Uzeda, arriva nei cinema il documentario 'Do It Yourself'

Dopo l’anteprima di giugno al Biografilm Festival di Bologna dello scorso giugno, arriva nelle sale cinematografiche 'Uzeda – Do It Yourself', il documentario di Maria Arena sulla storia della noise band siciliana, che nel 1991 spedisce dalla Sicilia un proprio demo a Steve Albini, noto produttore di Chicago.
Nel 1991, il gruppo invia un demo a Steve Albini, il noto produttore di Chicago, che accetta di lavorare con loro e vola a Catania per registrare l'album "Waters". Questo incontro segna l'inizio di una lunga collaborazione e amicizia, durata sino alla scomparsa di Albini lo scorso mese di maggio.
Il documentario ripercorre le tappe principali della carriera degli Uzeda, dalla registrazione di due Peel Session alla BBC fino alla firma con l'etichetta indipendente di Chicago Touch & Go, oltre a sviscerare la personalità dei membri del gruppo. Il nome Uzeda, ispirato alla porta barocca di Catania, riflette il loro legame con la città e la Sicilia.
Ecco le prime proiezioni confermate:
03/10 Catania @ ZO Centro Culture Contemporanee - Catania Film Festival
04/10 Catania @ Cinema King
05 – 06/10 Catania @ Arena Argentina
07/10 Brescia @ Cinema Nuovo Eden
09/10 Bergamo @ Cinema Lo schermo Bianco
12/10 Milano @ Cinema Beltrade
Girato fra il 2016 e il 2020, il film presenta materiale di repertorio, sequenze in cui i componenti del gruppo vengono ritratti nel loro quotidiano, la storia dei dischi pubblicati e le immagini tratte dai loro concerti, fra cui spiccano quelli del 25 e 26 maggio 2018 all'Afrobar di Catania in occasione del 30esimo anno di attività della band, quando scelsero di esibirsi a fianco delle band a loro più affini: Three Second Kiss, The Ex, Shellac, Black Heart Procession e i June of 44, riunitisi per l’evento.
Maria Arena, autrice e regista del film, racconta: "The best plan is 'the no plan'" è la frase che ho spesso sentito ripetere ad Agostino Tilotta, chitarrista della band Uzeda. Un po’ come dire “virennu facennu”, si vede facendo, tipica espressione del sud che invita a fare senza troppi programmi: adattare la progettualità agli accadimenti. Ed è così che ho iniziato questo film, senza un piano, seguendo il desiderio di fissare un pezzetto di vita e di storia degli Uzeda, perché ci fosse una traccia audiovisiva che raccontasse il modo di essere di una band indipendente che ha mantenuto questa prospettiva per 30 anni. Un film per scoprire come si può vivere mettendo al primo posto la musica, la ricerca, la sperimentazione, il dialogo con se stessi, un’economia senza plusvalore. I soldi, proprio come la chitarra, il basso, la batteria e le corde vocali, sono solo uno strumento; il suono non è la somma degli strumenti, è altro, è qualcosa di dirompente che si scatena. Posizione radicale, senza compromessi, che mi ha rapita dal pensiero catastrofico e autodistruttivo imposto all’immaginario dalla società in cui tutti abitiamo.”