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«OUI - Urge Overkill» la recensione di Rockol

Il rock degli Urge Overkill ha sempre un bel tiro

La band statunitense pubblica "Oui" a dieci anni di distanza da "Rock & Roll Submarine" ed è un bel ritorno

Recensione del 18 feb 2022 a cura di Paolo Panzeri

Voto 7.5/10

La recensione

Gli Urge Overkill dopo dieci e più anni di silenzio discografico – ultimo recapito conosciuto "Rock & Roll Submarine" del 2011 – fanno il loro ritorno con "Oui". La vita della alt-rock band di Chicago, ormai di lungo corso, considerando che il gruppo si formò alla metà degli anni Ottanta, è divisa in due parti. Nella prima pubblicò cinque album fino al 1995, e fece, tra le altre cose, anche da gruppo spalla ai Nirvana nel tour dello storico "Nevermind", poi accadde che uno dei due leader, Eddie Roeser (l'altro è Nathan 'Nash Kato' Kaatrud), lasciò la band decretandone lo scioglimento. Una decina di anni più tardi i due però si ritrovano e riportano in vita il progetto. Questa buona rock band venne colpita da fama improvvisa quando il regista Quentin Tarantino inserì nella colonna sonora del suo capolavoro del 1994, 'Pulp Fiction', la cover di "Girl, You'll Be a Woman Soon" di Neil Diamond che gli Urge Overkill avevano pubblicato nell'EP del 1992 "Stull".

Ci credereste, gli Wham!

Ed è proprio una cover, l'unica presente nel disco, ad aprire la tracklist di "Oui". Niente meno che "Freedom" degli Wham!, qui roccheggiante e sgangherata il giusto. King Roeser e Nash Kato sono in forma, "Oui" è un disco godibile che ha buone chitarre e una batteria che tira dritto senza mai voltarsi indietro, a partire dal rock trattenuto di “A Necessary Evil”, mentre la seguente "Follow my Shadow" riporta al rock indipendente della seconda parte degli anni Ottanta, il rock resistente che mantenne alta la bandiera quando pareva che il mondo andasse da un'altra parte e preparò la discesa in campo del grunge. I primi secondi di "How Sweet the Light" profumano di Clash, ma è solo un sentore, poi si ripiega verso territori maggiormente battuti da uno come Tom Petty. "I Been Ready" rimane in seconda fila nelle preferenze, così come "A Prisoner's Dilemma", che ha cambi di registro musicale e, sul finale, introduce anche il suono di un sax.

La batteria è irrefrenabile

L'ideale lato B di un vinile si apre con “Forgiven”, il primo singolo tratto da "Oui", solido rock'n'roll che nelle intenzioni di Roeser: “Avevo solo un obiettivo: tornare con qualcosa davvero rock. Avevo lavorato su un riff che spaccava. Mi ero detto di non aver bisogno di testi, alla fine tutti i tipi di canzoni ripetono la stessa parola per un po’. In studio ho fatto suonare il batterista sempre più veloce. La maggior parte delle parti di voce che sentite nella registrazione le ho cantate molto liberamente: tra le canzoni che abbiamo inciso, è una delle nostre preferite”. A seguire incalza “Totem Pole” e la velocità di crociera non accenna a diminuire, seppure questa sia più 'cantata'. "Litany" è una cavalcata inesorabile incontro al destino. "Won't Let Go" è sofferente quanto basta per farsela piacere e apre il campo a "Snow" che chiude le danze dopo una quarantina di minuti o poco più.

Tutto a posto, i ragazzi stanno bene

La nostalgia, si sa, è canaglia come cantava un famoso duo e può senza dubbio tirare qualche scherzo. Il rischio che si corre pensando al tempo che fu è quello di essere indulgenti nel giudizio solo perché ci si specchia in sonorità che in qualche modo risultano molto familiari. Tutto vero, e allora cosa che fare? Direi nulla. Meglio lasciarsi andare e godersi "Oui" degli Urge Overkill, che sicuramente non scriverà la storia, ma è certo un buon disco.

Tracklist

01. Freedom! (03:04)
02. A Necessary Evil (03:14)
03. Follow My Shadow (03:28)
04. How Sweet the Light (03:30)
05. I Been Ready (02:51)
06. A Prisoner's Dilemma (03:55)
07. Forgiven (03:22)
08. Totem Pole (03:42)
09. Litany (04:10)
10. I Can't Stay Glad@u (03:27)
11. Won't Let Go (03:23)
12. Snow (02:47)
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