiniti altrove di una poetica capace di spaziare tra medioevo, rinascimento, poesia russa, esperanto e lingue inventate.

L’approccio dei due artisti nel riproporre queste tracce, a detta dello stesso Fabio Cinti, è assimilabile a quello della musica classica, “dove il rigore esecutivo della scrittura è essenziale e quindi imprescindibile. Il mio approccio vocale e quello pianistico di Alessandro Russo è proprio figlio di questo rigore”. Gli arrangiamenti sono stati cesellati quindi secondo questa filosofia, che si riflette anche in un’interpretazione vocale sempre misurata e accorta.

Confezionato in una copertina che ricorda un classico degli Adelphi, “Guardate Com’è Rossa La Sua Bocca” è a sua volta una sorta di classico. Poco più di mezz’ora di musica, in cui i due soli elementi che compongono il disco, la voce e il pianoforte, riescono da soli a caricarsi l’uno con l’altro di tensioni, fragilità, stupore, così come di una profonda delicatezza. Non c’è invadenza, ma una forza evocativa sincera. Lasciando intatta la magia.

Tracklist

01. Il dono del cervo (03:33)
02. Fou de love (05:25)
03. Sotto il tiglio (02:28)
04. La luna (05:02)
05. Casanova (03:34)
06. Confessioni di un malandrino (05:17)
07. La volpe (03:39)
08. Alla fiera dell'est (05:05)

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