Il tour più leggendario di Bruce Springsteen

“Bootleggers, roll your tapes”, disse il Boss, in un leggendario concerto losangelino del '78: Jon Landau ebbe l'intuizione di far trasmttere in radio diversi concerti del tour di "Darkness on the edge of town", che vennero registrati e diventarono album dal vivo venduti illegalmente - bootleg, appunto. Contribuirono in maniera notevole ad alimentare l'alone di leggenda attorno alle performance del Boss, anche e soprattutto da questa parte dell'oceano. 

Bootleg ufficiali

Oggi è lo stesso Springsteen a fare il "bootlegger", in via ufficiale: da una decina d'anni i concerti vengono registrati e messi in vendita in tempo reale, sta succedendo con l'attuale tour, come per quello del 2016. Tra i tour, sono stati pubblicati numerosi concerti d'archivio: si trovano solo in vendita su live.brucespringsteen.net, ma ogni tanto ne vengono estratti delle playlist tematiche per le piattaforme streaming. "The Darkness Tour '78" è la nuova puntata di questi album-playlist, estratto dai ben 10 bootleg ufficiali dedicati al tour più leggendario del Boss, per cui era stato addirittura creato uno speciale box. L'occasione è il 45° compleanno dell'album originario, che venne pubblicto in questi giorni nel '78, appunto.

Per chi non ha mai ascoltato quelle registrazioni (ne abbiamo parlato in un paio di occasioni, qua e qua), è un'occasione meravigliosa, per (ri)scoprire la E Street Band nel suo momento forse di massimo splendore. Basterebbe sentire le versioni di "Racing in the streets" e soprattutto quella di "Prove it all night", 11 minuti di spettacolo con la leggendaria (davvero, non è abuso di aggettivo) introduzione con il duetto tra il piano di Roy Bittan e la chitarra di Springsteen.

Darkness, live

La scelta di questo album-playlust è di ricostruire una versione live "Darkness on the edge of town" in sequenza, da diversi concerti. Esiste già una cosa simile: nel 2009 la E Street Band lo risuono per intero, in un teatro vuoto del New Jersey, per l'inclusione nel box del 2010: si trova sulle piattaforme ed è una delle cose più belle fatte dal Boss negli ultimi 20 anni, un suono secco, potente - una rivisitazione potente ed emotiva. 

La versione live del '78 è un'altra cosa, ovviamente. L'unico problema di questa scelta è che taglia fuori la sequenza più bella del tour, quella che fondeva "Racing in the street" con "Thunder road". Quest'ultima è assente dalla raccolta, ed è assente il racconto parlato che univa le due canzoni, che raccontava la genesi della canzone. Peccato - andate a recuperarlo: un altro dei (tanti) punti alti di una carriera strepitosa.

Le rarità

La seconda parte della playlist unisce altre chicche davvero notevoli: la stupenda e lunga versione di "Because the night", anche questa con una lunga introduzione chitarristica (che venne inspiegabilmente tagliata dal primo disco live di Springsteen, il "Live '75-'85"), una versione piano e voce di "The promise" dedicata al padre, brani che poi sarebbero finiti su "The river" ma che al tempo erano inediti e altri che lo sarebbero rimasti per lungo tempo ("Rendezvous", "The fever", "Fire").

Insomma, Springsteen è cambiato, e anche in maniera parecchio radicale negli ultimi tempi: ma l'annata live del '78 rimane probabilmente la più pregiata in una cantina di vini che non ha eguali