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«TEXAS MOON - Khruangbin & Leon Bridges» la recensione di Rockol

Khruangbin, un suono, uno stile e un mondo musicale, che prima forse non c’era.

Le recensioni in vinile di Rockol, a cura di Ernesto Assante: "Texas moon", secondo EP della band con Leon Bridges

Recensione del 26 feb 2022 a cura di Ernesto Assante

Voto 8/10

La recensione

Si può essere originali nel mondo della musica nel pieno del 2022? I Khruangbin pensano di si e per dimostrarlo hanno provato a creare un suono, uno stile, un mondo musicale, che prima di loro forse non c’era.

Un mondo che, peraltro, cambia continuamente, in bilico tra passato e presente, tra alchimie che possono sembrare nate in laboratorio e sentimenti che invece sono vibranti e veri. Sono una band in cui vige una rigorosa democrazia, ognuno dei tre componenti e leader e ognuno, dunque spinge i Kruhangbin nella direzione che preferisce, consentendo al gruppo di avere molte anime e tante possibilità. Mark Speer, Laura Lee  e DJ Johnson vengono da Houston, nonostante il nome li potrebbe collocare da qualche parte nel continente asiatico, sono una band che ama la musica strumentale ma conosce bene l’arte della canzone, hanno creato una musica che, per ora, non consente di essere etichettata usando le vecchie categorie.

E così è anche per questo nuovo lavoro, 5 pezzi per poco più di trenta minuti di musica, realizzato con la collaborazione di un altro bravissimo artista dei nostri giorni, Leon Bridges, con il quale condividono il sentimento di “gioia nostalgica” (loro definizione) che attraversa tutta la loro musica. Bridges carica ovviamente di una maggior dose di soul la particolare miscela sonora del gruppo, che ha sempre avuto attenzione per la musica afroamericana, jazz, funk, r’n’b, ma non porta i Khruangbin lontano dalla loro strada, che incrocia culture, atmosfere e tempi. Si, tempi, perché il suono dei Khruangbin non è esattamente contemporaneo, ma viaggia nel tempo e nei cinque brani di “Texas Moon” si può essere nell’oggi come nel domani, nel passato e nel lontanissimo futuro, anche quello immaginario della fantascienza.

In un meraviglioso clima ‘notturno’ Bridges e la band cercano l’anima del suono texano, ai confini del Messico e altrove, lasciandosi trasportare, al tempo stesso, dall’ispirazione del momento più che dalle invenzioni a tavolino. Il risultato è molto bello, un album che, tornando a quanto detto all’inizio, ha il pregio di essere originale, spesso sorprendente, altrettanto spesso caldo e appassionato, come se la ‘luna texana’ li avesse illuminati con un singolare calore bianco.

TRACKLIST
01 Doris
02 B-Side
03 Chocolate Hills
04 Father Father
05 Mariella

Tracklist

01. Doris (03:50)
02. B-Side (04:34)
03. Chocolate Hills (03:10)
04. Father Father (05:53)
05. Mariella (05:10)

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