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«TRENCHES BABY - Rondodasosa» la recensione di Rockol

Tutti i volti di Rondodasosa

L’album d’esordio del rapper di San Siro non punta solo a un’immagine rabbiosa, ma esplora.

Recensione del 07 nov 2022 a cura di Claudio Cabona

Voto 6.5/10

La recensione

Da quando Rondodasosa, all’anagrafe Mattia Barbieri, rapper milanese classe 2002 cresciuto nel quartiere popolare di San Siro, ha fatto il suo ingresso del mondo della musica, un momento fotografato dal suo ep “Giovane Rondo” del 2020, si è attirato sin da subito i riflettori addosso. Il mix stilistico fra i suoni della Uk drill e il linguaggio del rap della propria generazione, il desiderio di portare la sua musica all’estero (clamoroso per il panorama italiano lo scambio di commenti con Drake su Instagram), la voglia di rompere i ponti con il passato, creando insieme ad altri ragazzi di San Siro un nuovo movimento, Seven 7oo, lo hanno reso immediatamente interessante. L’immagine che è arrivata, sin dai primi squilli, è stata quella di un rapper rabbioso, dalla metriche serrate e capace di incendiare una traccia da un momento all’altro.

Il suo disco d’esordio “Trenches Baby” (le Trenches sono le trincee) mantiene intatta quell’attitudine, ma custodisce anche molto altro: sonorità r’n’b, boom bap, latin e alcune virate verso un sound più soft, tutti sintomi di una forte versatilità. Da un lato questa voglia di mostrare più volti è un bene, un Rondo solo e sempre furioso sarebbe stato stancante e poco credibile, dall’altro però nasconde la trappola dello smarrimento, regalando all'ascoltatore un disco talmente vario da sembrare disunito nella sua composizione. Delle 17 tracce, infatti,  alcune sono skippabili: il progetto, pur mantenendo la sua eterogeneità, avrebbe potuto essere più asciutto, evitando ripetizioni e momenti di stanchezza.

I feat hanno tutti una precisa motivazione, che si affianca a quella del rispetto artistico: thasup e Rondo avevano già collaborato nel disco del produttore romano, Lazza è stato uno dei primi a spingere il talento di San Siro (l'autotune usato da Rondo in "Blue cheese" è davvero eccessivo), con Capo Plaza c’è un’indubbia affinità musicale (il feat insieme però è quello più debole), Ghali è stato l’artista che ha portato la scena di San Siro nelle stanze della Warner, Vale Pain è un collega e amico profondo di Rondo, Gazo e Russ Millions, fortissimi, sono la quota internazionale nel pezzo “Killy Demon”. La sorpresa, paradossalmente, è Rose Villain, che non può essere liquidata con la scusa della quota rosa: sempre più a fuoco e sicura di sé, la rapper nella traccia “Cell” non viene confinata nel classico ritornello, ma rappa e sperimenta con la voce.

Se “Tokyo”, sul beat inconfondibile di Niko, è il Rondo a pugni e denti stretti che tutti conosciamo, “Sin cara”, con l’aggiunta alla produzione di Low Kidd e Miles, è un pezzo sorprendente: zero ritornelli, un fiume di parole rappate alla vecchia e senza filtri in cui Rondo dimostra tecnica e flow. C’è anche il Rondo innamorato a far spalancare gli occhi e le orecchie: “Yamaha” ne è un esempio. Fra gli esperimenti e la voglia di giocare con la musica sbuca “Scusa”, che ha un sound latin. “Trenches Baby” testualmente ha alcune visioni interessanti, quasi tutte legate al tema del riscatto, ma oltre non va. Musicalmente invece, sull'onda di una visione più americana che italiana, con diverse produzioni di spessore, cerca di raccontare le varie personalità di Rondo. Il rapper, con questo primo lavoro, mette subito in chiaro la sua ambizione: non rimanere recintato in un solo sound.  

Tracklist

01. TRENCHES BABY (03:28)
02. FASHION NOVA (02:22)
03. OUTSIDE (02:27)
04. BLUE CHEESE (feat. Lazza) (03:11)
05. TONIGHT (feat. Vale Pain) (03:04)
06. TOKYO (03:22)
07. SIN CARA (02:14)
08. STURDY (03:57)
09. DRILLMOON (feat. thasup) (03:30)
10. NO LUV(feat. Capo Plaza) (04:16)
11. YAMAHA (03:07)
12. KILLY DEMON (feat. Gazo, Russ Millions) (02:45)
13. CELL (feat. Rose Villain, Ghali) (03:01)
14. SCUSA (03:07)
15. AUTOSTOP (03:09)
16. PLAYA (02:17)
17. DOLORE 2 (03:01)
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