Ian Gillan chiude a una reunion con Blackmore: "E' l'ex moglie"
Il cantante dei Deep Purple non lascia spiragli per un ritorno del chitarrista nella band

Il cantante dei Deep Purple Ian Gillan ha ribadito una volta di più, se necessario, la sua totale contrarietà a una possibile reunion della band con Ritchie Blackmore - chitarrista e co-fondatore del gruppo alla fine degli anni Sessanta - che sarebbe "completamente irrispettosa" nei confronti dell'attuale formazione della band.
Blackmore, ha scritto molti dei riff più memorabili della band britannica, su tutti quello di "Smoke On The Water", e non ha più suonato con il gruppo dalla sua uscita nel 1993. Venne sostituito da Steve Morse nel 1994 che è stato il titolare della chitarra, prima di essere ufficialmente sostituito da Simon McBride lo scorso mese di luglio.
Ian Gillan ha parlato del possibile ritorno di Blackmore nei Deep Purple in una intervista con la stazione radio spagnola RockFM. Ecco le sue parole al riguardo: "Guarda, i Deep Purple sono una famiglia che si è unita prima che arrivassi io. Nel '68, c'erano Ritchie Blackmore, Jon Lord , Ian Paice , Nick Simper e Rod Evans. Io e Roger Glover siamo entrati nel '69. Nel frattempo, ci sono stati anche David Coverdale e Glenn Hughes e un paio di altri ragazzi. Poi, quando siamo cresciuti, ci siamo sistemati e la chimica umana andava bene, andavamo d'accordo. Abbiamo fatto una reunion per "Perfect Strangers" (album del 1984, ndr), ma tutto era leggermente diverso. Ritchie era diverso, e penso che lo fossimo tutti. Ritchie era il mio compagno di stanza nei Deep Purple; facevamo casino insieme. Non mi piace pensare agli aspetti negativi. Ho solo un sacco di ricordi fantastici di Ritchie, un grande chitarrista con un malvagio senso dell'umorismo, e intendo proprio malvagio. E' un professionista, davvero un bravo ragazzo, in quel senso. Ma qualcosa era cambiato in Ritchie quando siamo tornati insieme, eravamo cambiati tutti, e la chimica umana non era proprio la stessa. Fu difficile. Alla fine, c'era rivalità. Venni licenziato dalla band perché volevo fare più tour e Ritchie voleva farne di meno. Un giorno ci incontrammo e spiegai: 'Perché non andiamo in Sud America? Perché non andiamo in Russia? Perché non andiamo in giro per il mondo? Siamo una live band.' Il giorno dopo Ritchie andò dal management e disse: 'Beh, o lui o io'. Hanno scelto lui. E andava bene. Poi hanno registrato un disco con un altro cantante. Non ricordo il suo nome. Allora l'etichetta discografica dichiarò: 'O riportate Ian nella band o noi strappiamo il contratto'. Quindi tornai nei Deep Purple e Ritchie andò fuori di testa. Non gli piaceva. Quindi se n'è andò. Dunque, normalmente, in una famiglia o qualcosa del genere, poiché siamo una famiglia, penseresti che sia stato come un divorzio. Lui se ne andò. Ma voleva mantenere il controllo della band anche dopo essersene andato. Da allora ha rotto i coglioni. Ma ora andiamo molto meglio. Penso che il suo manager abbia molto a che fare con questo, il problema esiste. E' una di quelle cose che si devono affrontare".
Prosegue ancora Gillan per chiarire ulteriormente il suo pensiero: "Penso che l'idea di una grande reunion, sarebbe assolutamente irrispettosa nei confronti dei membri dei Deep Purple. Sarebbe terribile. L'atmosfera sarebbe terribile. Sarebbe artificiale. Sarebbe solo per i soldi, nient'altro. Perché non ci sarebbe amore, nessuna affinità. Il 25% dell'essenza dei Deep Purple è improvvisazione, e ora abbiamo un musicista che è assolutamente incredibile. Non so quanto Ritchie sia allenato. Potrei continuare a lungo, ma la risposta semplice è no. È l'ex moglie. Non vogliamo tornare di nuovo insieme".
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