Cesare Cremonini, un selfie dal vivo

Un selfie sul palcoscenico. Fatto con la funzione panoramica, in grado dunque di catturare non solo un ritratto, un volto, un attimo, ma la complessità dello scenario, la ricchezza dei colori, gli angoli meno illuminati e le prospettive meno viste. Un selfie scattato dando le spalle al pubblico, in modo di poterlo contenere nella foto, perché è protagonista dello show in maniera determinante.

Potremmo provare a sintetizzare così il monumentale live che Cesare Cremonini ha appena pubblicato, con le ‘memorie’ del trionfale tour negli stadi di pochi mesi fa e l’aggiunta dell’esperienza di Imola. Che sia una fotografia è chiaro fin dal titolo, semplice e didascalico, tanto per rendere chiaro che nell’album altro non c’è (tranne ovviamente la sorpresa finale). E lo confermano anche i tempi, con il tour che si è chiuso il 2 luglio a Imola e che solo tre mesi dopo diventa un prodotto discografico (peraltro, pur con lo scetticismo che circonda gli album dal vivo in Italia, è entrato nella top 5 degli album più venduti)

Ma a ben guardare non si tratta né di una fotografia vera e propria né di un souvenir per ricordare a chi c’è stato, o far rivivere a chi non c’era, i grandi concerti estivi. E’ piuttosto, come dicevamo, un selfie, un autoritratto, il tentativo da parte di Cremonini di raccontare, nella maniera migliore, il suo momento, fermare l’attimo fuggente, tirare le somme e fare un bilancio, chiudere un cerchio.

La foto se la scatta da solo, insomma, perché quello che vuole è rappresentarsi per quello che è oggi, a ventitré anni dall’inizio della sua corsa in sella a una 50 Special, con tutto il carico di sogni e speranze realizzate, con la maturità conquistata, con la saggezza acquisita, e allo stesso tempo con l’immediatezza del live, che contiene tutto, anche gli errori, anche gli eccessi, ma anche tutta l’emozione.

È un album che per ventisei tracce rifiuta l’intimità, perché la grandiosità degli stadi in cui Cremonini ha cantato viene riportata in una generale magniloquenza, nel tono della produzione, necessariamente ‘ampio’ come grandi erano gli spazi dove i concerti sono avvenuti. Ma è una grandiosità carica di bellezza, di gioia di vivere, di amore per la musica e per la canzone, in un’antologia che nella dimensione dal vivo conquista senso e attualità. E’ musica di oggi, dunque, anche “50 Special”, nonostante il Cremonini di allora sia diverso da quello di oggi, ma il boato del pubblico di Imola, l’immenso coro che la sostiene e la canta, la rende memorabile. P

oi arriva l’ultima traccia, la ventisettesima, e tutto diventa più bello e più emozionante, con il duetto ‘tecnologico’ con Lucio Dalla in una delle più belle canzoni del repertorio del cantautore bolognese, “Stella di mare”, che chiude con gloria e meraviglia un selfie scattato estremamente bene.