La sublime ribellione di Thom Yorke e The Smile, live a Milano

Sono circa le 21 quando il pubblico, la sera del 14 luglio 2022, è ancora in balia della riflessione in note di Robert Stillman, che in scena al Fabrique dà origine a un caos onirico di suoni tra tastiere, synth e sax. Al compositore statunitense, ma di base nel Regno Unito, è affidato il compito di aprire il primo concerto italiano della nuova band di Thom Yorke e Jonny Greenwood dei Radiohead, battezzata The Smile e formata insieme al batterista jazz Tom Skinner, membro dei Sons of Kemet e dei Melt Yourself Down, oltre che con il supporto del collaboratore di lunga data della formazione di Oxford Nigel Godrich.
Come a volersi ribellare alle attese e alle aspettative intorno alla formazione di “OK Computer”, discograficamente ferma all’album del 2016 “A Moon Shaped Pool”, Yorke e Greenwood si sono ritrovati insieme a seguire una nuova strada per sperimentare una creatività libera dalle ansie del passato. Sia il frontman che il chitarrista dei Radiohead, così come gli altri componenti, nel corso delle proprie carriere hanno sempre dato vita a progetti paralleli o solisti, piuttosto che a nuove collaborazioni. A partire dai suoi album in proprio, passando per agli Atoms For Peace, fino alla sua liberatoria danza contemporanea di stati d’animo nel film relativo ad “Anima”, Thom Yorke, tra gli altri, ha esplorato il proprio mondo compositivo e creativo in profondità, tra impeti e approcci anche diversi, tra sperimentazione e introspezione, ma sempre con una distinzione netta dai Radiohead. Il nuovo progetto The Smile, invece, abbraccia molto dello spirito più diretto della band di “Creep”, e arriva a proporre suoni, profondità e spunti che proprio i fan dei Radiohead avrebbero voluto sentire. The Smile, però, non è solo un progetto, è una vera e propria band per cui nulla è lasciato al caso. Il nuovo gruppo di Thom Yorke e Jonny Greenwood ha infatti una dimensione e una ragion d’essere proprie, che i musicisti hanno messo in chiaro fin dalla loro prima presentazione.
Pochi minuti prima del concerto milanese del gruppo di Yorke e Greenwood con Tom Skinner, primo di altri quattro concerti nel nostro Paese, tra il parterre del Fabrique capita quindi di sentir chiedere da qualcuno, all’amico più informato: “Ma quindi, i Radiohead sono finiti?”. Non c’è bisogno di sentire la risposta, appena le luci della venue di Via Fantoli si spengono e i tre musicisti fanno il loro ingresso sul palco, il pubblico è già rapito e quella domanda è ormai lontana dalla serata in cui i Radiohead si percepiscono solo tra i sospiri, dove The Smile si prende tutta l’attenzione. “Ma sono solo in tre sul palco?”, sono le sole altre parole che si levano dai presenti per il resto del live, che vede per tutto il tempo il pubblico lasciarsi andare a una viva ma attenta partecipazione, tra stupori, applausi e clamori.
L’imprevedibilità segue il trio in scena fin dall’inizio e, dopo una fredda e veloce entrata, il concerto prende il via con Thom Yorke - in maglietta bianca e bretelle nere - di schiena al pianoforte, Jonny Greenwood chino al centro sul basso e Tom Skinner alla batteria. L’apertura è affidata alla solennità delle prime note di piano e alla voce sommessa di Yorke in “Pana-vision”, ma con l’ingresso degli altri strumenti l’umore iniziale viene stravolto e ogni suono riempie l’aria. La risposta degli spettatori è immediata e il coinvolgimento viene dettato già dall’immediatezza e dall’impulsività dei musicisti.
Al Fabrique di Milano la dimensione concreta e sincera di The Smile si conferma essere quella del live, come la band già aveva dimostrato debuttando in pubblico proprio con un concerto. Poche ore dopo un post sui social che ne annunciava la fondazione, il neonato gruppo si è infatti esibito all’evento in streaming “Live At Worthy Farm", organizzato lo scorso anno dal Festival di Glastonbury. Per l’esordio di The Smile, sembrava fosse stato ricreato sotto un tendone sui prati della Worthy Farm uno studio di registrazione, dove poter vedere in presa diretta il rapporto creativo tra Yorke e Greenwood come mai prima d’ora, e veder nascere una nuova connessione con Tom Skinner. Quello studio, però, si trasformava subito in un vero e proprio palcoscenico, dove i giochi di luce e la musica creavano spazio e identità. A partire dal primo concerto, la band ha proposto canzoni inedite quasi sempre in occasioni live, come durante i livestream di fine gennaio, arrivando a pubblicare ufficialmente i primi singoli e poi l’album d’esordio, “A light for attracting attention”, come a voler certificare la propria esistenza.
