Bruce Springsteen: "'Deliver Me From Nowhere' è un anti-biopic"

Intervenendo a un panel del Telluride Film Festival, in cui è stato presentato in anteprima il film "Deliver Me From Nowhere" (qui la prime recensioni sul film), Bruce Springsteen ha fatto luce sulla sua decisione di dare il via libera alla realizzazione del lungometraggio nonostante riguardasse un periodo difficile della sua vita.
Nel film è l'attore Jeremy Allen White ad interpretare il Boss e racconta il percorso del musicista del New Jersey verso la registrazione del suo sesto album del 1982, "Nebraska" (leggi qui la recensione). Jeremy Strong, interpreta Jon Landau, manager e produttore di Springsteen, mentre Stephen Graham, interpreta il padre del rocker, Douglas Springsteen.
Nel corso del panel Bruce Springsteen ha spiegato perché ha acconsentito affinché si procedesse con la realizzazione del film su parte della sua vita. "Penso che avessimo un'idea molto precisa, Scott (Cooper, lo sceneggiatore e regista, ndr) aveva un'idea molto precisa di cosa avremmo cercato di fare. E, in mancanza di un termine migliore, era un anti-biopic. Non è proprio un biopic. Prende solo un paio d'anni della mia vita, quando avevo 31 e 32 anni, e li considera in un momento in cui ho realizzato questo disco in particolare, e in cui ho attraversato momenti difficili della mia vita. E poi sono vecchio e non me ne frega un cazzo di ciò che faccio ora."
Il regista ha raccontato che l'approccio di Jeremy Allen White al ruolo aveva "un'intensità di vulnerabilità e autenticità" che aveva riscontrato in tutta l'opera di Springsteen. "Jeremy ha due cose che, per me, caratterizzano davvero Bruce Springsteen: una è l'umiltà. E l'altra è la spavalderia." "Giusto a metà", ha scherzato Springsteen, tra le risate del pubblico presente al panel.
Bruce Springsteen è stato entusiasta del progetto sin dall'inizio, intervistato dall'Awards Circuit Podcast di Variety, aveva parlato di come è nato il progetto, definendolo "un concept interessante, perché riguarda solo un paio d'anni della mia vita. L'81, l'82, ed è incentrato sulla creazione di quel disco in particolare, mentre registravo contemporaneamente “Born in the USA” e affrontavo anche alcune difficoltà personali con cui convivo da sempre. Ma è fantastico".