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«BENEVOLENT - Generic Animal» la recensione di Rockol

"Benevolent" è il manifesto dell'anarchico Generic Animal

Nel suo nuovo disco il musicista varesino, lanciato dall'etichetta dei Tre Allegri Ragazzi Morti, fa quello che gli pare senza cercare di compiacere niente e nessuno: la recensione.

Recensione del 01 apr 2022 a cura di Mattia Marzi

Voto 7/10

La recensione

Generic Animal è l’anarchico del post-indie e “Benevolent”, il suo nuovo album, è il manifesto della sua filosofia: canzoni che non seguono necessariamente la struttura della forma canzone tradizionale, sonorità e riferimenti che spaziano dai Blur ai Vampire Weekend, passando per Samuele Bersani, un po’ di indie rock, un po’ di lo-fi, sfumature soul e r&b, il tutto unito a una disarmante leggerezza pop. Se in “Presto”, il suo disco precedente, Luca Galizia – questo il vero nome del musicista varesino, classe 1995 – in un modo o nell’altro strizzava l’occhio a certe tendenze mainstream, vedi le collaborazioni con Franco126, Massimo Pericolo e Joan Thiele, in “Benevolent” il pupillo de La Tempesta Dischi, l’etichetta fondata da Enrico Molteni dei Tre Allegri Ragazzi Morti, fa sostanzialmente quello che gli pare senza cercare di compiacere niente e nessuno.

Generic Animal somiglia perfettamente alla sua musica: sfugge alle definizioni, alle etichette di genere, a ogni tentativo di classificazione. È un animale raro, più che generico. Nei dieci pezzi che compongono la tracklist di “Benevolent” – ché chiamarle canzoni sarebbe fin troppo riduttivo – Galizia suona con musicisti del circuito indie e alternative italiano come Alvin Mojetta e Manuele Povolo (già voce e basso della band pop punk milanese Notimefor), ClausCalmo (vero nome Clara Romita, già batterista del gruppo indie rock Buckingum Palace e in tour con Any Other) e Jacopo Lietti (frontman dei Fine Before You Came), mentre la produzione del disco è di Fight Pausa (Carlo Porrini, membro del collettivo 72-Hour Post Fight, che mischia punk, jazz e elettronica), che suona anche le batterie. Rispetto a “Presto” c’è una maggiore attenzione e ricerca sul suono, alla parte ritmica dei beat: “Per scrivere le demo ho usato inizialmente solo suoni di una vecchia pedaliera multi effetto zoom di quando avevo 12 anni e beat di batteria isolate di canzoni pop – spiega Generic Animal – è la prima volta in cui effettivamente tutto quello che faccio in una demo viene riportato in ‘bella’ da Fight Pausa, in un secondo momento”.

Una voce, un sintetizzatore, due chitarre, un basso e una batteria: è con “Piccolo” che Generic Animal si affaccia timidamente all’inizio del disco, come il mostriciattolo della copertina. Ispirato a certe cose di Paul Simon, il pezzo apre l’album e delinea la strada dei successivi pezzi, tra atmosfere post-apocalittiche (“Aspetta”, “So”), esperimenti a metà strada tra il post-rock e il folk (“Bastone”), strumentali costruiti su giri di bassi pizzicati e ossessivi (“Riverchild”). Il disco dura pochissimo, meno di mezz’ora, ed è un flusso di musica ancor più sregolato di “Presto”, in cui i generi si rincorrono senza soluzione di continuità anche all’interno del singolo pezzo: “Abbiamo fatto urlare un po’ di chitarre, registrato delle batterie dentro a un bagno”, racconta il musicista a proposito delle sessions, ospitate dal Bleach Recording di Gittana, sopra Lecco, sul lago.

Dopo l’hip hop e l’emo midwest del disco d’esordio del 2018, la parentesi trap di “Emoranger”, il mix tra rap, indie e pop di “Presto”, è come se questa manciata di brani che compongono “Benevolent” sbloccassero una sorta di nuovo portale per Generic Animal e la sua musica: quale sarà il prossimo universo?

Tracklist

01. Piccolo (02:24)
02. Incubo (03:01)
03. Lifevest (02:24)
04. Clermont (03:17)
05. Aspetta (01:28)
06. Bastone (03:25)
07. Riverchild (03:50)
08. So (02:52)
09. Paura di (02:24)
10. Recinto (02:42)
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