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«VENERDÌ - Le Orme» la recensione di Rockol

Quarant'anni fa Le Orme pubblicarono “Venerdì”

L’album uscito nel 1982 viene ora celebrato da “Italian Prog Rewind” di Sony Music

Recensione del 06 nov 2022 a cura di Elena Palmieri

La recensione

Nati a Marghera, periferia industriale di Venezia, nella seconda metà degli anni Sessanta come gruppo beat, Le Orme rimasero presto affascinati dalle intuizioni del progressive rock britannico, arrivando a pubblicare nel 1971 un album come “Collage". L’anno successivo uscì poi uno dei migliori lavori della band, e suo primo disco d’oro, “Uomo di pezza”, seguito nel ’73 dal suo primo vero e proprio concept album, "Felona e Sorona”. Il gruppo, conosciuto ancora oggi come una delle band di maggiore importanza e successo del prog italiano, successivamente si spinse a sperimentare sonorità e mondi sonori sempre diversi, avvicinandosi anche alla classica quando incise “Florian” del 1979, in bilico fra folk e musica da camera, fino ad arrivare al 1982 con la voglia di reagire alla propria stessa direzione. Per creare qualcosa di personale e inedito nella scena tricolore, sulla scia delle ultime tendenze internazionali, ma in bilico con la loro storia progressive, Le Orme lasciarono spazio alla sperimentazione elettronica e pubblicarono “Venerdì”, che a quarant’anni dalla sua uscita viene ora celebrato, insieme ad altre tra le maggiori opere del prog italiano, dalla nuova iniziativa di Sony Music, “Italian Prog Rewind”.

Il gruppo, il cui primo nucleo si costituì nel 1966 con quattro elementi e nei suoi primi anni di carriera subì una serie di cambiamenti, arrivò al 1982, dopo il ritiro di Germano Serafin, con ancora la formazione classica a trio composta da Aldo Tagliapietra al basso e alla voce, Tony Pagliuca alle tastiere e Michi Dei Rossi alla batteria. I tre musicisti abbandonarono gli strumenti classici studiati e suonati nei lavori precedenti, decidendo di addentrarsi in modo sviscerato e profondo nell’elettronica.

Per l’album “Venerdì” Le Orme immaginarono le atmosfere di New York, dove si fecero fotografare da Renzo Chiesa nello scatto proposto nella copertina del disco realizzata da Luciano Tallarini e con il trio in un nightclub newyorkese. Tra soluzioni straordinarie, costruite su giochi di sintetizzatori, eleganza, pop e minimalismo, il gruppo tornò anche alla canzone, con il supporto di Alberto Salerno nella stesura dei testi e del produttore Roberto Colombo.

A partire da “Biancaneve”, passando per “Arianna” e “Cercherò”, all’ascolto di “Venerdì” si respira ancora adesso l’evoluzione musicale di quel periodo, con il ritmo sostenuto di percussioni o drum machine, mentre effetti e chitarre si uniscono per colorare il tappeto sonoro. Brani come “La notte” e la title track del disco, un pezzo strumentale che racchiude le novità che giungevano all’epoca con la new wave, arrivano poi a delineare la dimensione musicale che il gruppo sperimentò per l’album del 1982, prima dello scioglimento e il conseguente ritorno cinque anni più tardi. Pur senza raggiungere il successo commerciale sperato, “Venerdì” fotografò una tappa importante della carriera della band, che nel disco incluse anche “Marinai”, con cui partecipò a Sanremo a gennaio nel 1982. Tra i ritratti femminili delle prime due canzoni e dell’ottava traccia “Rubacuori”, fino a “La sorte” e “Com’era bello”, l’album riporta intatta l’anima con cui Le Orme hanno sempre caratterizzato la loro musica, che nonostante i successivi avvenimenti all’interno e all’esterno del gruppo, suona ancora oggi.

Tracklist

01. Com'era bello (04:42)
02. Storie che non tornano (03:32)
03. La notte (04:15)
04. Biancaneve (03:32)
05. Rubacuori (04:02)
06. Venerdì (04:12)
07. Arianna (04:04)
08. La sorte (03:31)
09. Marinai (04:08)
10. Cercherò (03:52)

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