Dagli Oasis a Ultimo: il ritorno “a casa” è multimilionario

Lo scorso 11 luglio Bad Bunny, l’artista più streammato del 2025 (finora) su Spotify, ha dato il via al Coliseum di San Juan, in Porto Rico, alla sua residency di 30 show “No me quiero ir de aquì” (letteralmente «Non me ne voglio andare da qui»). Mentre l’Europa aspetta con ansia la prossima estate, quella che vedrà Benito Antonio Martínez Ocasio, questo il vero nome dell’artista, 31 anni, presentare dal vivo negli stadi del Vecchio Continente il suo album dei record “Debì tirar más fotos”, il rapper portoricano si esibirà fino a metà settembre sul palco dell’arena della capitale del suo Paese. Dietro la scelta da parte di Bad Bunny di organizzare una residency al Coliseum di San Juan c’è una ragione politica. Lui che nelle canzoni di “Debì tirar más fotos” si scaglia contro la gentrificazione del suo paese, augurandosi che Porto Rico non faccia la stessa fine delle Hawaii diventando di fatto parte integrante degli Stati Uniti e perdendo la propria indipendenza, ha scelto di non andare in tour negli Usa e di incoraggiare i fan ad andarlo a sentire a casa sua: una mossa per accedere un faro sul Porto Rico e approfittare del proprio successo per aiutare anche economicamente il suo Paese d’origine. San Juan ringrazia: ogni show, secondo le stime, genererà incassi pari a 2,2 milioni di dollari (1,87 milioni di euro) e alla fine dei conti ammonterà a 67,1 milioni di dollari (57,14 milioni di euro) l’incasso complessivo della serie di concerti. Ma c’è di più: secondo le stime degli analisti, la residency di Bad Bunny a San Juan dovrebbe generare un impatto economico di circa 200 milioni di dollari (170,31 milioni di euro) per l’isola. Da Porto Rico al Regno Unito. Sempre l’11 luglio gli Oasis, archiviato il debutto del tour a Cardiff, hanno inaugurato la loro mini-residency a Heaton Park, polmone verde di quella Manchester da dove negli Anni ’90 partì la scalata al successo della band destinata a diventare l’emblema del Britpop. 400 mila, in tutto, gli spettatori che l’11, il 12, il 16, il 19 e il 20 luglio hanno festeggiato il ritorno “a casa” dei fratelli Gallagher (a proposito: i due hanno pubblicato la versione dal vivo di "Cigarettes & Alcohol" registrata proprio a Heaton Park): secondo quanto riportato dalle testate locali, i cinque show hanno generato un indotto economico per la città di Manchester e dintorni quantificabile in 277 milioni di sterline, vale a dire 318 milioni di euro.
I casi di Ed Sheeran e Sam Fender
Gli show di Bad Bunny a San Juan e degli Oasis a Manchester sembrano rientrare in quella che è la nuova frontiera dei live: le star che fanno da “brand ambassador” della propria città, organizzando mega-raduni nei luoghi delle loro origini. Non sono casi isolati. I tre concerti tenuti dal cantautore britannico Sam Fender al St. James’ Park, lo stadio di casa del Newcastle, la città di cui l’artista è originario, il 12, il 14 e il 15 giugno scorso hanno generato un indotto economico pari a 16,5 milioni di sterline, ossia 19 milioni di euro. Merito delle spese effettuate tra hotel, bed & breakfast, bar, ristoranti e altri servizi dai 150 mila spettatori complessivi che hanno raggiunto Newcastle per i tre concerti. Gli show che l’11, il 12 e il 13 luglio hanno visto Ed Sheeran esibirsi al Portman Road, lo stadio dell’Ispwich Town, la squadra della città dove è cresciuto il rosso cantautore, hanno radunato 90 mila spettatori e l’afflusso di fan nella cittadina britannica ha portato nelle casse di albergatori, ristoratori, proprietari di bar e pub qualcosa come 10 milioni di sterline, l’equivalente di 11,5 milioni di euro. «È sempre stato un sogno suonare a Portman Road, motivo per il quale ho tormentato per anni la squadra dell’Ipswich (di cui detiene l’1,4% delle quote, ndr), ma siccome sono sempre in giro e il calcio è molto rigido quanto a giorni e orari, ho sempre perso l’occasione per farlo. Ma da quando sono diventato un azionista dell’Ipswich Town, ho un po’ di influenza in più e ho chiesto alla società se potevo lanciare il mio disco nello stadio. Suono in tutto il mondo, in stadi fantastici, ma nessuno dei concerti che ho fatto ha il significato che avranno questi qui», ha scritto Ed Sheeran ai suoi fan a maggio, annunciando i tre appuntamenti.
Gli AC/DC tornano in Australia e mandano tutto in tilt
Non hanno fatto in tempo ad annunciarli, che gli show che il prossimo autunno segneranno il ritorno a casa degli AC/DC hanno già registrato cifre record. Lo scorso 26 giugno sulla piattaforma australiana Ticketek sono partite le vendite per gli show annunciati dalla leggendaria band di "Back in black" tra Melbourne, Sydney, Adelaide, Perth e Brisbane, i primi in terra australiana - la patria di Angus Young e compagni - dal tour di "Rock or bust" del 2015. Ora gli organizzatori fanno sapere che in ventiquattro ore per lo show sono stati venduti complessivamente 370 mila biglietti. Una cifra da record, appunto: il dato coicide con il più alto volume di vendite complessive di biglietti in un solo giorno nella quarantennale storia dell'azienda australiana. Gli AC/DC si esibiranno il 12 e 16 novembre al Melbourne Cricket Ground di Melbourne, prima di fare tappa il 21 e 25 novembre all'Accor Stadium di Sydney, il 30 novembre al Bp Adelaide Grand Final di Adelaide, il 4 e l'8 dicembre all'Optus Stadium di Perth e chiudere la tournée con due show in programma il 14 e 18 dicembre al Suncorp Stadium di Brisbane.
Ultimo e Achille Lauro a Roma
L’Italia non resta a guardare. Mentre Achille Lauro annuncia con un anno d’anticipo il sold out del suo concerto del 10 giugno 2026 allo Stadio Olimpico di Roma, con molti dei 60 mila spettatori attesi che arriveranno da fuori, Ultimo scrive la storia con i 250 mila biglietti venduti in tre ore per il “Raduno degli Ultimi”, il concerto che il 4 luglio 2026 vedrà il cantautore di San Basilio esibirsi nell’area di Tor Vergata, periferia nella zona sud-est della Capitale. L’incasso, secondo le stime, supererà i 20 milioni di euro. Stime sull’indotto che genererà il concerto, diventato ufficialmente quello con il maggior numero di paganti nella storia della musica dal vivo italiana (battuto Vasco, ex detentore del record per “Modena Park” - il rocker di Zocca non ha mancato di congratularsi con il collega), ancora non ce ne sono, ma all’indomani dell’annuncio le strutture alberghiere intorno a Tor Vergata erano tutte full.