Lo show che segna il debutto dal vivo di The Smile in Italia, come i precedenti live in streaming, porta l’ascoltatore e lo spettatore direttamente dentro l’ambiente dove Thom Yorke, Jonny Greenwood e Tom Skinner plasmano il proprio suono. Il palco del Fabrique è, anche questa volta, nella sua struttura come un grande studio di registrazione, capace di accogliere tutti gli strumenti suonati dagli artisti durante la serata, che passano da una postazione a un’altra anche in uno stesso brano. La scenografia assume la sua essenza negli stati d’animo che si originano dai led luminosi sullo sfondo e nella presenza della band. L’empatia che Thom Yorke dimostra di avere verso il pubblico, a cui cerca di parlare in italiano durante le poche e brevi pause, arriva come la sua voce, capace di toccare la profondità dell’umanità. Greenwood è invece schivo nel non rivolgere mai lo sguardo - coperto dal ciuffo di capelli - oltre il proprio strumento, che come Skinner, seppur più generoso, è una presenza importante grazie alla sua abilità. Sul palco The Smile trovano la ragion d’essere di quella ribellione creativa e sublime che ha spinto Thom Yorke e Jonny Greenwood a voler giocare, più che lavorare, con libertà sulla musica. Questo, non solo grazie alla maestria di ogni componente di contribuire alle sonorità con personalità e fantasia, ma anche per merito delle canzoni.
Al pubblico milanese Yorke e soci fanno ascoltare tutti brani già in qualche modo noti, alcuni più conosciuti e tratti da “A light for attracting attention”, e altri che sono ancora delle novità di per sé. Durante il momento dei bis, come dichiarato dal frontman dei Radiohead sul palco del Fabrique, la band fa ascoltare per esempio un pezzo scritto addirittura il giorno prima, “Bending Hectic”, suonato per la prima volta dal vivo la sera precedente a Montreux. I presenti vengono quindi investiti e rapiti dalle melodie, a volte vibranti e in altri momenti sublimi che arrivano con “Thin Thing” o “A Hairdryer”.
Skinner detta una ritmica netta, che regala i momenti più intensi quando emergono le abilità jazz del batterista come in “Speech Bubbles”, e più interessanti quando si sposta dalla sua postazione, come in “Free in the knowledge”. Questo brano regala più di altri intensità al concerto, con la voce di Yorke che si eleva prima con la chitarra acustica e con Greenwood al piano e Skinner alle tastiere, poi con una formazione stravolta. The Smile, come detto sopra, è imprevedibilità e il brano si chiude infatti con il basso suonato dal chitarrista dei Radiohead con un archetto e il batterista al suo posto, mentre il cantante legge dentro le preoccupazioni di tutti: “I talk to the face in the mirror / But he can't get through / Turns out we're in this together / Both me and you”. “Colours Fly” è la canzone che, mai ancora pubblicata ufficialmente, arriva a ricordare la libertà creativa che con The Smile, Thome Yorke e compagni si prendono. In scena entra anche Robert Stillman per accompagnare la band al sax, e fa ritorno sul palco per il singolo di debutto del gruppo, “You Will Never Work In Television Again”, che con la sua frenesia rock porta la serata verso la conclusione.
“We don't know what tomorrow brings”, recita una canzone eseguita prima dell’atto finale. Se questa suona come una certezza per rispondere alla domanda iniziale sui Radiohead, alla fine del concerto al Fabrique di Milano, invece, dopo “Just Eyes and Mouth” e un brano di Thome Yorke, “Feeling Pulled Apart by Horses”, arriva a illuminare la natura di The Smile. Yorke, Jonny Greenwood e Tom Skinner non si fermeranno di certo.
La scaletta:
Pana-Vision
Thin Thing
The Opposite
Speech Bubbles
Free in the Knowledge
A Hairdryer
Waving a White Flag
Colours Fly (con Robert Stillman)
We Don't Know What Tomorrow Brings
Skrting on the Surface
Under the Pillow
The Smoke
You Will Never Work in Television Again (con Robert Stillman)
BIS
The Same
Bending Hectic
Just Eyes and Mouth
Feeling Pulled Apart by Horses (di Thom Yorke)