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Taylor Swift, il fenomeno Eras Tour: numeri e impatto

Dopo "The life of a showgirl" la popstar tornerà in tour?
Taylor Swift, il fenomeno Eras Tour: numeri e impatto
Credits: Michele Aldeghi

Nelle interviste promozionali per il nuovo album "The life of a showgirl" (leggi qui la recensione di Rockol), Taylor Swift è stata chiara: non ha in programma un nuovo tour a breve. “Sono molto stanca” ha detto a BBC Radio/Radio 1, spiegando che, dopo l’Eras Tour, tornerebbe on the road solo quando potrà farlo “di nuovo, ma davvero bene”. Nessun annuncio ufficiale riguarda il 2026, dunque. Inoltre la popstar ha smentito chiacchiere collaterali: non ha “rifiutato” il Super Bowl 2026 (e, soprattutto, non c’è mai stata un’offerta formale), chiarendo di essere concentrata su altro in questa fase.

A Taylor Swift la voglia di esibirsi non manca, ma la stanchezza accumulata e la pressione per replicare qualcosa di grande, all’altezza dell’"Eras Tour", sembrano aver alzato un muro temporaneo. Del resto, più che di una semplice tournée stiamo parlando di una delle più grandi imprese del pop. Anzi, la più grande in assoluto, nella storia dei concerti.

Già, perché con 149 concerti in 51 città su 5 continenti, 10,1 milioni di presenze complessive e un incasso nell’ordine dei 2,08 miliardi di dollari, l'"Eras Tour" è diventato ufficialmente tour più remunerativo di sempre e il primo ad aver superato prima 1 e poi 2 miliardi.

La serie di show ha fatto di Taylor Swift un fenomeno pop al quale si sono interessati sociologi, economisti (che hanno coniato pure un neologismo per sottolineare l’impatto economico dei concerti, “swifteconomics”), accademici. Negli USA i “Swifties”, così come si chiamano i fan della cantautrice, hanno speso in media 1300 dollari a testa tra viaggi, hotel, ristorazione e merch; molte città hanno registrato picchi misurabili nei servizi urbani. Tutti questi aspetti hanno trasformato la tournée in ecosistema economico e narrativo. Il Centro Studi di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza ha stimato un indotto economico complessivo di quasi 180 milioni di euro per la doppia data italiana a San Siro del 13 e 14 luglio 2024. I due concerti hanno visto la partecipazione di 130 mila spettatori complessivi, più quelli che pur non essendo riusciti ad acquistare i biglietti si sono presentati fuori dal Meazza per ascoltare, senza guardare, lo show.

L’effetto Swift ha alimentato un dibattito sul ruolo macroeconomico dei grandi tour pop: dagli alloggi al turismo, fino al commercio locale. I report e le analisi sul caso "Eras Tour" stimano un contributo miliardario all’economia statunitense e picchi di domanda in molteplici settori (ristorazione, retail, trasporti).

Il film-concerto “Taylor Swift: The Eras Tour” ha infranto record di categoria con oltre 261–267 milioni di dollari a livello mondiale e una finestra distributiva atipica (accordo diretto con le sale cinematografiche per la distribuzione del suo film, un accordo innovativo che le ha dato un maggiore controllo sul processo decisionale, compreso il prezzo dei biglietti). 

L’"Eras Tour" non è solo “il tour più grande di sempre”: è la prova concreta che un’artista può governare l’intera catena del valore — dallo stadio al cinema — e imporre nuovi standard a ticketing, indotto locale e media eventification. Alla domanda “Taylor tornerà nel 2026?” oggi la risposta è: non ci sono piani e non c’è fretta. E proprio per questo, quando (e se) tornerà, l’aspettativa è che lo faccia con un format altrettanto dirompente del fenomeno con il quale ha ridefinito le regole del gioco.

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