Anche Jack White e ABBA dicono no a Trump

Jack White dice alla campagna di Trump "non pensate nemmeno di usare la mia musica" dopo l’inserimento in una clip di 'Seven Nation Army'. Jack White è solo uno tra gli ultimi artisti a dichiarare che la campagna di Trump sta usando la sua musica senza permesso.
Il brano "Seven Nation Army" dei White Stripes è stato utilizzato nella clip che ritrae Trump in viaggio per la sua campagna presidenziale. In un post su Instagram, White ha scritto:
"Oh.... Non pensate nemmeno di usare la mia musica, fascisti" prima di dire che avrebbe intentato una causa per l'uso inappropriato". Ha poi proseguito: "I miei avvocati stanno per intentare una causa per questo (che si aggiunge alle altre 5 mila). Buona giornata di lavoro oggi Margo Martin",
ha aggiunto, rivolgendosi al vicedirettore delle comunicazioni di Trump.
Il post contestato, apparso sul profilo Twitter dalla Martin, è già stato rimosso.
Ma non sono solo gli artisti americani a opporsi all’utilizzo della loro musica da parte di Trump. Proteste arrivano anche dall’Europa, da cui si sono già opposti Queen, Rolling Stones, The Animals e Johnny Marr degli Smiths.
È di ieri infatti la notizia che anche gli ABBA hanno chiesto a Trump di smettere di usare la loro musica. L'ex presidente degli Stati Uniti ha utilizzato diversi successi degli ABBA, tra cui "Money, Money, Money", "The Winner Takes It All" e "Dancing Queen" durante il suo comizio del 27 luglio a St Cloud, in Minnesota. E il luogo non è casuale: il Minnesota è infatti lo Stato americano con la più alta popolazione svedese.
Oltre a suonare i successi della band, la campagna ha anche proiettato filmati dei membri degli ABBA su un grande schermo nel luogo in cui si stava svolgendo la manifestazione. Come riporta Rolling Stone, la notizia dell'utilizzo delle canzoni e dei filmati degli ABBA da parte dell'ex presidente è arrivata a Björn Ulvaeus, membro del gruppo, il quale ha comunicato all'agenzia di stampa svedese TT, tramite un messaggio, che la Universal Music, la casa discografica del gruppo, si sarebbe "assicurata che venisse tolto".
Un portavoce della Universal Music ha dichiarato che: "Insieme ai membri degli Abba, abbiamo scoperto che sono stati diffusi video in cui la musica/il video degli Abba è stato utilizzato in occasione di eventi di Trump, e abbiamo quindi richiesto che tale utilizzo venga immediatamente tolto e rimosso". Hanno aggiunto: "Universal Music Publishing AB e Polar Music International AB non hanno ricevuto alcuna richiesta, quindi non è stato dato alcun permesso o licenza a Trump".
Il gruppo svedese e Jack White sono solo due degli ultimi musicisti della lunga serie che ha chiesto all'ex presidente di non utilizzare la loro musica durante i comizi della sua campagna elettorale. Tra questi ultimamente si sono aggiungi i Foo Fighters diffidando Trump dalla diffusione non autorizzata di “My Hero” (Leggi qui)
Ora, però, il portavoce della campagna di Trump, Steven Cheung, ha smentito la smentita dei Foo Fighters, inviando al sito “The Hill” una e-mail in cui afferma che "hanno la licenza per suonare la canzone". L'Independent ha poi riferito di aver visto i documenti pertinenti che confermano le affermazioni di Cheung sui diritti di licenza. Cheung si è poi sfogato sui social media per criticare il post dei Foo Fighters, usando diversi titoli delle loro canzoni come giochi di parole: "È 'Times Like These' che conta, non essere un 'Pretender'".
Ma le canzoni degli artisti possono essere usate liberamente durante una campagna elettorale?
In realtà la questione, differente in ogni nazione, è controversa, complicata e negli USA è già stata oggetto di dispute legali nelle precedenti campagne elettorali di Trump che in passato ha dovuto scontrarsi con la contrarietà degli artisti e una causa legale intentata da Neil Young ma poi ritirata.
L’uso delle canzoni in attività elettorali è soggetto all’accordo con i gestori dei diritti americani (i principali collecting sono ASCAP e BMI), al pari di quanto fanno radio e discoteche quando trasmettono o utilizzano le canzoni. Quindi l’opposizione all’utilizzo non è legata ad un problema di riconoscimento economico dei diritti. Anche se Neil Young e i Rolling Stones già in precedenti “dispute” nel 2020 sostenevano che quell’uso ne svaluta il valore economico.
Non è nemmeno un problema di “sincronizzazione” in quanto l’uso durante un comizio è “pubblica esecuzione”, mentre la sincronizzazione implica un ritorno commerciale e si applica alla presenza della musica nella pubblicità, nel cinema, nei videogiochi, nei podcast o comunque in contesti audiovisivi, casi questi in cui è necessario il consenso dell’editore (e quindi in maniera indiretta dell’autore e degli aventi diritto).
Come non bastassero queste (giuste) regole il collector americano BMI è andato oltre ed ha, in sintesi, chiesto ai propri aderenti di esplicitare se i brani da loro protetti possono essere utilizzati in una campagna elettorale, di qualunque parte essa sia. BMI esclude una o più opere musicali da questo tipo di licenza nel caso in cui riceva un'obiezione da un autore o un editore riguardo al suo utilizzo da parte del licenziatario. BMI notificherà allora al licenziatario che la particolare opera musicale è stata rimossa dalla licenza e che non è più autorizzato da BMI all’utilizzo della stessa.
Dunque la questione pare essere più “politica” che commerciale ed economica. Solitamente infatti si oppongono artisti ideologicamente distanti dall’utilizzatore del brano, o più semplicemente aventi diritto che ritengono che non ci sia una corretta interpretazione o accostamento ideologico del brano. Da parte di Trump (e di chi gestisce la sua campagna elettorale) pare esserci un uso più “sfrontato” delle canzoni, in linea anche con la sua immagine.