Era Sphere: il dopo-U2 tra Dead & Company ed Eagles

Gli Eagles restano a Las Vegas fino al 2026: la band ha appena annunciato una nuova estensione della propria residency alla Sphere — la spettacolare arena immersiva inaugurata nel 2023 — che porterà il totale a 48 show, con repliche previste fino a gennaio del prossimo anno. È un segnale chiaro: dopo gli U2, che hanno chiuso il 2 marzo 2024 le loro 40 date inaugurali, la “Era Sphere” non solo è ufficialmente iniziata, è una realtà consolidata per la musica rock, e non solo.
Il benchmark: U2 e i numeri della rivoluzione
Gli U2 sono stati i pionieri di questo nuovo format di spettacolo. Con la residency “U2:UV Achtung Baby Live at Sphere”, la band ha totalizzato 663.000 spettatori in 40 concerti, per un incasso complessivo di 244,5 milioni di dollari — dati che ne fanno una delle serie di show indoor più redditizie della storia. Ma più dei numeri, a restare è l’impatto: gli U2 hanno ridefinito il concetto di concerto “residenziale” e l’uso dello spazio scenico come medium visivo. Bono e soci non hanno solo suonato un album - il loro classico "Achtung Baby", che compiva 30 anni - ma hanno costruito un’esperienza immersiva, tra performance, arte visiva e design tecnologico.
Chi c’è ora: il passaggio di testimone
Dopo la chiusura della residency degli U2, la Sphere ha inaugurato una nuova stagione. Il testimone è passato prima ai Phish, la jam band che nell’aprile 2024 hanno proposto concerti con visual interattivi e contenuti originali. Nello stesso campo, quello del jam rock è toccato Dead & Company, gli eredi dei Grateful Dead: 48 concerti spalmati tra la primavera 2024 e quella 2025 pensati per sfruttare appieno le potenzialità immersive della struttura e per reinterpretare il repertorio dei Grateful Dead in chiave psichedelica e visiva. Gli Eagles, invece, si confermano come i eredi dell’effetto U2 sul lungo periodo: la loro residency, iniziata nel 2024, è stata via via ampliata, fino a coprire gran parte del 2025 e l’inizio del 2026, per 48 concerti complessivi. Secondo Variety e Billboard, il progetto ha superato ogni aspettativa commerciale, diventando un punto di riferimento per la gestione delle tournée “fisse” a Las Vegas.
Ma non solo: tra dicembre e marzo 2025 la Sphere ha aperto alla musica elettronica con il progetto Anyma, e poi al pop con i Backstreet Boys, approdati a luglio 2025 e con show programmati fino al 2026.
Cos’è la Sphere e perché cambia tutto
La Sphere di Las Vegas è la struttura per concerti più tecnologicamente avanzata al mondo: un’arena da 20.000 posti con uno schermo sferico interno di 157 per 112 metri, risoluzione 16K, e un sistema audio basato sul beamforming, che permette di direzionare il suono individualmente a ogni spettatore grazie a diffusori posizionati sotto ogni sedile.
L’effetto è quello di un’esperienza totale: un flusso audiovisivo che avvolge e sovrasta, dove i confini tra musica dal vivo e produzione da studio si dissolvono. Come in un film in tempo reale, la performance è sincronizzata con proiezioni a 360°, luci, e suoni tridimensionali che amplificano la percezione fisica dell’ascolto.
L’idea di “liveness” si trasforma: ciò che sembra “dal vivo” è in realtà mediato, filtrato e progettato. La Sphere rappresenta così il punto d’incontro tra due mondi — quello del concerto e quello della produzione audiovisiva — in cui il palco diventa schermo e l’artista parte di un flusso visivo continuo.
L’impatto sull’industria: la residency high-tech
Con la Sphere, Las Vegas è tornata al centro della musica dal vivo, ma con un modello radicalmente nuovo: non più soltanto comfort e ripetibilità, ma un format tecnologico che fonde arte visiva, immersione sonora e sostenibilità logistica.
Dopo gli U2, le residency non sono più sinonimo di routine: sono produzioni su misura, ad altissimo budget, che sostituiscono le tournée globali. Per le band “legacy” come Eagles o Dead & Company, la Sphere diventa un modo per aggiornare l’esperienza concertistica senza snaturare la propria identità.
E mentre si parla già di possibili show dei Queen (e mentre gli Iron Maiden invece dicono che quel modello non fa per loro) è chiaro che il “modello Sphere” sta ridefinendo l’economia e l’estetica del live. Dopo gli U2, non si tratta più solo di concerti: si tratta di costruire mondi.