Giovanni Lindo Ferretti, figlio dell'Appennino
Giovanni Lindo Ferretti compie oggi i 70 anni. Alle sue spalle ha una storia musicale legata a progetti musicali contraddistinti da sigle sempre diverse per approdare infine alla carriera solista. La storia musicale di questo personaggio dalla importanza non secondaria per il rock italiano ha inizio nel 1982 quando con Massimo Zamboni fonda i CCCP Fedeli alla linea. Chiusa questa esperienza nel 1992 dà vita ai C.S.I. (Consorzio suonatori indipendenti). Nel 2002 è membro dei PGR (Per grazia ricevuta). E’ del 2000, invece, “Co.dex” (leggi qui la recensione), il suo esordio solista.
Nelle prossime settiimane i CCCP verranno celebrati da una mostra a Reggio Emilia e da un box. Il suo ultimo lavoro solista (dal vivo) è stato spubblicato nel 2018 intitolato "Bella gente d'Appennino, di madri e di famiglie"
L'album è stato registrato live alla Chiesa di San Pietro, Reggio Emilia, il 13 dicembre 2017, e raccoglie canzoni del suo reportorio, e monologhi, per costruire un racconto. C'è un momento, nell'ultimo monologo, "Sono ed ero", in cui Ferretti affronta la sua percezione, oggi: "Cosa ci si aspetta da me, resta un mistero, seppure di quelli piccoli. So di non essere adeguato al ruolo pubblico che mi viene assegnato". Neo-convertito, ex-punk, trasgressivo: da tempo si parla spesso delle sue posizioni politiche - e io dico sempre che non sono condivisibili ora, ma non lo erano anche ai tempi dei CCCP: però fanno sempre riflettere, perché sono argomentate e mai banali.
Qua invece parla la parola e la musica: "Belle gente d'appennino" è uno stupendo racconto in prima persona della storia di Ferretti e del rapporto con la madre. La parte musicale è stupenda, fin dall'arrangiamento, accompagnato da chitarra, violino e fisarmonica. Le versioni di "Amandoti", e "Depressioni caspica", per citarne alcune, sono da brividi. E i racconti della propria storia sono senza filtri, disarmanti.
Ferretti disse che questo disco è la chiusura di un cerchio, quello del post CCCP, CSI e PGR, che l'ha visto tornare alla musica e al teatro, dopo aver pensato ad un totale ritiro sull'Appennino. Per fortuna, sappiamo che non è successo, non si è ritirato: continua a scrivere libri, a cantare, e il riavvicinamento a Massimo Zamboni, Annarella e Fatur - seppure appunto solo per una mostra, un libro e una raccolta - è un modo per riaffermare un pezzo importante della storia musicale italiana recente.
Ferretti, a 70 anni e pur con approccio e idee diverse, rimane un punk.